La cerimonia della vita
Murata Sayaka
Edizioni e/o, febbraio 2023
Traduzione di Gianluca Coci
pp. 256
€ 18,00 (cartaceo)
€ 11,99 (e-book)
Dopo la pubblicazione di La ragazza del convenience store e I terrestri arriva in Italia anche la raccolta di racconti La cerimonia della vita, pubblicati originariamente nella rivista Shinchō nel 2013 e poi sotto forma di raccolta con il titolo Seimeishiki nel 2019. Se La ragazza del convenience store rappresenta il romanzo che si distacca maggiormente da quella che è la prosa simbolo di Murata, pervasa da futuri possibili e società distopiche, con La cerimonia della vita torniamo su queste corde. La ragazza del convenience store è uno dei pochi romanzi ambientati nel presente, con I terrestri ci avviciniamo invece a una società odierna, ma con tinte anomale, e in questi racconti incontriamo mondi paralleli, forse anche molteplici realtà del presente, che tuttavia hanno un sentimento di incongruità costante. Non è chiaro dove siano ambientate le storie, se in Giappone o in altri luoghi, se nel passato, nel presente o nel futuro.
A cavallo tra la commedia e il grottesco, Murata racconta dell’emarginazione, tema presente in tutta la sua prosa, del senso di inadeguatezza, travolgendo tutto ciò che pensiamo siano le convenzioni e le norme sociali. I protagonisti sembrano sentirsi fuori luogo nonostante l’essere non convenzionale sia la norma, anche nelle realtà costruite nell’immaginario di Murata sono comunque persone inadatte a tale vita e tale mondo. Come in I terrestri Murata affronta anche qui il tabù del cannibalismo, che caratterizza i primi due racconti. Proprio nel primo racconto viene spiegata la tradizione della “cerimonia della vita”, usanza che dà il titolo alla raccolta, che prevede la consumazione di carne umana e al contempo il concepimento di una vita.
«In ogni caso, il mondo è solo uno splendido miraggio, un'illusione temporanea» disse Yamamoto scrollando le spalle. «Un'illusione che è possibile vedere solo ora, nel momento presente, e che per questo bisogna cogliere e vivere appieno finché è possibile». (p. 23)
Il cibo, che sia carne umana, carne animale, carne di insetti, polvere sintetica, è tema pregnante in molte di queste storie, come in Un lauto banchetto, si riflette sulla brutalità della consumazione di certi alimenti rispetto ad altri, si mettono in discussione le varie abitudini alimentari quasi come a condannare e sfidare quel sistema malsano e opprimente legato all’alimentazione e alle diete dimagranti. Al contempo il cibo è simbolo di integrazione e marginalizzazione delle figure di questi racconti, a volte incomprese per i propri credi e convinzioni.
L’autrice poi esplora il mondo dell’amore, introducendo le figure di Yoshiko e Kikue in Un bacio in una notte d’estate e Una famiglia in due, due donne dal carattere completamente l’uno opposto all’altro, che hanno deciso di condividere la vita assieme con le loro figlie, narrando dell’amore platonico che vuole affrontare qualsiasi forma di convenzione sociale odierna:
«Non dire cavolate, lo sai che esco con i miei fidanzati solo quando piove» rispose con prontezza Kikue. «Le serate belle come questa sono troppo sane e pulite per baciarsi in strada».Kikue non si era mai sposata, ma andava matta per il sesso. (p. 89)[...]«Che delizia!» esclamò sospirando. «I warabimochi fanno venire in mente la lingua di un ragazzo... Ecco perché mi piacciono tanto. Quando li mangio ho la sensazione di baciare qualcuno.«Dici sul serio? Allora non li voglio, grazie disse Yoshiko scrollando le spalle.«Ah, peccato, non avrei dovuto dirtelo!» ribatté Kikue scoppiando a ridere.Anche se per certi versi erano agli antipodi, in fondo si somigliavano. Quando Yoshiko aveva confessato di essere vergine Kikue aveva reagito con un laconico: «Ah si?». (p. 90)
In Gli amanti del vento e Il corpo magico Murata affronta il tradimento, l’intimità e il sesso giocando sempre contro la consuetudine narrando dell’amore tra Fūta, un oggetto che nel nostro mondo appare animato solo se sospinto dal vento e Yukio. L’amore poi diventa man mano sempre più feroce, brutale, schietto come in Puzzle:
La sua carne ora sprizzava vita, in sintonia con il cuore. Il suo sudore era un fluido corporeo caldo e vischioso, ben diverso dalla semplice acqua che fino ad allora le riempiva il corpo. Sanae sentiva il fisico rigenerarsi e riattivarsi di minuto in minuto, in uno splendido crescendo. (p 167)
Murata indaga il significato dell'essere umano nel nostro mondo attraverso questi racconti di famiglia e amicizia, sesso e intimità, appartenenza e unicità, racconti dalle tinte oniriche, brutali, a volte grottesche che fanno luce sulle criticità della società odierna sfidando ogni tipo di prospettiva contro le convenzioni del mondo reale estremizzando ogni suo pensiero in universi forse non così tanto lontani da un futuro alle porte del nostro presente.
Barbara Nicoletti