Raccontare Rossini e il suo tempo. "Rossini" di Andrea Chegai



 
Il volume Rossini di Andrea Chegai fa parte della collana «L'opera italiana», curata da Paolo Gallarati, i cui altri volumi sono dedicati a Donizetti, Bellini, Verdi e Puccini. Un libro, come gli altri della collana, pensato per un ampio pubblico di lettori: dal curioso appassionato che ambisce a divenire ascoltatore consapevole al melomane che ricerca notizie e informazioni bio-bibliografiche, fino agli studenti universitari.
L'impianto didattico è netto e pervade i quattordici capitoli del testo, nel quale si investiga il fenomeno Rossini da vari punti di vista, dando ampio spazio al contesto storico-culturale nel quale il pesarese operò.
La collocazione storica di Rossini è anfibia: in bilico fra Rivoluzione e Restaurazione (e con in Francia una nuova Rivoluzione alle porte, verso l'epilogo della carriera di operista), essa concorre a rendere sfumato il profilo dell'artista, che attraversò svariati e contrapposti scenari geopolitici con una capacità di adattamento in cui ancora si riconosce l'eredità dell'antico regime riguardo alle funzioni e ai limiti dell'arte (il compositore di musica come prestatore d'opera super partes). (p. 14)

Dagli anni della formazione al debutto veneziano, fino all'affermazione con Tancredi e L'Italiana in Algeri, il testo ripercorre la breve ma fortunatissima carriera operistica di Rossini, fino al Guglielmo Tell, Chegai offre al proprio lettore, alla fine di ogni capitolo, suggerimenti di lettura e suggerimenti di ascolto, che insieme ad un sostanzioso apparato di note, il glossario, l'indice delle composizioni di Gioacchino Rossini e una nutrita bibliografia, rendono il testo insieme opera divulgativa e d'approfondimento. 

L'ultimo capitolo, intitolato Un altro Rossini?, si interroga su quanto accade dopo il 1829, ossia l'anno del definitivo silenzio teatrale di Gioacchino Rossini. A soli 37 anni, e dopo ben 39 opere, il musicista si ritirò nella sua villa parigina.

La reductio ad silentium teatrale del 1829 è stata spiegata in tanti modi diversi. Appagamento, presa di distanza dalle tendenze del teatro corrente, amore per l'ozio, crescente interesse anche spirituale per il genere sacro, decadimento delle condizioni fisiche e psichiche, i suddetti vincoli contrattuali che si tramutarono in una sorte di capestro; argomenti diversamente validi che non si escludono l'un l'altro. Il ritiro dalle scene teatrali non fu comunque decisione repentina ma una circostanza che andò a consolidarsi nel tempo. (pp. 413-414).

Le notizie biografiche sono intrecciate alla disamina delle opere e del contesto storico, in tal modo l'opera di Chegai non è una biografia, ma una monografia, che restituisce in modo ordinato e coinvolgente l'iter eclettico di Rossini, restituendo il suo profilo di sperimentatore inquieto.

Deborah Donato