Circa 36 ore insieme. Arrivata alla fine dell'ascolto dei sei audiolibri di Blackwater, mi sembra impossibile essere rimasta così tanto in compagnia di una storia. Eppure è successo, e sono state ore di completa concentrazione, anche se nel frattempo ho pulito la casa, stirato, camminato, guidato,... Come è possibile? Provo a darmi una spiegazione mettendo un po' in ordine le idee su questo che possiamo ormai definire "bestseller" anche in Italia, nonché fortunato ripescaggio editoriale (che ha del miracoloso).
UNA STORIA FAMILIARE AVVINCENTE TRA PRODIGI INSPIEGABILI
Potremmo forse definire così la saga che si ambienta in una cittadina dell'Alabama, Perdido, sulle sponde dell'omonimo fiume. Un corso d'acqua che, insieme al Blackwater, rischia spesso con la pioggia di allagare la zona e portarsi via cose e vite umane. Qui, durante la piena del 1919, si ambientano le prime pagine di La diga (recensito da Olga Brandonisio); qui, in una stanza di un modesto alberghetto locale, viene ritrovata una donna, Elinor, la protagonista indiscussa della saga: c'è qualcosa in lei che non va, la stanza è intrisa dell'acqua del Perdido, eppure tutto sembra perfettamente a posto e questa avvenente ragazza rossa è sopravvissuta all'inondazione. Quasi per caso viene avvistata e poi salvata da Oscar Caskey e dal suo servo Bray. E questo è solo il primo contatto tra Elinor e la famiglia Caskey, una delle più rinomate a Perdido, perché da generazioni la loro segheria dà lavoro a molti abitanti del luogo. Di Elinor, invece, non si sa quasi nulla e il fatto che abbia perso tutti i suoi documenti durante la piena ha qualcosa di provvidenziale (e di inquietante).
COME È POSSIBILE?
Questa è una delle domande che rintoccano più di frequente durante i primi libri della saga, ma sono disposta a scommettere che a un certo punto chiunque, anche il lettore più scettico e razionale, smetterà di porsela. Il merito va a McDowell, che dissemina elementi di gothic horror nella giusta quantità, senza mai intaccare il rapporto di fiducia col lettore: questo tema, che in partenza mi sembrava ostico (non sono una grande lettrice di ciò che è anche lontanamente horror), mi è invece risultato sempre ben dosato, senza impennate improvvise nei primi libri, ma con un gioco di svelamento progressivo che porta negli ultimi volumi ad aspettarsi il ritorno di certe "creature", di fenomeni che sfidano le leggi della fisica, di improvvise presenze fantastiche... Siamo davanti a quello che Todorov etichetterebbe come "meraviglioso esotico", con la presenza di fenomeni sovrannaturali di cui, a dirla tutta, non serve affatto ricevere una spiegazione perché la storia risulti verosimile.
UNA REALTÀ MATRIARCALE
Fin dall'inizio il narratore specifica il ruolo centrale delle donne nella loro famiglia: affari, intrighi sentimentali, decisioni rilevanti afferiscono a una donna forte, che porta avanti appieno gli interessi della sua famiglia. Questo appare più che palese fin dalle prime pagine con Mary-Love, la matriarca dei Caskey, tanto accentratrice quanto abile nel gestire gli affari della segheria, nel comandare a bacchetta suo fratello James, che vive a poca distanza da lei, nel manovrare suo figlio Oscar, che non ha mai preso una decisione autonomamente. L'arrivo di una sconosciuta forte e piena di personalità come Elinor, che desta fin da subito l'interesse di Perdido, non può che suscitare l'ostilità di Mary-Love, che farà di tutto per allontanare da lei suo figlio Oscar e sua figlia Sister. Sister, sempre remissiva e accomodante, sembrerebbe lontana dal modello materno, ma lei è uno dei personaggi che cambiano di più nel corso della saga, e dunque fidatevi: siamo sempre davanti a una società matriarcale. E le donne di Perdido ci restano dentro, che siano padrone o governanti, che appaiano dal fiume, che abbiano sempre abitato lì o che arrivino da un'altra città. Sono memorabili, pur con alcuni tratti del carattere a dir poco insopportabili, come le donne che incontreremo più in là, tra cui troneggia assolutamente Miriam (non posso aggiungere altro, o farei colpevoli spoiler).
