C'è qualcosa di magnetico e respingente al tempo stesso, nei sei racconti che compongono Petali (e altri racconti scomodi): chi di voi ha letto già La figlia unica (La Nuova Frontiera, 2020) e Il corpo in cui sono nata (ivi, 2022) sa che Guadalupe Nettel cerca di raccontare l'indicibile, non si pone limiti e narra ciò che vuole con uno stile esatto, senza fronzoli, di enorme forza.
Tali tendenze emergono in tutta la loro purezza dentro a questi racconti, editi in lingua originale nel 2008, che propongono momenti particolari in cui i protagonisti vengono colti nella loro fragilità o nella stravaganza di una loro ossessione. Quel che è certo è che sono tutti racconti in cui l'intimità è mostrata (e non esibita) con tutta la sua potenza disturbante, perché normalmente "certe cose non si dicono". Bene, Guadalupe Nettel non accetta di tacere, e dunque racconta anche il perturbante, adottando sempre la focalizzazione interna e il narratore omodiegetico.
Nel primo testo, Ptosi, entriamo nella storia di un ragazzo che segue la carriera del padre, ovvero quella di fotografare dei pazienti prima e dopo un intervento di plastica palpebrale, cogliendo i cambiamenti (non sempre migliorativi). Qui l'attenzione al dettaglio è già altissima e il narratore scende dal generale al particolare per raccontarci un incontro insolito e imprevedibile.
Segue il brevissimo Transpersiana: in sole quattro pagine ad alto tasso di sensualità, una donna assiste attraverso le sue persiane a un appuntamento che sta avendo luogo nell'appartamento di fronte. Deve essere poca la distanza tra le due finestre, perché si susseguono dettagli dal gusto voyeuristico, con alcuni colpi di scena decisamente inattesi. Piccolo dettaglio? Per tutto il racconto la donna descrive quanto sta avvenendo rivolgendosi a un "tu", ovvero proprio al dirimpettaio.
In Bonsai l'atmosfera cambia completamente: siamo in Giappone, dove un uomo sposato racconta della sua abitudine privatissima di frequentare un giardino botanico la domenica pomeriggio. È il suo spazio privato, un angolo che non ha condiviso per anni con la moglie, convinto di volersi preservare un segreto. Ma dopo anni, qualcosa cambia... E quasi senza rendercene conto assistiamo a una storia matrimoniale che passa attraverso piante, serre e giardini botanici... e cactus!
Oltre il molo, ambientato sull'isola di Santa Helena, smentisce gli stereotipi legati a una vacanza in un posto simile: la protagonista, adolescente, vuole sperimentare cosa sia la Vera Solitudine, intesa come «un luogo privilegiato e capriccioso con norme di accesso piuttosto arbitrarie» (p. 53). Questo però comporta di non farsi amici, né accettare le attenzioni degli zii, proprietari di casa, né di avvicinarsi alla coetanea francese, che sembra invece voler condividere il suo tempo e confidenze delicate con la protagonista.
Petali è probabilmente il racconto più strano di tutta la raccolta, perché il protagonista cerca la sua "margherita" nei bagni per signore: nelle tracce visive e olfattive lasciate dentro alle toilette trova degli indizi per poter seguire una donna che gli risveglia tristezza ed eccitazione insieme. Siamo davanti a un comportamento irrazionale, che ha ben poco di spiegabile o giustificabile: semplicemente, il corteggiamento a senso unico che condiziona il protagonista è all'insegna della dedizione - una dedizione a dir poco incomprensibile, agli occhi delle donne che vedono un uomo introdursi nei servizi riservati a loro.
Anche l'ultimo racconto, Bezoar, propone alcune ossessioni: la protagonista, una modella, racconta nel suo diario terapeutico l'evoluzione della sua compulsione a strapparsi capelli e peli dal corpo. Più forte di lei, questo fenomeno condiziona tutta la sua vita, perché deve continuamente dissimulare quanto sta facendo agli occhi degli altri. Nessuno la capisce, almeno finché non incontra un suo collega, tanto bello quanto determinato a starle accanto, che porta con sé invece i segni di un altro particolare tic...
Per questa raccolta, come per i romanzi di Guadalupe Nettel, è sempre richiesta una grande apertura mentale, perché possono esserci pagine urtanti, ma occorre andare oltre, interpretare il testo: troverete allora la difficoltà ad accettare sé stessi (dentro e fuori), l'esistenza di angoli segreti (dentro e fuori) da preservare e nascondere agli altri, ma anche una intimità negata, spesso colpevolizzata. Ogni personaggio si rivela ben meno cristallino di quanto vuole apparire agli occhi degli altri. E l'autrice messicana è maestra nel portarci a empatizzare anche con il più bizzarro dei suoi personaggi.
GMGhioni
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