di Malo Durand, Erwan Le Bot, Jiwa
21lettere, 2023
pp. 80
€ 19,50 (cartaceo)
€ 9,49 (ebook)
Con
Jazz Lieutenant, opera di un trio
artistico tutto francese (Malo Durand ai testi e Erwan Le Bot e Jiwa
rispettivamente a disegni e colori), 21lettere approda al mondo dei graphic novel. Lo fa con un’opera che
vuole raccontare la storia di James
Reese Europe, personaggio storico da noi poco conosciuto, che ha lottato
per realizzare un’orchestra sinfonica
costituita da musicisti neri.
Tutto
comincia nella New York di inizio secolo,
quando un ritmo mai sentito inizia a
pulsare tra le vie e a far muovere i corpi:
un
ritmo nuovo, tremendamente tenace. Questa pulsazione invade tutti i luoghi
della brulicante vita notturna, bar, ristoranti, case chiuse, sale da ballo: la
rivoluzione ragtime è cominciata. (p. 3)
Sono
anni di fermento, in cui si diffonde l’idea che la lotta per i diritti, contro ogni forma di segregazione, possa passare
attraverso l’arte. Jim ha davanti precursori e amici che hanno usato il
proprio talento per emergere e diffondere così un ideale facendolo filtrare
indirettamente nella buona società bianca del tempo (da Ernest Hogan, eroe del vaudeville, al duo comico Williams e
Walker, dai ballerini da sala Irene e Vernon Castle alla coppia piano e voce
costituita da Eubie Blake e Noble Sissle). Lui stesso persegue questo sogno, e
proprio per onorarlo decide di arruolarsi
volontario nella prima guerra mondiale, in un reggimento composto solo da
«ragazzi di Harlem». L’obiettivo è chiaro, anche se non facile: «Conquistarci finalmente gli stessi diritti
dei bianchi, dapprima nell’esercito, poi al di fuori. […] Noi padroneggiamo
un’arma potente: il ragtime» (p. 17). Ecco perché diventa così importante
creare una banda militare afroamericana che diventi famosa, e
apra la strada all’orchestra nazionale da realizzare in tempo di pace. Il futuro, secondo Europe, va costruito a
partire dal presente, mettendo in gioco ogni risorsa, compresa la propria
vita, se serve. La via però non è battuta: al di fuori della grande città, dove
qualcosa si sta muovendo, le tensioni
razziali infiammano ancora gli Stati Uniti, soprattutto nelle aree rurali,
dove le sacche di razzismo sono
endemiche e difficili da eradicare.
Nel
dicembre 1917, l’armata di Europe viene imbarcata. Destinazione, la Francia,
dove la versione orchestrale e ragtime
della Marsigliese porta subito a un’accoglienza
calorosa da parte della popolazione. Ben diversa, però, è la situazione
nell’esercito, dove i molti pregiudizi che gravano ancora sugli afroamericani
conducono a trattamenti iniqui e, soprattutto, a tenere la compagnia lontana
dal fronte. Quando finalmente Europe e i suoi si trovano a fare l’esperienza, durissima e segnante, delle
trincee, affermare il proprio valore sul campo diventa fondamentale quanto
diffondere la propria musica. E se l’operazione pare riuscire, almeno sul suolo
europeo, il taglio narrativo scelto dagli autori del graphic novel, che parte dal 9 maggio 1919, affacciandoci
direttamente al letto di morte di James, prima di procedere con un lungo flashback, ci porta immediatamente a non considerare stabili i progressi
ottenuti. Se la fine di Europe è prematura e dolorosa (non si può dire di
più per chi non conosca già la sua parabola biografica), altrettanto lo è lo
slancio dei soldati di Harlem, che tornando dalla guerra credevano di aver
conquistato sul campo il riconoscimento di una nuova dignità. La storia stessa,
del resto, ci racconta il seguito, quanto tempo e quanta strada debbano essere
percorsi per vedere la fine della segregazione.
Jazz Lieutenant è un’opera segnata da un’ombra di malinconia, che si
definisce maggiormente con lo scorrere delle pagine. Può anche essere
complesso, per chi non conosce la storia del panorama artistico di inizio
Novecento, orientarsi nei molti
riferimenti della prima parte del volume. In tal senso risulta davvero
utile il “Taccuino grafico & documentale” posto in appendice, in cui si
rende conto dell’accurato processo di
documentazione che sta alla base dell’opera e si offre al lettore una guida
che gli permette di orientarsi con più sicurezza nel contesto storico-sociale
rappresentato.
Carolina Pernigo