Rubare la notte
di Romana Petri
Mondadori, febbraio 2023
pp. 264
€ 19 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)
Il piccolo principe, tradotto in più di duecento lingue, è uno dei libri più letti al mondo. Il suo autore, però, non è altrettanto famoso: o almeno non lo era, perché l’ultimo libro di Romana Petri, Rubare la notte (Mondadori), permette di conoscere a fondo la vita del grande esploratore e letterato.
Di lui, forse, si sa che è stato un aviatore, e che è scomparso con tutto il suo aereo nei cieli sopra Marsiglia durante la Seconda guerra mondiale. Non si conosce però, in genere, la stretta connessione tra aviazione e scrittura che ha caratterizzato la sua esistenza, né si ricorda il suo lato disperatamente romantico e la sua attrazione per il pericolo.
Rubare la notte è un libro che dà tanto: in esso Petri racconta la biografia di Antoine de Saint Exupéry alternando narrazione in terza persona e lettere immaginarie di “Tonio” alla adorata madre.
Petri riesce a scavare a fondo nei pensieri e sentimenti di Saint-Exupéry, con una delicatezza che non permette di schierarsi o giudicare, ma soltanto osservare la mente geniale di quest’uomo poliforme. Lo vede da dentro, con un procedimento estraneo al biografismo tradizionale: parte dai suoi stati d'animo, dal suo sentirsi sempre così curioso e diverso nell'infanzia, dal suo attaccamento emotivo al sé bambino, per ricostruirne poi le tappe della vita. La biografia resta una traccia, mentre nelle pagine del libro Tonio diventa una figura mitica, le cui avventure e il cui lascito importano più del mero vissuto.
Nato in una delle famiglie più antiche di Francia, orfano di padre da bambino, Tonio cresce con la madre e i fratelli, e conosce presto il fascino dei velivoli: è presente quando, nel 1908, Wilbur Wright lascia la Francia attonita di fronte alle sue acrobazie aeree. A niente servono le preoccupazioni materne, e pochi anni dopo Antoine inizia a volare su aerei postali e trasportando passeggeri. È quasi palpabile la gioia del suo primo volo, si avvicina all’estasi, coincide con la certezza di essere nel proprio posto: Antoine si sentirà così fino al suo ultimo volo:
Decollò senza alcuna difficoltà e si ritrovò solo in quel silenzio rarefatto, in quella scissione del tempo e nell’euforia del pensiero che sembrava muoversi a scatti, seguire un ritmo diverso, fatto anche di molte sospensioni. (p. 55)
La carriera da aviatore lo porterà fuori dalla Francia, in Argentina e in Algeria soprattutto. Accanto a questa vita, però, c’è quella dello scrittore. Antoine scrive di avventure da pilota, e d’amore: si definisce «grand poète sentimental et comique», perché insegue indistintamente il sogno di essere un grande scrittore e le donne, le moltissime donne della sua vita. Si strugge d’amore, per tutta la vita resta innamorato di una ragazza, ma sposato a un’altra. Come romanziere raggiunge vette di consensi: Terra degli uomini, Volo di notte, Pilota di guerra sono gli altri suoi libri pubblicati in vita, che oggi sono poco ricordati ma che all’epoca ottennero un successo strabiliante, riscuotendo l’apprezzamento anche di De Beauvoir e Sartre. Tutti conoscono Saint-Exupéry: è amico di Jean Prévost, frequenta Gide e Gaston Gallimard nella stessa Parigi in cui si muovono Hemingway e Scott Fitzgerald.
Le sue due anime, quella dell’aviatore e quella del romanziere, rimangono così strettamente intrecciate per tutta la sua vita, al punto che:
Nel 1934, alla voce “professione” sul passaporto fece scrivere “Aviatore”. Sei anni più tardi invece: “Letterato”. (p. 104)
I suoi libri traggono materia dai viaggi aerei, e spesso nascono durante questi, da qualche appunto che Antoine abbozza mentre conduce il veivolo. Il bisogno di avventura, però, supera ogni ragionevole prudenza: «ritrovo me stesso solo quando sono in pericolo», scrive in una lettera alla madre e la morte, quando arriva, è certamente da lungo intravista.
Il piccolo principe arriva tardi nella vita di Saint-Exupéry. Nasce dal suo attaccamento viscerale all’infanzia, al sé bambino. Nel 1942, due anni prima di inabissarsi per sempre nel mare, con una scatola di acquarelli comincia a disegnare due personaggi che ha in testa da una vita: un pilota disperso nel deserto e un bambino, un ragazzino venuto da un altro pianeta e vestito da principe. «Tonio da grande e Tonio da piccolo», è il commento della madre.
Sto disegnando molto. Vorrei scrivere un libro e illustrarlo con i miei disegni. E vorrei che il protagonista fosse un bambino che mi somiglia, un po' quello che voi chiamavate Re Sole. Vi confesso che ho imparato a volare leggendo e scrivendo. (p. 87)
Tutti gli altri simbolismi e corrispondenze tra gli elementi della fiaba e la vita di Saint Exupéry sono da scoprire nel libro: quel che ci resta da dire è che Rubare la notte è un libro dolce e potente, un libro che ha molta grazia, che rende omaggio a Saint-Exupéry nel modo in cui lui avrebbe voluto. Trasmettendo la passione per la scrittura e il bisogno vitale di sentire i brividi del volo.
Michela La Grotteria