Buongiorno a chi ci legge,
sia chi è di ritorno alla quotidianità, sia chi si gode ancora la coda delle vacanze ha bisogno di un po' di carica. Dopo i (si spera) ritmi più pigri di agosto, ritornare alla babele di impegni e di incastri giornalieri può vanificare gli effetti corroboranti delle ferie: serve qualcosa che ci sostenga. La Redazione arriva in soccorso con dei titoli che sono un concentrato di energia!
Buone letture e buon inizio mese,
la Redazione.
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David consiglia
Bulky di Raffaella Simoncini (Neo edizioni)
Perché: a settembre ogni cosa ricomincia, che sia la scuola, l'università o il lavoro. Ricominciano le nostre vite e facciamo progetti, tiriamo su buoni propositi. Anche la protagonista di Bulky, romanzo d'esordio di Raffaella Simoncini targato Neo edizioni, vuole ricominciare dopo una brutta malattia. Vuole riprendere in mano la sua vita e ha la grinta giusta per provarci.
A chi: a coloro che sognano di avere una seconda possibilità e che, a prescindere dall'ottenerla o meno, si impegnano per andare avanti nonostante tutto.
Deborah D'Addetta consiglia
Ho paura torero di Pedro Lemebel (marcos y marcos)
Perché: per anni il libro più venduto in Cile, forse perché Lemebel fu uno dei primi autori – se non il primo in assoluto – a portare il tema dell'omosessualità all'attenzione del grande pubblico, questo romanzo parla di una storia d'amore tra la Fata dell'angolo, un travestito esuberante e romanticissimo, e Carlos, dissidente politico che ha come scopo nella vita quello di vedere cadere il regime di Pinochet. Parallelamente, seguiamo lo stesso Pinochet e sua moglie, in un affresco che dipinge lui come un omuncolo spaventato e insicuro e lei come la vera "autoritaria" della famiglia.
Le vite di questi quattro personaggi si incroceranno in un disastro finale che, anche se non in modo definitivo, segnerà una resa dei conti. Lo consiglio perché è un romanzo sensuale, colorato, barocco, esplicito, politico. La scrittura di Lemebel è unica nel suo genere e si può dire senza ombra di dubbio che sia uno di quei testi che segnano fortemente il lettore.
A chi: agli amanti delle storie di personaggi queer, per chi cerca la lotta politica in difesa dei più deboli, degli emarginati, di chi esprime se stesso in modi non convenzionali e, spesso, malvisti dalla società. Lo consiglio a chi ha amato Scende giù per Toledo di Giuseppe Patroni Griffi e Le cattive di Camila Sosa Villada.
Deborah Donato consiglia
La figlia unica di Guadalupe Nettel (La Nuova Frontiera)
Perché: ci porta ad aprire il nostro sguardo sulla maternità, sul prendersi cura, sul destino e la scelta, sulle occasioni della vita come possibilità. Con delicatezza e intensità Guadalupe Nettel entra nel cuore delle donne protagoniste di questo libro e ci regala un affresco dell'universo femminile autentico e toccante.
A chi: per ricominciare ha bisogno di storie che toccano, che commuovono, che entrano lentamente dentro per fiorire
Debora Lambruschini consiglia
Weyward di Emilia Hart (Fazi)
Perché: le donne insolite fanno paura, ancora. Un romanzo che intreccia abilmente le storie di tre donne ed epoche diverse, un legame che trascende il tempo e lo spazio. Per raccontare una storia di resistenza alla violenza e al sospetto, dalla Cumbria della caccia alle streghe alla Londra dei giorni nostri. Una trama avvincente ma anche ricca di spunti e tematiche su cui soffermarsi a riflettere: il corpo delle donne, la violenza, le parole, la maternità, le aspirazioni soffocate.
A chi: a tutte le streghe. A chi si ribella. A chi crede nella forza della sorellanza.
Giada consiglia
Alzarsi di Helga Schubert (Fazi editore)
Perché: il passato può impedire il futuro, se non riusciamo a rappacificarsi con esso. In Alzarsi, la nota autrice tedesca Helga Schubert rievoca le tappe della sua vita, non omettendo nessun dettaglio doloroso o scomodo: dalla nascita in Germania durante la Seconda Guerra Mondiale, alla costruzione del Muro di Berlino fino alla sua caduta, l’autrice ci accompagna nel viaggio della sua vita con ironia e consapevolezza perché fare i conti con un passato doloroso è il primo passo per ritrovare almeno una parvenza di serenità. L’occasione per rievocare la sua vita sarà la morte della madre: una donna fredda, segnata dalle violenze della guerra che non è mai riuscita a dimostrare l’affetto per la figlia; Helga, dunque, parte da questa freddezza per analizzare tutti i traumi della sua vita.
A chi: a chi vuole conoscere una delle scrittrici tedesche più note, a chi vuole leggere una storia privata e collettiva insieme, a chi cerca un po’ di fiducia e grinta, magari dopo un periodo difficile.
