Buongiorno a chi ci legge,
siamo nel cuore dell'estate. Agosto è il mese in cui tutto si ferma, o rallenta molto, in cui ci si dondola sull'amaca mangiando anguria, e in cui si parte per le vacanze. Che si vada a scuola o si lavori, questo è il mese che accumuna tutti nel suo pigro relax. Anche in redazione si rallentano un po' i ritmi, ma nemmeno ad agosto possiamo far mancare la consueta carrellata di consigli. Da luoghi lontani o dall'amaca di casa, ecco i nostri suggerimenti.
Buone letture e buone vacanze,
la Redazione
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Carolina consiglia
Il mio omicidio di Katie Williams (Bollati Boringhieri)
Perché: si tratta di un thriller assolutamente non convenzionale, ambientato in un futuro prossimo in cui alcune vittime di un serial killer vengono clonate e quindi sopravvivono a se stesse. L’autrice è molto abile nel costruire un quadro coerente in cui inserire con naturalezza la storia pensata, che diventa pretesto per riflettere su temi profondi come l’identità femminile e ciò che ci determina.
A chi: a chi cerca una lettura scorrevole ma non superficiale, a chi ama la nostra rubrica #CriticaNera, a chi apprezza le protagoniste femminili forti e sfaccettate, a chi vuole lasciarsi stupire da un finale assolutamente imprevedibile.
Deborah D'Addetta consiglia
A Napoli con Raffaele La Capria. Un percorso acquatico di Michela Monferrini (Giulio Perrone Editore)
Perché: il titolo numero 44 della collana di Giulio Perrone Editore "Passaggi di dogana" ci accompagna a Napoli insieme all'autrice, Michela Monferrini, e all'indimenticabile scrittore napoletano Raffaele La Capria. Il sottotitolo ci indica un modo di raccontare la città molto specifico: un percorso acquatico. Ciò ci lascia intuire che la strada scelta dall'autrice per provare a spiegare un luogo come Napoli passa da e attraverso il mare. Anna Maria Ortese diceva che "il mare non bagnava Napoli"; in questo caso, Monferrini capovolge quella visione metaforica e urbanistica, iniziando proprio dal polo opposto.
Per chi: consigliato agli amanti di Napoli, alle sue storie di mare, alle sue leggende legate al mondo sottomarino e a chi vuole scoprire o riscoprire un autore immenso come Raffaele La Capria.
Debora Lambruschini consiglia
Estate caldissima di Gabriella Dal Lago (66thand2nd)
Perché: è un romanzo che fotografa perfettamente la contemporaneità, un certo ambiente professionale e la generazione di trentenni o poco più, denso di spunti. Perché è ricco di chiavi di lettura, dal confronto generazionale ai rapporti, dalla precarietà lavorativa e sentimentale alle riflessioni su crisi, cambiamento climatico, confini tra lavoro e vita privata.
A chi: a chi in una storia cerca qualcosa che vada oltre la pagina, a chi cerca di mettere dei confini tra vita privata e professionale. Ai trentenni o poco più. A tutti gli altri, che cercano di capirci qualcosa.
Giada consiglia
Il cognome delle donne di Aurora Tamigio (Feltrinelli)
Perché: perché in questo romanzo siamo trascinati in tre generazioni di donne, madri, figlie, nonne e nipoti. È una storia famigliare e privata che, però, s’intreccia con quella italiana. Abbracciando un periodo che va dalla Seconda Guerra Mondiale fino ad anni più recenti, Aurora Tamigio catapulta il lettore nelle vite di queste donne e ci racconta una storia al femminile. È, dunque, una narrazione sul peso dell’eredità famigliare e su quanto ognuno di noi sia figlio delle generazioni passate.
A chi: a chi vuole leggere un romanzo famigliare, a chi ama le storie corali e avvincenti e a chi, semplicemente, vuole immergersi in una storia tutta femminile.
Giulia consiglia
I demoni di Wakenhyrst di Michelle Paver (Neri Pozza)
Perché: il romanzo di Michelle Paver è la giusta calibrazione tra sovrannaturale e malvagità umana. Sembra una di quelle storie da raccontare intorno al falò, mentre si fa campeggio. Un omicidio, una palude, una vecchia dimora nobiliare piena di scricchiolii sono gli elementi che rendono questa storia un perfetto romanzo da lunghe e soffocanti notti estive.
A chi: a chi nelle torride notti d'estate non riesce a dormire. I brividi di questo romanzo gotico non potranno che far dimenticare il caldo che ci attanaglia.
