Continua il nostro viaggio tra le varie città del mondo e stavolta, dopo Roma, Firenze e Londra ci spostiamo ancora più in là, per uscire dal continente e arrivare fino in Giappone! Ebbene sì, anche il Paese del Sol Levante ha offerto nel corso del tempo - e continua a farlo ancora oggi - moltissime occasioni di lettura, tra pubblicazioni di viaggio, letteratura nipponica, libri ispirati a leggende locali, fino ad arrivare ai famosissimi e caratteristici manga.
Prima di partire ci prepariamo un po', con alcune guide d'eccezione: la prima è Laura Imai Messina, famosissima per la sua opera di divulgazione della cultura nipponica, prima con il suo blog “Giappone Mon Amour”, e poi con i suoi libri che, attraverso storie delicate e toccanti, ci fanno entrare nello spirito giapponese. Tokyo orizzontale (Piemme, 2014), il suo romanzo d'esordio, ci porta a conoscere la capitale nella sua veste notturna, capace di accogliere e abbracciare i protagonisti della storia, tutti ragazzi che ancora non sanno quale strada intraprendere nella propria vita. Di diverso impianto, invece, Non oso dire la gioia (Piemme, 2018), che racconta principalmente, ma anche qui con alcuni comprimari, la storia di Momoko, ragazza divisa tra due mondi poiché è di origine giapponese ma è cresciuta in Italia. Se in primo momento queste due anime danzano tra loro in maniera armoniosa, grazie anche al suo lavoro di interprete, ben presto un richiamo diverso rimescolerà le carte. In occasione dell'uscita di quest'ultimo libro, la nostra Federica Previtera ha anche avuto il piacere di rivolgerle qualche domanda (qui l'intervista).
Se Laura Imai Messina ha scelto la forma romanzo per raccontarci Tokyo con i suoi occhi,
cioè quelli di un'italiana che si è trasferita lì da giovanissima e poi ha scelto - complice l'amore - di restare, Giorgio Amitrano opta per il saggio, offrendoci un altro punto di vista, quello di uno studioso che ha approfondito la cultura e la lingua del Giappone, diventando uno dei traduttori più importanti del nostro Paese e uno dei massimi esperti della cultura nipponica. In Iro iro (DeA Planeta, 2018), Amitrano offre un affresco lucido, un preziosissimo saggio in cui i diversi aspetti di questo affascinante Paese vengono esaminati e spiegati con viva passione e chiarezza espositiva.
Per prepararci al meglio, infine, non ci facciamo mancare nemmeno una vera e propria guida di viaggio, ma attenzione: non una delle solite. La serie The passenger (Iperborea, 2018) offre sempre spunti originali e non manca mai di approfondire gli aspetti culturali di una meta, per entrare davvero nello spirito di un Paese: reportage, racconti, interventi critici, tabelle demografiche, fotografie particolarmente rappresentative, e altro ancora.
Una volta approdati nella capitale nipponica, si può allargare lo sguardo, per cogliere le meraviglie del Paese, ma anche gli aspetti più controversi. Mateusz Urbanowicz, polacco residente a Tokyo, ad esempio, ci affascina con due volumi, editi entrambi da Ippocampo, che ci mostrano lati diversi della città: Botteghe di Tokyo (Ippocampo, 2021) raccoglie al suo interno delicate illustrazioni dedicate a questi negozietti, caratteristici e simpatici, tipici della città, mentre in Notti di Tokyo (Ippocampo, 2022) deliziose tavole ad acquerello rappresentano le notti e ciò che le illumina: insegne luminose che si riflettono sull'asfalto lucido, scorci insoliti che disegnano profili misteriosi, finestre illuminate che nascondono vite altrui.
Yu Miri, invece, donna sudcoreana trasferitasi in Giappone, in Tokyo - Stazione Ueno (21 lettere, 2021), sceglie di concentrarsi su un aspetto meno romantico e purtroppo più crudo: i moltissimi senzatetto che affollano la stazione di Ueno, snodo fondamentale per i viaggi del nord del Giappone. Attraverso i racconti e le diverse voci presenti nel libro, mette in luce il contrasto tra l'arricchimento dei pochi e l'impoverimento dei molti.
