"I fantasmi si vestono nudi" di Loriano Macchiavelli è il suo "tributo" al 25 aprile dopo settantotto anni



I fantasmi si vestono nudi


I fantasmi si vestono nudi
di Loriano Macchiavelli
Solferino, Aprile 2023

pp. 208
€ 16 (cartaceo)
€ 10,99 (ebook)

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Me ne sto qui, con i gomiti sul bancale della finestra e il mento appoggiato alle braccia, a guardare la notte in Santacaterina. Una notte che non mi piace. Non un’anima sotto i portici. Di solito le donnette siedono davanti al portone e tirano tardi. Poi, quando non hanno più chiacchiere da scambiarsi, riportano in casa le sedie trascinandosele dietro e vanno a dormire. Le loro chiacchiere mi hanno sempre aiutato a prendere sonno. (p. 47)

Quante sono le notti così nella vita di chi ha vissuto in piccoli paesi? Le mie, che per un periodo ho vissuto di queste vie e di queste finestre, di discorsi di donne che si attardavano con le sedie fuori, nella notte annoiata, sono tante, tutte uguali e tutte diverse e mi riportano alle estati della mia infanzia. Anche se in quelle di Claudio Santanastasii, detto Santo, c’è una Bologna che non esiste più, con i portici silenziosi, le lotte operaie, le mamme che si prendono cura dei loro ragazzi, i silenzi della notte, interrotti solo da queste incursioni di comari. 


Nel suo nuovo libro, Loriano Macchiavelli, rende omaggio alle storie di fantasmi, incrociandoli al giallo e alle atmosfere gotiche, ma in salsa nostrana e con una verve che alleggerisce e conquista, rendendo il romanzo più vicino al fantastico e al mondo popolare


Non sono fantasmi anonimi e lontani, sembrano soprattutto fantasmi personali, ombre di un passato che non si può dimenticare e a cui si vuole rendere omaggio, se come egli stesso afferma, dentro il suo blog: "Sappia (chi legge n.d.r) che I fantasmi si vestono nudi è il mio omaggio al 25 aprile 1945, settantotto anni dopo".


Un periodo dunque ben definito, quello del secondo Dopoguerra e di una Bologna che riecheggia ancora di passi e volate in bici, quelle che ricordavano Coppi e Bartali, quello delle gare di un ragazzo che si allena sulla salita delle Orfanelle, cercando di battere i suoi miti, i suoi limiti e soprattutto i limiti del tangibile, incontrando per l’appunto, in una delle tante notti, il fantasma di una ragazza nuda, Crisantemia, di cui promette di ricostruire vita e soprattutto morte.


La bella e misteriosa fanciulla non è turbata dal vestirsi di nulla, anzi come spiega a Santo un altro fantasma: "Da dove vengo io, i fantasmi si vestono nudi". Comincia così un dibattito aperto su chi sia pazzo o meno e al povero ragazzo verrà spiegato che sono coloro che hanno lasciato qualcosa in sospeso a restare, spesso senza mostrarsi, sotto i Portici di San Luca. 


Tra ambiguità e disambiguazione, il protagonista di questa storia comprenderà che i veri spettri li lascia indietro la grande Storia, quella delle divise indossate per obbligo, quella dei malintesi, dei gesti eroici dimenticati e degli approfittatori, che si celano dietro le grandi tragedie per consumare le proprie, impuniti e complici di massacri che non si possono nemmeno raccontare.


I fantasmi si vestono nudi è tante cose, è tributo alla memoria dei morti e alle imprese dei dimenticati, che come dice lo stesso Macchiavelli non hanno bisogno di una fonte reale o di una storia "vera", perché a questo servono i libri, ad arrivare con la fantasia dove non arriva la ragione, a farci parlare con i fantasmi, a farci sentire parte di una comunità di eletti, più spesso di reietti, che hanno ancora tanto da imparare e lo sanno cercare dentro le pagine "buone" di un libro come questo.


Samantha Viva