"E allora affogo nel mio niente": l'interessante romanzo d'esordio di Maria Castellitto, "menodramma"


menodramma
di Maria Castellitto
Venezia, Marsilio, 2023

pp. 160
€ 16,00 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)

Non so chi per primo mi abbia detto: "Tu puoi fare tutto." Oggi, a ventitré anni inoltrati, mi accorgo di non aver fatto nulla o quasi nulla di quel tutto. Ed è qui la mia vecchiaia nella giovinezza, se è vero che la vita sta in quello spazio tra quanto ci eravamo immaginati e quanto poi è successo." (p. 15)

Leggere menodramma è un'esperienza decisamente particolare, un salto nel buio, proprio quello che vorrebbe fare Duna, la protagonista del romanzo, dalla sommità del Blackfriars Bridge. Già dalle prime pagine ci rendiamo conto che questa è un'opera dal taglio insolito, con una voce narrante che non gioca a rendere più edulcorata la realtà, anzi, mostra una limpida capacità di mettere a nudo il mondo circostante, senza alcuna pietà. Quello che è certo è che menodramma non è un romanzo rassicurante, tutt'altro: attraverso una prosa sincopata, che in taluni momenti sembra procedere quasi a scatti, scardina le certezze del certezze del lettore e, in sede finale, lo costringe ad una vera e propria presa di posizione nei confronti di quanto accade.

In una Londra caotica e sospesa nel tempo si svolge la vita di Duna, giovane laureata in filosofia che ora di lavoro legge sceneggiature.

Qui dentro sono stata programmata per leggere sceneggiature scritte dai più giovani, e i più giovani li odio perché non sanno scrivere. Le nuove proposte, le nuove leve, le nuove merde. Nella mia bolla mi agito e non sento il tempo passare. Chiudo gli occhi un secondo o due, le storie degli altri mi stanno divorando. Si ruberanno tutto, anche il caffè. Fingo di fare delle ricerche. Annaspo nel web. Che brutta parola: web, che bella parola: annaspo. (p. 16)

Entrata nell'azienda grazie ad un amico del padre, è come se si lasciasse trasportare da questa vita che pare non abbia scelto del tutto.

Saper discernere una persona sana da un pazzo. Questo era il requisito per il mio lavoro. Questo è stato il modo furfante con cui il produttore, amico di mio padre, ha cercato di rendere interessante un lavoro da segretaria, da dattilografa, da impiegata. Io però sto bene qui e me lo ripeto fino a stare male. (p. 16)

Quello che colpisce è che il mondo in cui si muove Duna appare spietato: non c'è spazio per i buoni sentimenti, né per una speranza di redenzione. La voce narrante non si perde nei dettagli ma al contempo non tralascia nulla, delineando un mondo caotico e freddo, dove pare non esserci alcuna soluzione e il nichilismo sembra l'unico sentimento presente. Duna si muove a tentoni in un mondo da cui pare lontana, distaccata, e allo stesso tempo sembra in esso impigliata fino allo stordimento.

Non so chi per ultimo mi abbia detto "Tu puoi fare tutto." Non lo ricordo e allora affogo nel mio niente. (p. 16)

Persino una storia d'amore, con un giovane cantante, Clement, che sembra per un momento spezzare la coltre di disillusione che Duna si porta dietro, subisce poi una deriva irrefrenabile. Un romanzo che parte senza dare alcuna speranza, dolente, che scava nella sofferenza di una giovane che pare senza ideali, animata solo da una disperazione silenziosa, fino a quando, infine, in una notte buia, la ragazza incontra la sua catarsi. Infatti, durante una di quella notti in cui sale sul ponte e l'acqua scura al di sotto sembra un gorgo scuro in cui gettarsi, incontra un uomo: uno sconosciuto con una pistola, e lì, improvvisamente tutto quello che sembrava netto e definito diventa sfumato e capace di cambiare da un momento all'altro. Dove sta il confine tra il bene e il male, dov'è la linea netta tra giusto e sbagliato che a tanti sembra così chiara? menodramma è un romanzo che spiazza, e di sicuro non lascia indifferenti. Una nuova voce decisamente peculiare, della narrativa italiana, di recente presentata allo Strega 2023.

Valentina Zinnà