Gloria consiglia
La grande amica di Catherine Dunne (Guanda)
Perché: romanzo breve che si può leggere tranquillamente in un'unica sessione sotto l'ombrellone o sul balcone di casa, La grande amica è al tempo stesso una storia sull'ambivalenza dei rapporti umani e una storia di formazione. La protagonista rievoca l'estate del 1973, per lei fondamentale, perché ha segnato un forte momento di indipendenza (e non solo): le viene offerta l'occasione di lavorare in un albergo e guadagnare per la prima volta qualcosa di suo, lontano dalla famiglia e dai tanti fratelli. Che la sua collega Marie-Thérèse possa davvero essere la grande amica che ha sempre sognato di trovare?
A chi: a chi ha avuto una grande estate, ma anche a chi cerca un libro sull'amicizia e sull'auto-consapevolezza.
A chi: a chi ha avuto una grande estate, ma anche a chi cerca un libro sull'amicizia e sull'auto-consapevolezza.
Ilaria consiglia
Il processo di Franz Kafka (Il Saggiatore)
Perché: un classico che non smette di emozionare e di far riflettere. Un libro breve che in poche pagine trasporta in luoghi e atmosfere all’apparenza normali, ma che in realtà celano un clima che sfiora la distopia.
Il ritmo della narrazione è lento, ma per il lettore è inevitabile continuare a sfogliare le pagine per sapere fin dove riuscirà ad allungare i suoi tentacoli questo tribunale asfittico, claustrofobico, metafora di una legge che tutto pervade e niente risparmia.
A chi: consigliato sia a chi ha già avuto modo di conoscere Josef K., protagonista di questo libro che non smette di appassionare è che è divenuto negli anni metafora di ingiustizie e burocrazie che negano il valore della persona umana, ma anche a coloro che vogliono approcciarsi per la prima volta con l’universo di Kafka e delle sue storie appassionanti e coinvolgenti. Scommettiamo che, appena terminato Il processo, avrete voglia di continuare a leggere gli altri romanzi dell’autore boemo?
Perché: Il romanzo si basa su una invenzione: l’amicizia tra due donne che non si sono mai incontrate di persona. Una è Violet Gibson detta Lady Gibson, per via del lignaggio aristocratico, l’altra è Lucia Joyce, figlia d’arte. Entrambe sono immaginate all’interno di un manicomio, il St Andrew’s General Lunatic Asylum.
Donne esposte, mostrate a giovani tirocinanti, a studiosi e ai luminari della scienza dell’epoca che sotto l’etichetta di isteria, piazzavano i vari malesseri psichici “tipicamente” femminili.
Giocando sul filo dell’ambiguità che vivacizza la vita così come la narrazione, Violet racconta e Lucia trascrive con cura le parole e le espressioni dell’amica, storie affascinanti, a volte anche toccanti, di donne che hanno perso la loro libertà, schiacciate da una società patriarcale ignorante e rigida che non le ha comprese.
A chi: per tutti coloro che non vogliono leggere le solite storie di donne-eroine, ma qualcosa di alternativo e in uno stile interessante.
Sabrina consiglia
Mi limitavo ad amare te di Rosella Postorino (Feltrinelli)
Perché: è un romanzo che non può mancare nel proprio patrimonio di letture e, forse, il periodo di una vacanza, libero da stress e impegni di lavoro, può consentire il giusto tempo di rielaborazione di una storia che tocca temi universali. E perché è un libro nel quale Postorino, con grande maturità linguistica e narrativa, offre una visione corale, tra sentimenti, paure e desideri vissuti all'ennesima potenza. Come una guerra costringe a fare.
A chi: a tutte le lettrici e i lettori che, anche nel mese di agosto, tradizionalmente più vocato a letture leggere, non hanno paura di confrontarsi con temi giganteschi, quali il significato della maternità, le varie forme che può assumere, la guerra, gli stupri, l'atrocità che può essere insita nell'animo umano. E poi ancora l'amore, l'affetto, il senso di sradicamento, la differenza tra vivere e sopravvivere. Il romanzo, che per un soffio è arrivato secondo al Premio Strega, torna alla guerra del Balcani, che ha insanguinato l'Europa degli anni Novanta, e lo fa riportando alla luce la storia di un gruppo di orfani, o presunti tali, portati in Italia per salvarli dall'orrore e garantire loro un futuro.
Samantha consiglia
Gli unici indiani buoni di Stephen Graham (Fazi)
Perché: surreale, crudo, umanissimo e bestiale allo stesso tempo, questo libro di Graham Jones ha già conquistato tanti pareri favorevoli, tra cui quello di un maestro del genere come Stephen King. Vale la pena leggerlo, per fare un tuffo dentro un genere horror che diventa pretesto, come spesso accade, per parlare dell’orrore quotidiano.
A chi: a chi ama i thriller che si tingono di horror e non sopporta la voglia di prevaricazione dell’uomo sull’animale. A chi crede nel valore della tradizione e delle origini.