Una repubblica in crisi, parola per parola
di Paola di Lazzaro e Giordana Pallone
Fandango, novembre 2022
pp.231
€ 17 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)
In questo interessante saggio di due brave studiose, Paola di Lazzaro e Giordana Pallone, si indagano le ragioni alla base della distorsione del linguaggio relativo alla politica e alla società e il relativo pensiero negativo che ne è l’immediata conseguenza. C’è una data ante quam per questo fenomeno, ovvero gli Anni Novanta e Tangentopoli.
Il saggio è diviso in sette parti: Inciucio, Sindaco d’Italia, Primarie, Casta, Presidente operaio, Fannulloni sul divano, Né di destra né di sinistra. In ognuna di queste parti si analizza un fenomeno e un conseguente modo di pensare, che ha cambiato la percezione pubblica della politica.
Nella sezione denominata “Inciucio” si capisce com’è nata l’idea di un condizionamento dell’assetto istituzionale repubblicano attraverso l’uso di termini che favoriscono una percezione distorta dell’ordinamento, senza che peraltro abbiano nessun fondamento costituzionale. Si configurano così dei rapporti di forza, decretati dall’utilizzo dei sondaggi, che finiranno quasi per essere branditi contro lo stesso parlamento, se questo non dovesse rispecchiarli.
Un caso tra tutti è quello di Berlusconi, che nel dicembre del 1994, in caso di sfiducia o di dimissioni, in seguito alla notifica dell’avviso di garanzia da parte del pool di Mani Pulite, contestava la legittimità del Presidente Oscar Luigi Scalfaro di dare l’incarico ad altri, per formare un nuovo governo, perché in tal modo si sarebbe tradito il voto espresso dai cittadini. Lo stesso Oscar Luigi Scalfaro deve ricordare la legittimità di tale azione nel discorso di fine anno.
“È nella prima Legislatura successiva allo stravolgimento prodotto da Tangentopoli […] che si consolida il terribile malinteso del “Presidente del Consiglio (non) eletto dal popolo” o del “governo legittimato dalla volontà popolare”. (p. 15)
Ma si analizza anche la cattiva e sempre più frequente abitudine di evitare la discussione in aula, ponendo la fiducia su un disegno di legge, marginalizzando così la funzione del Parlamento a favore del governo, che diventa l’organo decisionale, senza nemmeno una discussione in aula; il caso più grave e senza precedenti riportato sul saggio è quello della Legge di Bilancio del Governo Conte I, nel 2018. Attraverso chiari esempi, di cui si rende conto in questa sede solo marginalmente, si possono evidenziare le pratiche che la politica mette in atto ormai da trent’anni, e che hanno fortemente condizionato la percezione stessa del suo compito rappresentativo.
Sullo stesso tenore le altre sezioni del libro, che ci fanno capire come i partiti sono diventati personali e in tutto dipendenti dal loro leader (emblematica la storia di Di Pietro). Come si sia arrivati all’elezione diretta dei sindaci e come questo sistema sia stato più volte auspicato anche a livello nazionale, e da qui la conseguente perdita di consenso da parte del suo elettorato, ad esempio, del Partito Democratico (anche attualmente si stanno vedendo in tv i dibattiti legati a due figure preminenti della Sinistra, che si giocano una nuova credibilità basata solo sul consenso personale).
E così via via, fino a comprendere le ragioni che hanno trasformato la Repubblica e l’intero sistema da una questione del popolo a un sistema di cui bisogna diffidare e che in molti casi combattere, proclamandosi del tutto estranei ad esso e rinunciando così ad esercitare i nostri diritti. Le parole creano le idee, questo saggio vuole ricordarcelo in modo pertinente e chiaro.
Samantha Viva
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