Storie di Miele - Candid camera
di Milo Manara
Feltrinelli Comics, febbraio 2023
Feltrinelli Comics, febbraio 2023
pp. 80
€ 26 (cartaceo)
€ 26 (cartaceo)
€ 14,99 (e-book)
Miele non è una donna, né tantomeno La Donna. Semplicemente è quello che vediamo quando chiudiamo gli occhi e pensiamo al sesso. Tutti, uomini e donne. L'immagine registrata dalla telecamere della nostra fantasia Non è un sogno: è il film del nostro desiderio. (prefazione)
La Biblioteca Manara di Feltrinelli Comics vede entrare nelle sue fila un altro capolavoro del Maestro, "Storie di Miele - Candid camera". Avevo già avuto modo di recensire un altro volume, molto discusso sui social, "Kamasutra" uscito a settembre del 2022, e a differenza di quest'ultimo il nuovo fumetto si concentra sul personaggio di Miele, aggruppando diverse brevi storie che sono apparse anni fa su "Panorama".
Come i fan di Manara sapranno, Miele è stata disegnata ispirandosi all'attrice Kim Basinger, esordendo nel 1986 con la storia "Il profumo dell'invisibile"- Miele infatti deve il suo nome alla presunta dolcezza delle sue parti intime - e poi come comparsa nella seconda parte de "Il Gioco".
Come ci dice Elena Stancarelli nella prefazione, ciò che disarma del personaggio di Miele non è tanto l'avvenenza fisica e la spregiudicatezza, ma l'indolenza. Può sembrare strano nominare una caratteristica così poco "sensuale" parlando di Miele, ma sono proprio "i capelli che non trattengono la massa di capelli biondi, il modo in cui siede sempre un po' scosciata" che accendono l'immaginario, che incarnano il desiderio, non solo maschile, ma anche femminile.
Come i fan di Manara sapranno, Miele è stata disegnata ispirandosi all'attrice Kim Basinger, esordendo nel 1986 con la storia "Il profumo dell'invisibile"- Miele infatti deve il suo nome alla presunta dolcezza delle sue parti intime - e poi come comparsa nella seconda parte de "Il Gioco".
Come ci dice Elena Stancarelli nella prefazione, ciò che disarma del personaggio di Miele non è tanto l'avvenenza fisica e la spregiudicatezza, ma l'indolenza. Può sembrare strano nominare una caratteristica così poco "sensuale" parlando di Miele, ma sono proprio "i capelli che non trattengono la massa di capelli biondi, il modo in cui siede sempre un po' scosciata" che accendono l'immaginario, che incarnano il desiderio, non solo maschile, ma anche femminile.
Nelle sei brevi storie condensate in questo volume ci è chiaro cosa intenda la Stancarelli: nella prima, Miele si rifiuta di denudarsi in pubblico, eppure proprio alla fine accetta di sollevarsi la gonna; nella seconda rimprovera degli uomini di non voltarsi dall'altra parte mentre è nuda ma, al tempo, stesso non si volta nemmeno lei stessa; nella quinta si scoccia di partecipare a Miss Italia sotto copertura (ricordiamo che Miele è una giornalista), ma non si fa problemi a spogliarsi e a stare al gioco.
Miele è una "dolce ambiguità" per riprendere il titolo della postfazione di Boris Battaglia il quale ci fa notare quanto in questi sei episodi il suo personaggio si sia evoluto: diversamente da "Profumo" non detiene più quella malizia a metà tra l'innocenza e la provocazione che tanto la caratterizzano; qui, in "Candid Camera", interviene meno; nella quarta storia, ad esempio, assiste come noi, da semplice spettatrice, al consumarsi di una sessione di spanking tra marito, moglie e suocera, senza muovere un dito o comparire in alcun modo.
L'importante [...] è che quell'ambiguità sia perfetta. Quale metafora meglio azzeccata da Manara che quella del miele? Cosa c'è di più ambiguo e reale di quel dolcissimo dono divino che [...] stilla dal cielo, ma può anche essere, come ci racconta Senofonte nell'Anabasi, pericolosamente tossico se le apri lo fanno dai fiori di rododendro? (postfazione)
Tuttavia, questa sua presenza un po' defilata non toglie nulla alla valenza del personaggio, anzi, ce la fa desiderare ancora di più.
Allora mi viene da chiedermi: è questo che ha reso Miele uno dei personaggi di fantasia più famosi e provocanti di sempre? Certamente non possiamo negare che Manara l'abbia dotata di una bellezza priva di imperfezioni, ma non è solo questo, a mio avviso, il punto focale. Di belle donne sono pieni i fumetti, anche descritte e ritratte in modi più espliciti, persino pornografici. Ecco, forse è proprio perché Miele rimane sempre su quel filo tra erotismo e immoralità, senza mai spingersi troppo oltre, con una grazia e una finta innocenza (sarà davvero finta?) che viene amata così tanto. Si tratta di una donna adulta, eppure a volte assume dei comportamenti da bambina, da "bambina cattiva" come potrebbe sottolineare qualcuno.
Insomma, checché se ne dica, Miele rimane ben salda nelle nostre fantasie e invecchia divinamente.
Mi pare superfluo star qui a giudicare la qualità delle tavole, sempre eccelse, con particolare menzione a quelle di chiusura.
Lo consiglio agli amanti di Manara e ai fan di Miele, che è sempre una gioia per gli occhi.
Deborah D'Addetta