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Oltre e nel libro: due incontri al SalTo 2023

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Il Salone del libro di Torino è una manifestazione che attira moltissime persone: dai lettori, alle case editrici fino a scrittori, illustratori e traduttori. Sono molte le figure professionali che si riuniscono a Lingotto ferie ogni anno per farci entrare nel loro mondo.

Il traduttore: un ruolo fondamentale quanto nascosto

Le case editrici si presentano. 
Foto scattata da Giada Marzocchi

La mia intenzione, prima ancora di partire, era quella di assaporare questi giorni, non precludendomi nessuna occasione di crescita professionale e personale. Ho deciso, quindi, di partecipare a una varietà di incontri che spaziano da quelli per gli “addetti ai lavori” fino a quelli con gli autori. Due conferenze in particolare mi hanno dato numerosi spunti di riflessione. Iniziamo quindi dal primo, che si è tenuto sabato 20 maggio: Le case editrici si presentano con Daniela di Sora, Corrado Melluso e Francesca Salsi, rispettivamente delle case editrici Voland, Timeo e Raffaello Cortina. La singola presentazione ha permesso di conoscere o approfondire la storia delle tre case editrici e, devo ammettere, che mi ha destato una certa curiosità scoprire come queste tre siano nate. L’incontro, poi, è svoltato verso una figura fondamentale dell’editoria che non sempre ha il giusto riconoscimento: il traduttore.

La traduzione è un compito difficile e delicato, che permette di fruire dei testi stranieri che altrimenti sarebbero inaccessibili alla maggior parte di noi. E non sempre il lavoro del traduttore è apprezzato come dovrebbe; dalle parole dei conferenzieri, ho compreso quanto sia fondamentale un buon feeling tra la casa editrice e il traduttore. D’altronde, è emerso dalle loro parole che il traduttore deve saper rendere le dinamiche sociali, letterarie e umane che sono all’interno di un intreccio narrativo e questo, in alcuni casi, è molto arduo e complicato. Insomma, non sempre facevo caso al nome del traduttore, ma da questo momento presterò sicuramente maggior attenzione a questa figura così importante.  

Librerie indipendenti: quanto pesa l'inflazione sulle vendite?

A chi legge ed è appassionato di libri sarà capitato di domandarsi se acquistare in libreria - e in questo caso: di catena o indipendenti? -, o su piattaforme online. Sulla decisione, è inutile nasconderlo, peserà molto il costo di copertina. In fin dei conti, quanti di noi aspettano gli sconti o offerte speciali prima di comprare un libro? È un tema che negli ultimi anni è stato protagonista di accese discussioni nell’editoria e che, anche oggi, infiamma gli animi degli addetti ai lavori. Ed è anche su questo che si è concentrato l’appuntamento Le librerie indipendenti ai tempi dell’inflazione di domenica 21 maggio. Con la partecipazione del presidente ADEI (Associazione degli editori indipendenti) Andrea Palombi e Cristina Giussani, presidente della SIL Confesercenti, si è aperto un tavolo di discussione su quanto l’aumento dei prezzi abbia cambiato i rapporti di vendita nelle librerie. 

Le librerie indipendenti ai tempi dell’inflazione.
Foto scattata da Giada Marzocchi
Per una modesta percentuale, le vendite sono salite; per un altro 40% sono diminuite. È emerso altresì che i fattori da considerare sono molti: la città dove è ubicata la libreria e il target dei lettori sono solo alcuni di questi e quindi, cambiando le variabili da zona a zona, il risultato non è del tutto omogeneo. 
Al di là dei numeri, che alla fine sono solo dati, sono rimasta colpita dal clima preoccupato che aleggia tra gli addetti ai lavori: l’aumento del costo della carta e della distribuzione hanno, e continueranno ad avere, un impatto significativo sulla produzione del libro, cambiando così forse anche il sistema dell’editoria.  

Giada Marzocchi