Il primo sole dell'estatedi Daniela Raimondi
Casa Editrice Nord, maggio 2023
pp. 385
€ 19,00 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)
Sono nata in un giorno di neve, con le grondaie bianche e gli uccelli fermi sui rami. Mia madre aveva partorito in casa, come si usava a quei tempi.
È il 1947 quando Norma nasce nel giorno più freddo dell'inverno: è una Casadio, quella famiglia che a Stellata, nei primi anni dell'Ottocento si è imbastardita unendosi con i gitani. I capelli chiari e i tratti delicati la fanno appartenere al lato dei sognatori della famiglia; gli indovini nascevano invece con i tratti scuri dell'antenata zingara Viollca Toska.
Norma trascorre la sua infanzia a Stellata, in quella casa sull'argine del Po dove la nonna paterna Neve le prepara il caffellatte con dentro piccoli pezzi di pane per colazione e recita le filastrocche in dialetto riempiendola di quei baci di cui la madre Elsa, che ha sempre sentito quella figlia "estranea", non è mai stata prodiga.
Le giornate trascorrono in compagnia di Elia, il coetaneo figlio della Ghelfa con il nome «del profeta che volò al cielo su un carro di fuoco» (p. 54), catturando vermi, arrampicandosi in cima al fienile e scambiandosi baci al sapore di burro e zucchero.
Anche quando si trasferirà a Viggiù con Donata, la cugina dai riccioli neri ereditati dal ramo gitano della famiglia, Norma non smetterà di cercare Elia ogni volta che tornerà a Stellata fino a quando l'adolescenza, con i suoi silenzi e i suoi imbarazzi, interromperà i loro giochi.
È il 2015 quando ritroviamo Norma a Stellata. Accanto lei c'è la mamma, ormai malata terminale, irremovibile nella volontà di essere sepolta accanto al marito. Norma l'accudisce come una figlia e nello scorrere lento di ogni giornata vissuta come ultima opportunità per sistemare le cose tra loro, comprende «quanto sia difficile per una donna infelice essere una buona madre» (p. 94).
La narrazione si dipana su due piani temporali, marcati non solo da un cambio di narratore ma anche graficamente: capitoli in corsivo, dove la voce di Norma in prima persona ci regala fotogrammi dal passato, si alternano a capitoli con una narrazione in terza persona che ci conducono in un viaggio indietro nel tempo, immerso nella storia del nostro paese.
Attraversiamo così la vita di Norma, i suoi primi amori e il dolore per una perdita mai superata, il suo trasferimento a Londra, il delicato tema della maternità e il ricongiungersi con quella parte dei Casadio che vive in Brasile.
Perno dell'intera vicenda è il suo legame con Elia: scopriremo così che Norma e quel «bambino esile, con i capelli a spazzola, la faccia da monello e le efelidi» (p. 122) si ritroveranno e si ameranno da adulti, ma sarà proprio l'avverarsi di quella profezia letta nei tarocchi da Donata a farli perdere di nuovo.
«Qui dice che farò un viaggio. Sarà lunghissimo, il viaggio più lungo.»
«E quando torneresti?»
Girata l'ultima carta, te ne eri uscita con la frase più strana:
«Tornerò attraverso l'uomo che amerai, e sarò il tuo dolore più grande».
Il primo sole dell'estate è il secondo romanzo di Daniela Raimondi: dopo il successo de La casa sull'argine continua la saga della famiglia Casadio che tanto ha appassionato il lettore, da sempre alla ricerca delle proprie radici.
C'è molto della scrittrice in questo romanzo: originaria di Sermide, in provincia di Mantova, ha vissuto sia a Viggiù che a Londra.
Prima delle opere narrative, Raimondi ha pubblicato numerose raccolte di poesie: se l'esperienza poetica ha inciso nella cura della parola e nella musicalità del periodo, la passione della scrittrice per fotografia e cinema ha reso filmica ogni descrizione.
Infine, ritroviamo il perfezionamento dei suoi studi in letteratura ispano-americana e il suo legame con l'opera di Gabriel García Márquez nel realismo magico che aleggia sull'intera opera e nel trasportare la vicenda in Sudamerica, dove la famiglia è così vicina per valori e legame genitori-figli a quella italiana.
Tornano i luoghi, tornano gli amori, tornano i morti: Il primo sole dell'estate sembra volerci ricordare che la storia si ripete e che chi si ama trova sempre una forma per restare, ma soprattutto che c'è sempre un nuovo inizio.
L'aria è dolce. È il primo sole dell’estate, quello che scalda senza bruciare, che infonde nel mondo la vita della nuova stagione.
Elisa Pardi