di Don Winslow
HarperCollins, 2023
Traduzione di Alfredo Colitto
€ 20,90 (cartaceo)
€ 12,99 (ebook)
Nessuno sa davvero come fanno le persone ferite a trovarsi fra loro.
Ma si trovano.
Il dolore attrae il dolore, è una specie di magnetismo, un mutuo riconoscimento che crea un rifugio di comprensione. Con quella persona, non ti serve spiegare perché ti senti male, non ti tocca sentire consigli tipo “resisti e vai avanti”, non devi fingere di essere felice.
Proprio così: inevitabilmente, perché è impossibile uscire dai gangli mortali della vita criminale, è difficile passare da una quotidianità fatta di tanti soldi, belle macchine, belle donne, alcol e affini a un susseguirsi di giornate dietro la cassa di un supermercato, il bancone di un negozio o la pompa di un autolavaggio. Danny, in realtà, se la cava abbastanza bene, ma per alcuni dei suoi uomini l’ordine di tenere un basso profilo si rivela una cosa inconcepibile, una regola che proprio non riescono a seguire.
Danny viene quindi rintracciato da un agente della DEA, che in realtà lavora per un’agenzia governativa più potente (sì, proprio quella), e gli viene offerta l’immunità in cambio di un raid nel covo di Popeye Abbarca, potentissimo e spietato patrón di un cartello messicano del narcotraffico. L’incarico è quello di svuotare il magazzino dove vengono stoccati i soldi provenienti dalla vendita di cocaina: un bottino di oltre quaranta milioni di dollari, che viene spartito fra l’organizzazione committente e la banda di Danny.
In seguito al raid, Danny e i suoi si trovano ricoperti da una pioggia di soldi, ma si sa che i cartelli messicani non sono famosi per lasciarsi derubare impunemente; Danny Ryan si renderà conto in seguito di aver commesso un errore madornale lasciando in vita gli uomini a guardia del bottino.
Vagamente ispirato all’Eneide, questo secondo capitolo della trilogia che vede Danny Ryan protagonista è un romanzo a più velocità: i momenti dinamici, in cui gli eventi prendono direzioni inaspettate, sono intervallati da altri più lenti e introspettivi: Ryan è un personaggio particolare, non ha nulla a che fare con il prototipo del gangster violento e dal grilletto facile, non è una figura completamente negativa, lo è comunque molto meno rispetto a chi dovrebbe far parte della squadra dei “buoni”. È un individuo sofferto e problematico, che suo malgrado rovina la vita di coloro che lo avvicinano.
Nel complesso, Città di sogni è un thriller robusto e ben costruito, con una sapiente interconnessione di più linee narrative; non è sempre facile seguire i tanti personaggi, tutti ben definiti. La parte centrale del romanzo, che si svolge negli studios di Hollywood e segue la storia sentimentale fra Danny e una superstar del cinema, tende ad appesantire un po’ troppo la lettura e appare difficilmente credibile, anche se di fatto risulta coerente dal punto di vista del convogliamento delle diverse linee verso la trama principale. Forse, questa parte avrebbe avuto più senso in una storia di mafia degli anni Cinquanta (i tempi di Sam Giancana, Santo Trafficante e compari), ma in ogni caso non è più di tanto un elemento di disturbo nell’economia generale del romanzo. Non è facile, inoltre, ricollegarsi agli eventi oggetto del primo capitolo della trilogia, ma questo problema viene sapientemente risolto da Winslow, che nella parte iniziale del romanzo si riallaccia a Città in fiamme, amalgamando il recap in modo organico e senza che ciò appaia un banale riassunto.
Winslow ha già annunciato il terzo e ultimo capitolo della saga di Danny Ryan, che sarà probabilmente pubblicato l’anno venturo con il titolo Città in rovina. Non resta che sperare in un miglior bilanciamento tra i momenti narrativi di stasi e di movimento (con prevalenza di questi ultimi, of course). Ma noi ce lo leggeremo in ogni caso, no?
A presto, dunque.
Stefano Crivelli
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