di Alison Espach
traduzione di Manuela Faimali
Bollati Boringhieri, 11 luglio 2023
€ 18,00 (cartaceo)
€ 11,99 (ebook)
Gli uomini indossavano cravatte scure affilate come spade e dicevano cose prevedibili tipo: «Ciao». (p. 11)
Leggendo questo periodo nella prima pagina, ho capito subito che Emily, la quattordicenne io narrante di Questi adulti, aveva una voce autorevole, una di quelle che ti sanno prendere già alle prime righe. Ruvida ma a tratti sognante, ironica e disperata, con occhi lucidamente critici spalancati sul mondo degli adulti, Emily mi è sembrata una emanazione luminosa di Holden Caufield, con una meravigliosa caratteristica: per la prima volta non era un io narrante che intendeva scimmiottare Holden Caufield.
Romanzo d'esordio di Alison Espach, Questi adulti in Italia in realtà arriva dopo il secondo romanzo Appunti sulla tua scomparsa improvvisa, sempre edito da Bollati Boringhieri. Che Alison Espach sia docente di scrittura creativa lo si evince non solo dalla quarta di copertina, ma dall'uso strabiliante e impeccabile di una prosa fresca, appassionata, mai banale, con l'uso di aggettivi sorprendenti. Non solo cravatte affilate, ma anche starnuti caotici e placido cemento ci donano la giusta espressività dello sguardo allucinato di un'adolescente sul mondo insensato degli adulti, sui loro rituali apparentemente importanti - il romanzo si apre con la festa per il cinquantesimo compleanno del padre di Emily - e sui loro dialoghi, trascritti con metodica analisi. Ad esempio, quando la madre comunica ad Emily che lei e il padre stanno divorziando, conclude consigliandole di prendere un multivitaminico,
e io mi convinsi di non avere una famiglia, certa che fosse stato il vento solare e non mia madre a portarmi in questo universo. (p.25)
La famiglia di Emily, la madre depressa e saltuariamente attratta da inutili passatempi, il padre che dopo la separazione si trasferisce a Praga, ma anche le famiglie dei vicini, vengono descritte con una caustica ferocia che mi ha ricordato il modo irresistibile in cui Jonathan Franzen tratteggia le famiglie disfunzionali al centro dei suoi romanzi. Alla malinconica, intelligente e attenta osservatrice Emily gli adulti appaiono segnati in un destino di tramonto:
Tutto ciò che volevano era a portata di mano, o quantomeno raggiungibile con un cenno del capo, quindi se ne stavano perlopiù eretti con le braccia incollate ai fianchi come dei manichini, ignari della luce che scuriva intorno a loro. Diventavano ogni giorno più ciechi, più immobili, e sentivo che era mio dovere avvertirli, gridare tra gli alberi con un megafono: Voi adulti vi rendete conto di quanto state invecchiando? (p. 30)
Anche il mondo adolescenziale, a dire il vero, esce con le ossa rotte, nella parte dedicate a Le altre ragazze. Il mondo dei ragazzi è un mondo segnato da regole non scritte, ugualmente insensate di quelle degli adulti, un mondo in cui «l'entusiasmo doveva essere finto. Quando ti esaltavi davvero per qualcosa, era peggio del farti beccare con i pantaloni abbassati» (p. 52).
Viene facile intuire che Questi adulti è un romanzo di formazione mancata, e non perché Emily non cresca, la vedremo frequentare il college e diventare interior design (addirittura della casa di Woody Allen), ma perché Emily continua a tenere alta una coscienza dissonante rispetto al mondo adulto, al mondo in generale. In poche parole, Emily rimane l'adolescente che ognuno di noi dovrebbe restare se non vuole anestetizzarsi al mondo di questi adulti.
La storia di Emily è segnata da alcuni momenti fondamentali: la separazione dei genitori, il trasferimento del padre a Praga, il suicidio di un vicino di casa, la gravidanza della madre di un amico. Ma soprattutto il Leitmotiv del percorso di crescita di Emily è la sua storia con Mr Basketball-Jonathan-Jack. Stiamo parlando della stessa persona che viene genialmente appellata con tre differenti nominativi per le tre differenti vesti con cui appare nella storia. Un legame non sano quello fra lui ed Emily, eppure fino alle pagine finali - che non posso assolutamente svelare - l'unico legame in grado di far uscire Emily dal suo guscio e farle parlare un unico linguaggio.
L'altro legame che si salva, sebbene in modo travagliato, è quello con il padre, con cui si condivide una lingua comune e lo stesso entusiasmo per i discorsi surreali.
I padri erano uomini che cercavano semplicemente di capirci, mentre le madri erano che donne che provavano a cambiarci, comprandoci assorbenti esterni al posto di quelli interni e shampoo purificanti quando a noi interessavano solo quelli nutrienti. (p. 63)
La dicotomia tra le aspettative maschili e quelle femminili sul mondo permea le pagine di Questi adulti, ma sempre in modo fresco e divertito, irriverente. Non vi è una pagina banale, con un'osservazione scontata sul mondo e sulla società; tutto è passato al setaccio tagliente della cara Emily, alla quale è impossibile non volere bene.
Deborah Donato
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