Luce di Elisa Ruotolo
Il giorno in cui la letteratura morì di Paolo Di Paolo
Turiste della catastrofe di Ilaria Gaspari
Vite parallele e fantastiche di Pellegra
Bongiovanni e Teresa Bandettini di Giulio Mozzi
Tetra- Edizioni
Maggio 2023
€ 4,00 ciascuno (cartaceo)
Dato che Tetra- ama i numeri tondi, possiamo dire che la quinta quartina sia un po’ speciale. Con i volumetti di Elisa Ruotolo, Paolo Di Paolo, Ilaria Gaspari e Giulio Mozzi, infatti, il catalogo giunge a ben venti esemplari. La particolarità di queste nuove uscite sta inoltre in due dei quattro libri: se già nella terza quartina il libretto di Alfredo Palomba era un’opera di sconfinamento – un po’ racconto, un po’ memoir, qualche traccia di elemento diaristico –, questa volta i volumi di Paolo Di Paolo e Giulio Mozzi varcano il labile confine della narrativa per approdare (con tutto ciò che ne consegue) nel regno del saggio.
Luce di Elisa Ruotolo
Eccolo lì, chi ero. Un bambino soffocato dalle precauzioni inutili di una madre senza mestiere; che si guardava dai cani grossi, dalle sudate del pomeriggio, dalle caramelle fuori la scuola, dagli ossi del pollo domenicale. (p. 30)
Una tapparella malfunzionante – che impedisce alla luce di entrare dentro casa – è l’occasione per Elisa Ruotolo di indagare l’animo umano. Una missione non semplice, che dal microscopico risale fino al macroscopico e quasi all’universale: un compito che l'autrice svolge alla perfezione, attraverso un processo che mescola bene il ricordo personale, sempre così evanescente e soggetto a cambiamenti estemporanei, con le sensazioni tattili che si trovano ovunque fra le pagine di Luce. Dentro, c’è il mondo: ricordi d’infanzia, legami materni complessi, una famiglia non propriamente funzionale, dei rapporti umani vacillanti. Tutto avviene nella mente del protagonista, quel Michele che si ritrova a dover riparare una tapparella e finisce per comprendere qualcosa della propria vita.
Il giorno in cui la letteratura morì di Paolo Di Paolo
È difficile in questo momento cercare la fonte della citazione, ma la citazione esiste, ed è una frase in cui lo Scrittore in questione chiarì che scrivere non gli veniva facile, e confessava di diffidare di quelli a cui al contrario viene facile. (p. 15)
Quest’anno – forse non tutti lo sanno –
ricorre il centenario della nascita di Italo Calvino. E quale migliore
occasione può trovare Paolo Di Paolo se non raccontare una storia dedicata a
uno dei maggiori esponenti della letteratura italiana? Anche qui, come nel
racconto di Ruotolo, la trama è quasi una scusa, un casus belli per
raccontare di altro. Di Paolo, attraverso un conferenziere al quale viene
posta una domanda fondamentale, ripercorre la vita di Calvino, ne tratteggia
gli elementi essenziali, quasi stesse disegnando un bozzetto che lascia dietro –
nel non disegnato – molto più di quanto venga messo su carta. La voce di Di Paolo
è come sempre precisa, puntale; la sua eloquenza non sbava mai, e ci
restituisce il ritratto di un uomo e di uno scrittore come fosse seduto qui
accanto a noi.
Turiste della catastrofe di Ilaria Gaspari
Non osavamo confessarci che dietro tutto quel dispendio di energie, noi eravamo smarrite. Lavoravamo per non sentire il rumore di fondo, per stordirci, per non pensare. Un cliché trito e ritrito; del resto, succede spesso che le cose vere somiglino fin troppo ai luoghi comuni. (p. 11)
Quello di Ilaria Gaspari è certamente il
volume di questa quartina nel quale la trama è l’elemento più centrale. Due amiche,
in un futuro neanche troppo distante da questo presente, hanno l’opportunità di
fare un viaggio nel tempo simulato, ossia ritrovarsi in una simulazione perfetta
di un determinato periodo storico. Scelgono la Pompei del 79 d.C., qualche
giorno prima dell'eruzione che ha spazzato via un'intera città. Cosa potrà mai andare storto?, ci si chiede. La storia ha un vago sapore distopico che ricorda
alcune delle puntate più agrodolci di Black Mirror: in un mondo in cui
tutto è a portata di mano, l’ultima moda è andare non solo quanto più lontani
possibile spazialmente – come fanno gli italiani ricchi, che passano le vacanze
natalizie a New York o in Giappone – ma anche temporalmente. C’è una domanda
che però attraversa tutto il racconto, una domanda appena accennata ma che
emerge prepotente: anche se simulato, l’orrore e la sofferenza altrui possono
essere fonte di intrattenimento?
Vite parallele e fantastiche di Pellegra Bongiovanni e Teresa Bandettini di Giulio Mozzi
Quando Pellegra Bongiovanni morì, nel 1770, Teresa Bandettini aveva sette anni. Si può stare sicuri che non si siano mai incontrate, e si può stimare – benché non escludere – che la seconda non abbia mai sentito parlare della prima. Le loro vite furono diversissime. (p. 9)
Come anticipato nel cappello, i volumi di Di Paolo e Mozzi sconfinano nel saggio. Se Di Paolo lo anticipa già nel sottotitolo del proprio racconto – Un saggio mascherato da racconto – ma comunque inserisce nel testo una forma di narrazione, Giulio Mozzi presenta invece a tutti gli effetti un saggio. È un saggio che affronta le vite di Pellegra Bongiovanni e Teresa Bandettini, due autrici vissute nel corso del Settecento e delle quali la storia ha lascito ben pochi ricordi. Per quanto la voce di Mozzi sia formidabile, però, e l’intento di dare lustro a voci dimenticate ammirevole, quel che ci troviamo davanti è e resta un saggio. Il che complica non poco il compito di chi scrive, perché sul sito di Tetra- leggiamo che il progetto nasce con l’intento di «restituire ai lettori un mosaico della scena contemporanea attraverso la forma del racconto». Se vi aspettate dunque di trovare una short story di Giulio Mozzi nel volume numero venti di Tetra-, resterete delusi; se invece potete passare oltre e godervi un lungo articolo di storia della letteratura, allora siete nel posto giusto.
David Valentini
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