GLI UOMINI? DEI COMPRIMARI
Perlopiù lavoratori indefessi dell'Alabama, gli uomini di Blackwater non sono risolutivi per la storia, se escludiamo la prima scena in cui Oscar ritrova Elinor. Perlopiù prestano fede a quanto proposto dalle donne di casa, a cui delegano ben volentieri oltre all'organizzazione della famiglia e della casa anche decisioni in ambito lavorativo. Ecco allora che le proposte di matrimonio riceveranno una risposta solo quando sarà la futura sposa a deciderlo; redditizi investimenti e acquisti di terreno provvidenziali verranno portati a termine solo grazie all'intuizione di una donna; segreti molto delicati vengono conservati in un universo tutto femminile,... E se gli uomini sono violenti o poco responsabili, McDowell pensa a una bella punizione esemplare che possa farli rinsavire o che, perlomeno, non li faccia più nuocere. Forse, perché anche la morte non è necessariamente la fine di tutto, in una storia come questa.
TANTO DESIDERIO DI VENDETTA E BEN POCA PASSIONE
Ad animare i rapporti tra Elinor e le varie generazioni dei Caskey ci sono sentimenti contrastanti: memorabile è costante rivalità tra la capofamiglia, Mary-Love, e la nuova arrivata; le due, evidentemente in continua competizione per ottenere il ruolo di capo della famiglia Caskey, vedono nell'altra una temibile avversaria da neutralizzare a suon di parole e non solo. Ad animare i legami tra le diverse famiglie e i propri servitori c'è invece il binomio di fedeltà e lealtà, reciproche e mai messe in dubbio: d'altra parte, le governanti o il tuttofare di casa Caskey sono più di comparse, ma non arrivano mai ad avere la statura di personaggi in evoluzione; restano semmai degli ottimi aiutanti, anche a livello narrativo. Quanto all'amore, sappiate che questo sentimento è sempre presente, ma è un amore "quieto", quasi timido, mai rivelato con la sua forza soverchiante: benché a Perdido ci si sposi e anche con una certa determinazione, non aspettatevi pagine di passione. A McDowell sembra proprio non interessare questa componente nei legami che racconta: sono più i risvolti familiari, le ricadute sulla società e sugli interessi economici dell'unione a creare situazioni imprevedibili. Viceversa, l'amore filiale e genitoriale è molto presente, alternato al suo opposto: c'è dell'astio che si fa odio in tante relazioni.
ACQUA, ACQUA OVUNQUE
Preparatevi ad avere allucinazioni olfattive, dopo aver ascoltato o letto un po' di Blackwater: le acque limacciose e rosse del Perdido sono ovunque, con le loro paludi e i segreti sul fondale. Se il fiume allaga la cittadina nel primo volume, molto spazio è poi dedicato alla costruzione di una diga (oggetto e titolo del secondo libro), perché tutti temono che una nuova alluvione porti alle più drammatiche conseguenze. Tutti, tranne Elinor, che invece sostiene con decisione che non ci sarà un'altra alluvione finché lei sarà lì. E questa frase sibillina, presente più di una volta nel secondo volume, risuonerà nei successivi: i suoi lunghi bagni in qualsiasi stagione in acque dove sono annegati bravissimi nuotatori sono solo uno dei tanti momenti in cui scopriamo l'incredibile e fortissimo legame tra Elinor e il fiume. Cosa si nasconderà davvero tra le acque del Perdido?
INSOMMA...
Ad animare la storia di Blackwater ci sono misteri - terreni e sovrannaturali - che si intrecciano con la quotidianità della famiglia Caskey, sempre più allargata, e dei suoi vicini. Parlerei infatti di romanzo familiare con un tocco di horror, non viceversa; dunque, sappiatelo prima di iniziare: ciò che vi porterà ad ascoltare tutti gli audiolibri o a leggere i sei volumi della saga è soprattutto l'umana curiosità di scoprire cosa accadrà ai protagonisti, e non tanto l'idea di svelare i misteri. Eppure è straordinario come i giochi di simmetrie e certe punizioni esemplari accontentino il lettore e lo portino a voler girare pagina, fino all'epilogo in parte immaginabile, ma in ogni caso sorprendente per le circostanze in cui avverrà.
GMGhioni
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