Parlare della società giapponese significa anche parlare del ruolo delle donne. A tale scopo, due titoli sono particolarmente interessanti: il primo, Ballata malinconica di una vita perfetta (Mondadori, 2021), accende le luci sulle ombre della società nipponica per quanto riguarda le aspettative sociali sull'essere madri. La protagonista, infatti, vive con estremo disagio il confronto con le altre donne, soprattutto perché ogni minima difformità dalla massa, come l'aver mandato il proprio figlio a scuola con un panino del supermercato invece che con il bento preparato in casa, ricade su di lei come un'onta imperdonabile. Queste difficoltà, assieme alla sensazione di non saper gestire al meglio la crescita dei figli, e il profondo senso di solitudine che sente, fanno sì che la donna trovi una via d'uscita, pensando per la prima volta a se stessa. Il secondo titolo che si può proporre, su questa linea, è L'ultimo volo per Tokyo (Atmosphere libri, 2020), di Hayashi Mariko, una raccolta di cinque racconti scritti tra il 1984 e il 1985, tutti accumunati dal fatto che le protagoniste sono donne brillanti al comando della loro vita, in netta contrapposizione (e forse polemica) con la realtà sociale nipponica, che vede il femminile tendenzialmente sempre in posizione subordinata al maschile.
Per addentrarci nella letteratura nipponica, invece, possiamo partire dai celeberrimi manga, un tipo di pubblicazione decisamente caratteristica. Data la vastità delle proposte, diventa difficile proporre qui una rassegna, tuttavia possiamo consigliarvi uno degli ultimi, La Taverna di Mezzanotte - Tokyo stories, serie che è diventata un vero e proprio best seller nel paese d'origine e che è stata pubblicata in Italia da Bao Publishing (casa editrice specializzata in graphic novel, che per i manga ha una collana specifica). In quest'opera, si raccontano diverse vicende, tutte gravitanti attorno ad una tradizionale izakaya (ovvero una di quelle piccole e locali taverne giapponesi adatte ad un pasto veloce) situata nel quartiere Shinjuku a Tokyo. Questa izakaya, in particolare, è aperta solamente da mezzanotte alle sette del mattino, quindi le storie e i personaggi che vi entrano sono, per così dire, atipici e anticonvenzionali.
Inoltre a Tokyo, perlomeno in quella letteraria, c'è un altro locale divenuto famosissimo negli ultimi anni: un locale in cui basta un caffè... per essere felici. Stiamo parlando del grandissimo successo internazionale ottenuto da Toshikazu Kawaguchi con Finché il caffè è caldo (Garzanti, 2020) a cui poi hanno fatto seguito Basta un caffè per essere felici (Garzanti, 2021), Il primo caffè della giornata (Garzanti, 2022) e infine Ci vediamo per un caffè (Garzanti, 2023). In questo locale, è possibile ordinare un caffè speciale, che, se bevuto ad un tavolo particolare, permette di compiere un viaggio nel tempo. Attenzione, però, perché bisogna rispettare una serie di regole specifiche, tra cui quella che dà il titolo al libro, altrimenti la punizione sarà terribile.
Tuttavia, se parliamo di letteratura giapponese e di Tokyo, non si può chiudere il nostro racconto senza dedicare un doveroso spazio a Murakami Haruki. Di lui potremmo davvero dire molte cose e non basterebbe lo spazio per spiegare quanto la sua opera sia stata importante per la diffusione della letteratura nipponica in Occidente. Tra tutti i moltissimi titoli pubblicati e presenti sul nostro sito, una menzione d'obbligo va a Norwegian Wood - Tokyo Blues (Einaudi, 2006), un libro che negli anni è diventato un vero e proprio cult, anche nel nostro Paese. Un romanzo di formazione che è qualcosa di più che un affresco nipponico (anche), semmai un quadro vivo e fresco di un ragazzo in crescita.
A questo punto, non ci resta che preparare un bel the verde e... volare - seppure virtualmente - verso il Paese del Sol Levante!