Il club delle fate dei libri
di Thomas Montasser
Feltrinelli, aprile 2023
Traduzione di Aglae Pizzone
pp. 176
€ 16 (cartaceo)
€ 11,99 (ebook)
I libri uniscono le persone. (p. 157)
Niente di più semplice, niente di più vero. Intorno ai libri nascono amicizie, amori, comunità. Non è vero che leggere è un atto solitario, tutt’altro: dalla lettura nasce il desiderio di confronto, di dialogo con altri lettori appassionati, la ricerca di luoghi della cultura e dello scambio, gli incontri con gli autori, con la comunità dei lettori. I libri uniscono le persone, sì. E molto spesso sono scatole cinesi, storie che ne contengono molte altre al loro interno, tra cui anche la nostra di lettori.
Il club delle fate dei libri del giornalista, scrittore e agente letterario tedesco Thomas Montasser è un inno al potere delle storie e nonostante la semplicità della trama apre a molteplici spunti di riflessione che seppur solo accennati sulla pagina possono accendere la mente dei lettori che se ne lascino pervadere. Si inserisce in un filone molto prolifero di “libri che parlano di libri”, per i numerosissimi consigli di lettura che contiene – e tutti poi efficacemente ripresi in appendice – e l’idea del potere salvifico delle storie. È questo, in fondo, il perno intorno a cui si muove il romanzo, una materia semplice e spesso esplorata, che Montasser modella in una storia che apre, si diceva, a ulteriori considerazioni e spunti, una commedia degli equivoci intelligente e simpatica a cui il lettore è naturalmente portato a partecipare.
E, in una certa misura, aggiungere la propria esperienza, i libri che chiamano altri libri, la narrazione che si arricchisce perciò nella partecipazione.
I libri all’inizio della vicenda sono una delle tante merci che Victor, il protagonista, consegna con il proprio furgone nei giri per la città: i giorni si susseguono più o meno uguali, tra brevi scambi con le persone, qualche particolare che accende la mente vivace del fattorino, il traffico, le consegne. Poi un dettaglio infrange la monotonia: una consegna diversa dal solito all’indirizzo di una cliente abituale, accende la curiosità di Victor sulla misteriosa donna che si cela dietro la porta. E attraverso i libri recapitati il mondo del fattorino si spalanca: entra, un poco intimorito, in una libreria di quartiere e tra consigli di lettura non sempre azzeccati e timidi scambi con la titolare inizia a frequentare quelle stanze; i libri diventano i compagni delle serate solitarie nel suo piccolo appartamento.
Le storie, i libri, aprono mondi e creano connessioni: e così nella vita di Victor entrano prima un vecchio cane – che accidentalmente urta con il suo furgone e subito soccorre – , Venerdì, poi un bambino avido lettore che si aggira solitario per le strade della città. E, poco a poco, il mondo di Victor si allarga: un club del libro, gli scambi sempre più interessanti con la libraia, le fantasticherie sulla donna misteriosa e il dialogo attraverso libri e biglietti, una strana bambina e un gatto invisibile, uomini e donne con le loro storie. In poco tempo il furgone si trasforma in un vero e proprio bibliobus che attraversa la città per portare storie ai lettori sempre più numerosi, anche se questo comporta qualche difficoltà al lavoro di consegna di Victor. Ma la comunità che si crea è troppo importante per rinunciarvi.
Pagina dopo pagina la storia di Victor si somma ad altre storie, dentro e fuori dal romanzo: è quella di un giovane compositore di talento ma poca fortuna che diversi anni prima aveva lasciato la propria casa e il proprio paese per cercare una possibilità in Germania; della solitudine e delle sere silenziose, la mente che si accende di curiosità per le persone che incontra nei suoi giri, le storie che ognuno racchiude; i libri e lo straordinario potere di leggere dentro di noi, toccare per ognuno corde diverse.
Anche questa. Per qualcuno sarà la commedia degli equivoci in cui fare il tifo perché ogni cosa trovi la giusta collocazione; per altri lo spunto per arricchire la propria wishlist di libri da leggere; per altri ancora una storia dolce amara di piccole solitudini e drammi privati che non sempre troveranno il lieto fine; per qualcuno forse sarà l’eco di un sentimento familiare, un Paese e una lingua nuovi da imparare a far diventare i propri.
Scatole cinesi, appunto.
Ma per tutti noi lettori de Il club delle fate dei libri sarà la storia di come le connessioni umane ci salvano dalla solitudine e dalla tristezza, ed è proprio intorno ai libri, talvolta, che diventano possibili. I libri sono mondi, sono possibilità dentro e fuori le pagine.
E così, arrivati alla fine di questa storia, dobbiamo riconoscere una volta di più che questo è solo l’inizio di tante altre storie. (p. 159)
Debora Lambruschini