di Alessio Torino
Mondadori, 28 marzo 2023
pp. 336
€ 20 (cartaceo)
€ 10,99 (ebook)
Ho salutato con grande felicità l'arrivo di un nuovo romanzo di formazione per Alessio Torino, memore di Tina (Minimum Fax, 2016) e di Al centro del mondo (Mondadori, 2020).
Veniamo alla trama del nuovo Cuori in piena. Ci muoviamo in un paesino di poche anime sull'Appennino umbro-marchigiano, Pieve Lanterna, dove è nato e cresciuto Sebastiano Corsi, padre del protagonista. Lì ogni estate ritrova quel che ha lasciato: la casa di famiglia, dove c'è la nonna, presenza positiva, molto acuta nel cogliere emozioni e sentimenti; gli amici di una volta, quelli con cui Sebastiano ha un conto in sospeso, di cui però non ha mai parlato con il figlioletto dodicenne. Ed è quest'ultimo il vero protagonista del romanzo, benché l'ombra del padre e di ciò che ha fatto resti una presenza costante e ingombrante. E non è certo un caso che questo protagonista venga chiamato col suo cognome, Corsi, oltre che con qualche soprannome (chi non ne ha, d'altra parte, in una certa fase della vita e in piccole realtà di paese?).
Quella che si preannuncia come un'estate come tante altre, è in realtà segnata da un punto di rottura, che si è consumato prima del ritorno dei Corsi a Pieve Lanterna: Andrea, figlio di Arcangelo Gori, un compagno di scuola di Sebastiano Corsi, è annegato a causa delle correnti che lo hanno trascinato a fondo, dopo che il ragazzino si era tuffato alle Caldare. Ecco perché Sebastiano, colpito fortemente dal dramma accaduto al suo vecchio amico, fa promettere al figlio di non tuffarsi mai da là. È un giuramento ufficiale, richiesto con tanta perentorietà da sconvolgere il protagonista, abituato a un padre piuttosto morbido. E all'inizio pare facile giurare, ma poi ci si mette l'estate di Pieve Lanterna, dove ci sono i coetanei del posto, Achille Spada e Giorgio Angredi, e dove arrivano le belle coetanee belghe Céline e Federica, in visita ai parenti, capaci di far girare la testa al gruppo di amici.
Insomma, fin dal principio del romanzo si comprende che il giuramento sarà difficile da mantenere, così come si immagina che l'estate si farà drammaticamente e vivacemente iniziatica. Sì, perché crescere vuol sempre dire aprire gli occhi su realtà dolorose, e prendere decisioni a prescindere da ciò che prescrivono i padri o da quello che hanno fatto loro:
Dell'amicizia di Angradi e Semolino, che non sarebbero mai stati d'accordo con lui, ormai [Sebastiano Corsi] poteva fare a meno, mentre io non potevo fare a meno dell'amicizia dei loro figli. (p. 59)
E questo segna già una prima distanza tra il protagonista e suo padre. Senza fare anticipazioni colpevoli, posso giusto dire che tra i protagonisti serpeggia il sospetto che il cane di Giorgio, Asha, sia stato avvelenato da Arcangelo Gori, impazzito di dolore per la morte del figlio. Questo segna una prima demistificazione dell'adultità: come si può considerare una guida, un modello chi fa una cosa del genere? O chi, come il padre di Achille, sapeva «comunicare con i figli nella lingua inequivocabile delle botte» (p. 11), meglio se dopo qualche birra? E che dire di Angradi, pronto a maltrattare il figlio Giorgio, pur di farlo diventare un uomo?
Le scoperte migliori e peggiori, manco a dirlo, come in ogni romanzo di formazione che si rispetti vengono compiute lontano dai padri e, più in generale, senza adulti intorno. Sono esperienze che riguardano il proprio corpo che cambia, le prime pulsioni sessuali, le prime infrazioni deliberate delle regole famigliari, ma anche sperimentazioni dei propri limiti fisici e psicologici. Il tutto, o quasi, con gli amici intorno. Dico "quasi", perché effettivamente ci sono esperienze che, per la prima volta, non si possono condividere, come ciò che lega il protagonista a Céline: la loro storia rappresenta l'aspetto più fresco ed emotivamente dirompente di questo romanzo (a cui, a mio parere, avrebbe giovato qualche sforbiciata di episodi qua e là). Più cupa è l'ossessione dei ragazzini per Arcangelo Gori, che spesso incontrano-scontrano durante i loro giri e che si incista nelle loro menti: come può stare un padre che ha perso un figlio della loro età? La morte di Andrea, infatti, impone ai ragazzi di fare i conti con il fatto che anche da adolescenti si è fragili, mortali, quando normalmente questo pensiero non sfiora nemmeno le loro menti. Ecco perché si avverte questa urgenza di capire, di sondare se davvero Arcangelo possa essere diventato pericoloso, tra brividi di paura e altri dettati dalla curiosità di entrare nel dolore di un altro.
Anche quando vorticano le giostre del lunapark e tutto sembra colorato e brillante, ci sono però porzioni di zucchero filato che si mangiano solo per far parte del gruppo, sfide lanciate agli "zingari delle giostre", gelosia per chi è salita in autopista con un altro, premi da conquistare non tanto per il giro gratis in calcinculo, quanto per mostrare di valere qualcosa agli occhi degli altri e di sé stessi.
Non è facile l'adolescenza, e nemmeno l'età adulta: questo è, forse, l'unico punto di contatto tra momenti della vita che, più di altri, si studiano l'un l'altro. E in questo Cuori in piena Alessio Torino costruisce un dialogo tra adulti e ragazzi, oltre che esplorare la dimensione accecante dell'amicizia tra adolescenti e quella più fredda e riservata di adulti che, un tempo, sono stati amici. Avverrà un passaggio di testimone? E a quale costo? E dialogare significa davvero stabilire una comunicazione?
GMGhioni
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