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Nel cervello non solo razionalità, ma consapevolezza di sé e ricerca della bellezza: il nuovo saggio di Luciano Lima

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Educazione alla bellezza. L’estetica come nuova paideia per i giovani
di Luciano Lima
Santelli, 28 aprile 2023

pp. 198
€ 14,99 (cartaceo)

È auspicabile dunque che avvenga sul piano didattico una maggiore concentrazione di attenzione sulla necessità formativa della bellezza da cogliere in tutto l’universo culturale, naturale e metafisico per dare tutte le opportunità alla maturazione della Coscienza. Il massimo grado di sviluppo della “consapevolezza di sé” costituisce proprio l’obiettivo ultimo dell’azione educativa. (p. 114)

Luciano Lima, insegnante con esperienza ventennale di scuola elementare e media, giunge quest’anno al suo quarto libro presso l’editore Santelli. Appassionato di  filosofia e di psico-pedagogia, in questo libro rende accessibile a tutti alcuni snodi fondamentali appartenenti all’affascinante mondo delle neuroscienze: come funziona e come si accresce il cervello in età evolutiva e le sue aree che entrano in azione quando si provano emozioni come l’ansia, la paura, quando si sviluppa il linguaggio e quando si apprende. Quest’ultimo punto è quello che entra nel focus del libro di Lima. Consiglio questo testo a chi si accinge a intraprendere la strada dell’insegnamento e a chi è totalmente digiuno da studi psicopedagogici e neuroscientifici, perché potrebbe incentivare l’interesse verso questa tipologia di discipline. Forse non esiste al mondo qualcosa di più sorprendente e ricco di misteri da scoprire quanto il nostro cervello! Lima, citando un importante neurologo, il professor Giulio Maira nel suo libro Il cervello è più grande del cieloedito da Solferino nel 2019 evidenzia con forza: 

«La quantità di sinapsi che sono dentro la nostra testa è incredibile […] In ogni istante, in ogni cervello umano, milioni di impulsi elettrici si inseguono come scie luminose in un luna park sfrecciando lungo l’assone fino a 480 km orari, mentre quantità innumerevoli (di sostanze chimiche) saltano da una cellula all’altra mandando informazioni».

Lima, nella sua proposta educativa, richiama - citando diversi passi dei  loro saggi -, più e più volte,  due autori particolarmente interessanti: il sopracitato Maira e il filosofo neokantiano Ernst Cassirer, l’uno per gli studi sul funzionamento del cervello e l’altro per una riflessione più profonda sulle origini del linguaggio trattata nel Saggio sull’uomo (Mimesis, 2011). Le pagine incentrate su questi argomenti sono sicuramente quelle più affascinanti di tutto il libro e denotano il desiderio da parte dell’autore di divulgare con linguaggio accessibile le dinamiche e i meccanismi naturali e fisiologici che permettono al nostro cervello di imparare e renderci uomini e donne dall’intelligenza attiva e in grado di apprezzare ciò che è bello, poiché «l’educazione è tale se è liberatrice del potenziale umano di ogni studente» (p. 17).

La visione di questa Bellezza (la maiuscola è dell’autore) si basa sempre su una sorta di καλοκἀγαθία, “buono e quindi bello” e viceversa, e non può essere scissa dai valori etici e morali. Alla fine del libro, quando viene ribadita la necessità da parte di educatori e insegnanti di adottare il programma di una nuova paideia, quindi di una educazione, basata sulla bellezza, Lima sottolinea anche la necessità per i giovani di coltivare le emozioni, poiché «non bisogna tuttavia dimenticarsi che di sola ragione non si può vivere giacché si spegne la creatività e la motivazione a creare rapporti umani di solidarietà sotto la spinta dell’ empatia e dei cinque neuroni specchio» (p. 108-109): la passione è innegabilmente il motore che ha permesso all’uomo di costruire tutte le opere che conosciamo. Empatia e neuroni-specchio che entrano in gioco nei rapporti umani e quindi anche a scuola, sono due parole-chiave in questo libro: 

[…] i neuroni-specchio spiegano l’origine del sentimento di simpatia o antipatia che si prova nei normali rapporti tra persone. I neuroni-specchio ci consentono di guardare negli occhi degli altri e interpretare i significati dei loro comportamenti grazie alla nostra facoltà di empatia: questa capacità di provare le stesse emozioni e sentimenti degli altri è alla base della socialità e siamo dunque capaci di entrare nel mondo emotivo degli altri dando inizio a quel legame che ci permette di amare o respingere, provare pietà o repulsione. (p. 47)

Quali sono queste sostanze chimiche autrici delle nostre emozioni e delle nostre azioni? Una delle più influenti e importanti è la dopamina: essa entra in gioco quando ci innamoriamo, quando proviamo entusiasmo verso una lettura o una nuova attività intrapresa, quando riusciamo ad esprimere al meglio la nostra creatività. La dopamina è il neurotrasmettitore della felicità e del piacere della ricompensa e un buon insegnante non dovrebbe mai dimenticare che il cervello immagazzina e memorizza tutto ciò che ci emoziona. 

La bellezza è nello stesso tempo strumento e fine per l’educazione estetica e morale. È utile e doveroso perseguire una nuova Paideia per educare lo Spirito e aiutare i giovani a nutrire il loro desiderio estetico ponendolo come guida e moderatore di pulsioni e desideri che spesso si traducono in cariche distruttive quali l’invidia, l’ira, la gelosia, la paura, la competizione, il sentimento dell’odio. (p. 107)

Un altro argomento intrigante è quello dello sviluppo del linguaggio, risultato di un complessa e lunga procedura che porta da una forma di comunicazione emotiva e istintuale (il pianto, la rabbia) propria dei primi mesi di vita a una simbolica e proposizionale, che rende l’uomo diverso dagli animali. Durante questa fase di trasformazione il cervello, che per sua natura è plasmabile, è interessato da un continuo scambio di neuroni chiamato sinapsi: questa incessante costruzione di collegamenti sinaptici è strettamente collegata alla presenza di stimoli, ad attività mentali di diversa natura, tra cui il gioco nell’infanzia. Più stimoli causano un numero maggiore di sinapsi e produzione di materiale cerebrale che a sua volta plasma il cervello, lo accresce di volume, lo arricchisce di nuovi solchi. Un buon insegnante sa allora che nell’azione educativa «non è lecito né utile esigere da tutti gli individui lo stesso livello di preparazione e di risultati apprenditivi» (p. 42), poiché i cervelli non sono tutti uguali, le stesse reti neurali non lo sono nei singoli individui, poiché esse sono uniche come uniche sono le esperienze di ciascuno. Premesso questo, sorge naturale la riflessione sul ruolo della scuola e sull’educazione che va impartita ai bambini ed ai giovani: agli insegnanti vanno affidati i cervelli dei nostri piccoli che saranno le generazioni del futuro. 

Educazione alla bellezza è un libro interessante e piacevole, adatto a tutti i lettori curiosi di avvicinarsi agli studi sul funzionamento della mente umana; sarebbe stato però ancora più intrigante conoscere altresì il pensiero e gli studi dell’autore sull’impatto della tecnologia sul cervello delle nuove generazioni, sulle opportunità educative come sui pericoli di una realtà che è entrata nella vita quotidiana, anche e soprattutto dei soggetti in età evolutiva. 

Marianna Inserra