Giulia consiglia
Come uccidere la tua famiglia di Bella Mackie (HarperCollins)
Perché: non è importante quale sia l'obiettivo che ci stiamo prefissando. Può essere iscriversi in palestra, bere più acqua, guadagnare di più o, perché no, fare fuori la famiglia disfunzionale che non ci ha mai riconosciuto: basta impegnarsi e sarà possibile realizzare ogni cosa. Grace Bernard, strategica ed egoriferita pianificatrice, sta mettendo a punto il suo piano da anni e non si fermerà fino a che l'ultimo membro della famiglia Artemis non sarà sotto mezzo metro di terra.
A chi: a chi si sente soverchiato dagli impegni del rientro. Con un po' di organizzazione, determinazione e quel pizzico di cinismo per metterci al riparo, tutto sarà possibile. Grace, in questo, è la coach life perfetta.
Gloria consiglia
Free Love di Tessa Hadley (Bompiani)
Perché: ricominciare è sempre possibile. Lo dimostra la protagonista, la quarantenne Phyllis Fischer, che rinuncia alla sua vita borghese a costo persino di "strapparsi" dalla sua famiglia, pur di ricominciare. Un nuovo amore, nuovi amici, una nuova idea del sesso, nuova musica e nuove riflessioni sulla politica e sulla società. Ambientato nel 1967, il romanzo guarda ai cambiamenti portati nella Londra dell'epoca attraverso gli occhi di una donna che è stata a lungo madre e moglie, rinunciando a molto del suo essere donna pensante.
A chi: a chi cerca una riscossa forte, anche brutale, in un romanzo familiare e di riscatto personale davvero ben scritto (e anche questo aspetto dà certamente un'ottima carica, in vista dell'autunno con tanti nuovi lanci editoriali!).
Sabrina consiglia
Vincenzina ora lo sa di Maria Rosaria Selo (Rizzoli)
Perché: settembre è il mese del lavoro, della ripartenza. E Vincenzina se ne intende, lei ha dovuto ripartire reinventandosi la sua propria vita, da studentessa modello all'Università di Napoli, con il sogno di diventare insegnante, a operaia addetta alle pulizie dentro 'o cantiere, l'Italsider di Bagnoli. Un libro forte sulla capacità di non arrendersi mai, sulla forza di volontà che spinge ad affrontare i dolori della vita e a ritrovare il bello, in questo caso la sorellanza delle colleghe.
A chi: a chi ama immergersi in un'epoca diversa dalla nostra, in questo caso una Napoli degli anni Settanta, tra coscienza operaia e prime lotte per i diritti dei lavoratori e a tutti i lettori interessati allo sviluppo del tema del lavoro nei romanzi.
Samantha consiglia
Ritual di Dimitris Xygalatas (Feltrinelli)
Perché: per iniziare ogni cosa, ogni giorno, compiamo una serie di azioni che possono rientrare nei rituali. Capire cosa si cela dietro il loro significato, comprendere il motivo per cui sono così importanti per noi e da cosa dipende la loro durata nel tempo, potrà illuminare le nostre scelte e darci la giusta carica per affrontare le sfide che ogni giorno la vita ci riserva. Allo stesso tempo potremmo capire alcuni meccanismi malsani, utilizzati come fossero riti, che ci portiamo dietro e che nel mondo moderno cercano di indurci a fare una cosa piuttosto che un'altra. I riti inoltre hanno un potere enorme sulla nostra mente, sul nostro corpo e sulla nostra capacità di affrontare in generale la vita.
A chi: a chi vuole capire cosa ci spinge, dopo milioni di anni, a fondere la nostra individualità con l'identità collettiva, a comprendere cosa ci spinge a sentirci una cosa sola con gli altri, quando partecipiamo a un concerto o a una manifestazione sportiva.
Stefano consiglia
Ohio di Stephen Markley (Einaudi)
Perché: è un ritratto a tinte forti – spesso fortissime – di una quotidianità malata sullo sfondo della provincia americana; non l’ennesimo lamento sul degrado e sulla povertà sia economica che morale di chi è rimasto ai margini della società, non una carrellata di personaggi prevedibilmente appartenenti alla categoria white trash, piuttosto una riflessione su come il male possa insinuarsi anche nelle vite di persone apparentemente normali, uguali a noi; una riflessione su quanto violenza e una fondamentale solitudine siano il vero problema culturale di una società. Da qui il male che pesa, in maniera diversa ma comunque implacabile, su vittime e carnefici. Tutti loro, nessuno escluso, si troveranno a fare i conti con il proprio passato nel tentativo, che non a tutti riuscirà, di ricomporre i pezzi della propria esistenza per affrontare gli anni a venire.
A chi: a chi ama le trame complesse, le storie con più narratori e più prospettive; per chi, come chi scrive questo consiglio, ama/odia visceralmente quel mondo terribile e fantastico che è la smalltown America.
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