L’adolescenza è una delle fasi più critiche della vita di una persona: si è alla ricerca di un'identità, del proprio posto del mondo, si avverte un cambiamento in noi che ci destabilizza e ci fa uscire fuori dai binari percorsi fino a qualche giorno prima. Per nessuno l’adolescenza è stata facile e felice: chi dice che lo è stata è perché ormai se n’è dimenticato. L’adolescenza è l’età della frenesia, del bisogno di stare nel gruppo dei pari per poi immediatamente chiudersi a riccio nella propria stanza, a guardare il soffitto e chiedersi: «Chi sono io adesso? Cosa o chi voglio essere?».
L’adolescenza è l’età in cui il corpo cambia pelle, ciò che è esterno si strappa, si smaglia sotto i colpi di un nuovo io con nuovi desideri, nuovi bisogni, nuove esigenze. Mi fa sempre piacere ricordare la metafora di Herman Hesse in Siddharta che descrive l’adolescenza come l’attraversamento di un fiume impetuoso da una riva all’altra: in questo passaggio il viaggiatore inesperto (l’adolescente) non è da solo, chi guida la barca (genitori, insegnanti, altre figure adulte di riferimento) devono essere competenti ed empatiche per aiutarlo a rendergli più agevole quella pericolosa traversata.
È qui che volevo portarvi.
Siamo a Roma: Valerio, il protagonista di Frenesia, è un giovane di diciotto anni che ad un certo punto, come un fulmine a ciel sereno si trova davanti a questo fiume: desidera attraversarlo, scoprire cosa c’è oltre, uscire dalla sua zona di conforto. Nel suo caso il barcaiolo esperto manca: Valerio ha dei genitori, ha un gruppo di amici che gli vogliono bene, ma nessuno si è accorto che da un momento all’altro qualcosa dentro di lui si è spezzato ed è andato in frantumi: nessuno ha sentito il rumore del suo mondo che andava a pezzi.
Valerio è una promessa del nuoto, si allena con Luca, il suo migliore amico, compagno di bravate, di serate alla tv o nei locali, entrambi sono in una squadra allenata da Nina, una virago severa che li prepararla con disciplina ai campionati. È proprio Luca che, senza volerlo, porta Valerio ad un punto di non ritorno: una sera in un locale, Luca, per liberarsi dalle avances di due ragazze insistenti gli dà un bacio a stampo davanti a loro, per far credere che sia gay ed essere lasciato in pace.
Quello che per Luca è uno scherzo come un altro, senza importanza e senza conseguenze, per Valerio non lo è affatto: quel bacio gli ha dato nuovi occhi, lo sconvolge lo turba. Si sorprende ora a guardare l’amico sotto la doccia con sguardo diverso e si interroga sulla propria identità sessuale.
Per scoprire cosa davvero vuole Valerio comincia un percorso che è una catabasi, una discesa agli inferi: trascura gli allenamenti e la squadra di nuoto, i compagni e frequenta un nuovo gruppo di amici, capeggiati da Sara ed Andrea, che abitano in una zona della Roma bene. Le nuove amicizie non sono assolutamente sane: sono giovani che possono permettersi si sprecare tempo, energie e soldi per gli eccessi. Serate nei locali, feste in case di lusso a base di alcool e droga. Tanta droga: tra canne e sniffate di cocaina, Valerio, che a tentoni cerca la sua nuova identità, inizia un percorso nuovo, ma di autodistruzione e senza rendersene conto.
In questa sua ricerca sono cambiati anche i modelli che aveva sempre avuto come riferimento: i campioni di nuoto, lo stesso Luca, che ha sempre ammirato per la sua bravura e il suo carisma. Valerio incontra un altro ragazzo, un’altra figura carismatica che ammira e che approfitta di lui per prendersene gioco. Anche Sara e il suo gruppo di amici, ai suoi occhi, sono dei modelli da imitare per la loro libertà, la loro completa assenza di schemi e di percorsi tracciati da altre persone. In questa educazione sentimentale e sessuale, Valerio si rende conto di sé stesso, dei suoi gusti, di ciò che è al di fuori della sua vecchia comfort zone.
Frenesia, romanzo d’esordio di Flavio Nuccitelli, non è la solita storia di un coming out, magari circondato da un’aura di dramma e di vergogna, ma è la storia della costruzione di una propria, nuova consapevolezza di sé e della propria identità. L’opera tradisce il passato di sceneggiatore dell’autore, coautore di programmi televisivi e di documentari: una penna agile, fresca, diretta e senza fronzoli.
Un libro che consiglio ai giovani, ma anche agli adulti, agli adolescenti di ieri.
Marianna Inserra
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