Il Porto segreto. Un’indagine di Valentina Redondo
di María Oruña
Ponte alle Grazie, aprile 2023
Traduzione italiana di Elisa Leandri, Monica Magnin Prino, Tiziana Masoch
pp. 516
€ 19,80 (cartaceo)
€ 12,99 (ebook)
La scrittrice spagnola María Oruña, conosciuta e apprezzata per il suo stile e il personaggio di Valentina Redondo, torna in Italia con un secondo titolo Il porto segreto, dopo Quel che la marea nasconde (leggi qui la recensione,) sempre per Ponte alle Grazie. Si tratta, in realtà, del suo giallo d’esordio e come al solito, insieme al giallo, vi si incontrano anche altri generi.
Uno di questi è la forma del diario, che si inserisce nella trama, alternandosi ai capitoli che narrano dei giorni nostri, e raccontando al lettore la storia dal punto di vista di uno dei protagonisti (solo alla fine si scoprirà quale); questo permette all’autrice un passaggio dalla terza alla prima persona e nello stesso tempo di non lasciare la grande Storia sullo sfondo, perché ci catapulta direttamente negli anni Trenta e Quaranta del Novecento, con la guerra civile spagnola, il franchismo e tutto ciò che è all’origine della vicenda, insieme alla misteriosa scoperta del cadavere di un neonato.
In questo libro incontriamo il protagonista, Oliver, londinese di nascita ma legato alla Cantabria grazie alla sua famiglia, che per i lettori di Oruña è un importante personaggio, in quanto proprio nel suo libro precedente sappiamo già che Valentina ha una storia tormentata con lui. Ne Il porto segreto assistiamo proprio all’inizio della loro storia.
La vicenda parte alla morte della madre di Oliver, che gli permette di ereditare una grande casa a Suences. Il bel londinese decide così di cambiare vita e stabilirvisi, per fare di Villa Marina un hotel sulla spiaggia. Ma, durante i lavori di ristrutturazione, nel seminterrato viene scoperto il cadavere murato di un neonato, insieme a oggetti che fanno pensare a una tumulazione rituale.
La scoperta non è l’unico motivo di preoccupazione per i tranquilli abitanti del luogo; infatti, quasi contemporaneamente avvengono degli omicidi in varie parti della regione. A capo delle indagini, la tenente Valentina Redondo, insieme ai suoi uomini, si ritroverà a dover affrontare una minaccia nascosta e antica, e sarà costretta a un viaggio indietro nel tempo, fino alla Guerra civile e alle origini di un crimine terribile.
La scelta di Oliver, così come quella delle altre famiglie le cui vicende si intrecciano nel libro, è una scelta dettata dalla necessità di andarsene, lasciare un luogo per un altro, alla ricerca di una vita diversa in un paese diverso. Così la scrittrice semina i vari indizi di questo grande disegno di fuga. Se in un palazzo di Santillana del Mar si erge una divinità Maya e si accenna alla storia dell’emigrazione e della colonizzazione, raccontando i tormenti del protagonista e di suo fratello o di Jana e Clara, altre due sorelle, protagoniste della storia nel passato, si fa riferimento anche a chi scappa dal proprio destino e dai propri errori.
Sentieri e luoghi, strade e incroci sembrano condurre il lettore nelle pieghe della storia, all’interno di quelle che sono le scelte dettate da situazioni esterne e tragiche, come la guerra, ma anche interne e segrete, come la follia.
Prometteva di essere un tramonto spettacolare sulla costa. Oliver non era a Villa Marina, ma passeggiava lungo il sentiero che dalla sua grande villa conduceva al faro di Suances, sulla punta di quella piccola penisola di terra, a lato delle antiche fortificazioni costiere del Torco. (p. 350)
Sebbene diversi generi si incastrino in questo romanzo, alla fine prevale lo schema del giallo e la vicenda troverà un suo compimento, svelando i dettagli che legano i diversi omicidi ma anche il movente. La conclusione, affidata al pool guidato da Redondo, sarà complicata e condotta con l’aiuto di uomini e donne che tornano anche nell’altro romanzo e che rendono corale la narrazione, oltre che ricca di spunti e di suggestioni mai banali.
Samantha Viva