Quando l'amore è una stella che continua a brillare, anche per decenni, nel silenzio: "Finché le stelle saranno in cielo" di Kristin Harmel


Finché le stelle saranno in cielo
di Kristin Harmel 
Garzanti, 2013

1^ edizione: 2012
Traduzione di Sara Caraffini

pp. 368
€ 12 (cartaceo)
€ 3,99 (ebook)


L’amore può trascendere la religione, lo sapevi? Nel mondo odierno c’è troppa divisione, ma siamo tutti figli di Dio, non è vero?

Tra tante storie che raccontano il dramma della Shoah a posteriori, attraverso le testimonianze dei sopravvissuti, Finché le stelle saranno in cielo di Kristin Harmel sceglie una via insolita: la dolcezza

La vicenda si apre ai giorni nostri, a Cape Cod, dove la trentaseienne Hope sta attraversando una grande crisi personale, sentendosi un fallimento come donna, come madre e come professionista. Dopo aver perso la madre Josephine per un cancro, ancora reduce da un divorzio, con una figlia dodicenne, Annie, che fa di tutto per non collaborare, la donna rischia di perdere la pasticceria di famiglia, aperta fin da quando sua nonna Rose è arrivata in America. La pasticceria è un'istituzione e un'eredità di famiglia, ma in effetti margina troppo poco perché possa effettivamente essere redditizia. I debiti incombono e Hope non sa cosa fare: un suo ex dei tempi di scuola, Matt, è ora vicedirettore di banca e le suggerisce diverse soluzioni - probabilmente con la speranza di riavvicinarsi a lei -, ma la protagonista ha la grande certezza di non volere niente di tutto ciò. 

D'altro canto, come potrebbe rinunciare a quel luogo?  Non può neanche chiedere consiglio a Rose, perché purtroppo la nonna è poco lucida sempre più spesso, a causa dell'Alzheimer. Nei pochi momenti in cui riconosce la nipote, sarebbe un gran peccato ammorbare i loro discorsi con questioni finanziarie e preoccupazioni. E dire che in questa situazione difficile forse Hope potrebbe appoggiarsi a Gavin, più giovane di lei di sette anni, sì, ma decisamente assiduo alla pasticceria, con la scusa di aiutare in qualità di tutto fare. Lei, però, sostiene che la differenza d'età renda impossibile qualsiasi legame e impegnarsi di nuovo, dopo il suo divorzio, le pare un rischio inutile. Dunque, si tiene stretta alle ricette dei dolci famiglia - alcune delle quali vengono, tra l'altro, riportate nel libro, a intervallare i capitoli - e a ciò che sa di certo: ha un talento per la pasticceria. 

Ciò che nessuno può prevedere è l'enorme svolta che sarà portata proprio da Rose, in uno dei suoi rari momenti di lucidità: l'anziana signora stila una lista di nomi appartenenti alla famiglia Picard e chiede a Hope di andare a Parigi per verificare quale sia stato il loro destino durante la Seconda guerra mondiale, se davvero non ci sia alcun superstite. Con sgomento, la nipote si sente confermare che Picard è il vero cognome di Rose, prima che abbandonasse la Francia. Perché la nonna non le ha mai parlato della sua vita in Francia, se non per stereotipi da turista? Che cosa le ha sempre tenuto nascosto? E perché chiama spesso "Leona" la sua pronipote Annie? 

La curiosità alimenta il desiderio di andare in Francia, ma non è facile pensare di abbandonare la pasticceria, comprare un volo costoso in questo momento economicamente difficile, e andare in avanscoperta a Parigi. Su sprone di Annie e di Gavin, Hope decide di fare questa follia, ma non sa cosa l'attenderà e lo taccio, perché i lettori devono scoprire in prima persona le storie straordinarie di solidarietà e d'amore che Rose ha portato con sé per tanti anni, compiendo talvolta scelte difficili da comprendere per la nipote. 

Ciò che posso anticipare è che il romanzo, raccontando solo a posteriori e dall'esterno storie legate ai rastrellamenti degli ebrei e riassumendo rapidamente i giorni in campo di concentramento di alcuni personaggi, privilegia guardare da vicino soprattutto la storia di chi è riuscito a fuggire e a trovare rifugio in America, ovvero Rose. E testimonia una realtà meno nota di quanto è successo durante la Seconda guerra mondiale: non di rado gli ebrei sono stati aiutati nella fuga dai mussulmani presenti a Parigi (e lo posso dire, perché si legge anche nel risvolto di copertina). Come, perché, a quali condizioni, lo scoprirete nel corso della lettura, che mantiene sempre un passo da commedia vivace, con alcuni colpi di scena certamente d'impatto. Avvincente perché sprona a scoprire la conclusione con quel gusto un po' istintivo per lo svelamento e le agnizioni, non scevro di una componente romantica, che è legata sia al passato di Rose sia al presente di Hope, Finché le stelle saranno in cielo ci ricorda la possibilità di sognare e di credere che persino le storie più impossibili possono trovare una dolce conclusione.

GMGhioni