Il Salone
del libro di Torino è una manifestazione che attira moltissime persone: dai
lettori, alle case editrici fino a scrittori, illustratori e traduttori. Sono
molte le figure professionali che si riuniscono a Lingotto ferie ogni anno per
farci entrare nel loro mondo.
Il traduttore: un ruolo fondamentale quanto nascosto
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Le case editrici si presentano. Foto scattata da Giada Marzocchi
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La mia
intenzione, prima ancora di partire, era quella di assaporare questi giorni,
non precludendomi nessuna occasione di crescita professionale e personale. Ho
deciso, quindi, di partecipare a una varietà di incontri che spaziano da quelli
per gli “addetti ai lavori” fino a quelli con gli autori. Due conferenze in
particolare mi hanno dato numerosi spunti di riflessione. Iniziamo quindi dal
primo, che si è tenuto sabato 20 maggio: Le case editrici si presentano
con Daniela di Sora, Corrado Melluso e Francesca Salsi, rispettivamente delle
case editrici Voland, Timeo e Raffaello Cortina. La singola presentazione ha
permesso di conoscere o approfondire la storia delle tre case editrici e, devo
ammettere, che mi ha destato una certa curiosità scoprire come queste tre siano
nate. L’incontro, poi, è svoltato verso una figura fondamentale dell’editoria
che non sempre ha il giusto riconoscimento: il traduttore.
La traduzione è un
compito difficile e delicato, che permette di fruire dei testi stranieri
che altrimenti sarebbero inaccessibili alla maggior parte di noi. E non sempre
il lavoro del traduttore è apprezzato come dovrebbe; dalle parole dei conferenzieri, ho
compreso quanto sia fondamentale un buon feeling tra la casa editrice e il
traduttore. D’altronde, è emerso dalle loro parole che il traduttore deve saper
rendere le dinamiche sociali, letterarie e umane che sono all’interno di un
intreccio narrativo e questo, in alcuni casi, è molto arduo e complicato.
Insomma, non sempre facevo caso al nome del traduttore, ma da questo momento
presterò sicuramente maggior attenzione a questa figura così importante.
Librerie indipendenti: quanto pesa l'inflazione sulle vendite?
A chi legge
ed è appassionato di libri sarà capitato di domandarsi se acquistare in
libreria - e in questo caso: di catena o indipendenti? -, o su piattaforme
online. Sulla decisione, è inutile nasconderlo, peserà molto il costo di
copertina. In fin dei conti, quanti di noi aspettano gli sconti o offerte
speciali prima di comprare un libro? È un tema che negli ultimi anni è stato
protagonista di accese discussioni nell’editoria e che, anche oggi, infiamma
gli animi degli addetti ai lavori. Ed è anche su questo che si è concentrato l’appuntamento Le
librerie indipendenti ai tempi dell’inflazione di domenica 21 maggio. Con la partecipazione del presidente ADEI (Associazione degli
editori indipendenti) Andrea Palombi e Cristina Giussani, presidente della SIL
Confesercenti, si è aperto un tavolo di discussione su quanto l’aumento dei
prezzi abbia cambiato i rapporti di vendita nelle librerie.
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Le librerie indipendenti ai tempi dell’inflazione. Foto scattata da Giada Marzocchi |
Per una modesta
percentuale, le vendite sono salite; per un altro 40% sono diminuite. È emerso
altresì che i fattori da considerare sono molti: la città dove è ubicata la
libreria e il target dei lettori sono solo alcuni di questi e quindi,
cambiando le variabili da zona a zona, il risultato non è del tutto omogeneo.
Al di là dei numeri, che alla fine sono solo dati, sono rimasta colpita dal
clima preoccupato che aleggia tra gli addetti ai lavori: l’aumento del costo
della carta e della distribuzione hanno, e continueranno ad avere, un impatto
significativo sulla produzione del libro, cambiando così forse anche il sistema
dell’editoria.
Giada Marzocchi
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