Cominciare a vivere davvero solo dopo la morte: Hubert e Zanzim di nuovo insieme con "La mia vita postuma"


La mia vita postuma
di Hubert Zanzim
Bao Publishing, febbraio 2023

Traduzione di Francesco Savino

pp. 112 
€ 23 (cartaceo)
€ 12,99 (e-book)


Prima di "Pelle d'uomo", acclamato fumetto disegnato da Zanzim, per cui Hubert (scomparso purtroppo nel 2020) ha scritto la storia e fatto da colorista, questo duo vincente collaborò per la creazione di un altro meraviglioso fumetto, "Ma vie posthume" che in Italia viene pubblicato questo febbraio da Bao Publishing col titolo "La mia vita postuma".
Stavolta la protagonista è Emma Doucet, vecchia signora burbera che apparentemente muore a causa di una caduta. Tutto però non si risolve con la classica dipartita: Emma infatti continua a vivere come non-morta. Stranamente non cerca di capire perché, ma la risoluzione del mistero si sposta sull'identificazione di un killer che, di fatto, le ha sparato al petto uccidendola.
Perché proprio lei? Una vecchia megera che quasi non parlava più con nessuno dopo la morte dell'amatissimo marito Pierre?
Durante una visita alla sua tomba, Emma ritroverà la sua vecchia amica Lina che, sorpresa delle sorprese, è una non-morta proprio come lei. 
Insieme, le due venerande faranno squadra: non solo scopriranno degli illeciti sui terreni dove tanti anni prima avevano costruito le loro case, ma si può dire che ricominceranno a vivere. Vestiti, trucchi, vacanze a Nizza e a Cannes, inseguite per tutto il tempo non solo dall'assassino, ma anche da un altro personaggio molto importante sia ai fini della trama che sul piano emotivo.


La narrazione si interrompe di tanto in tanto aprendo una finestra sul passato, grazie a dei flashback sulla vita di Emma e Pierre da giovani, sulla stessa Lina che era una vera femme fatale, salti che ci permettono di capire meglio la personalità di Emma, una ragazzina ribelle e spiritosa, di Pierre, gran gentiluomo con uno spirito nobile e amante della giustizia, di Lina, un po' svampita ma dal cuore buono.

La domanda che sorge spontanea è: perché le due donne non muoiono?
E inoltre: sono le uniche a condividere questo strano destino?
La storia è spensierata, ma anche profonda e seria, caratteristiche che sono segni distintivi del lavoro di questo duo. Ritroviamo i temi cari a Hubert, presenti anche nel precedente volume che avevo già avuto modo di recensire, "La vergine del bordello": l'erotismo, la morte, il pericolo, la risoluzione di un mistero, i legami d'affetto, il capovolgimento degli stereotipi.
I disegni, neanche a dirlo, sono eccezionali: le tinte si accordano perfettamente agli umori dei personaggi e il tratto nervoso, raffinato, anche plastico se vogliamo, di Zanzim dà vita a un racconto divertente ma, al tempo stesso, intimo.
Lo consiglio fortemente a chi ha già letto "Pelle d'uomo" o "La vergine del bordello", ma anche e soprattutto ai lettori che vogliono scoprire il mondo del fumetto francese semi sconosciuto che può essere, perché no? bello e di contenuto tanto quanto quello maggiormente conosciuto dei manga giapponesi.


Deborah D'Addetta