Un altro Leopardi in “Spalancare gli occhi sul mondo” di Marco Antonio Bazzocchi


Spalancare gli occhi sul mondo. Dieci lezioni su Leopardi.
di Marco Antonio Bazzocchi
Il Mulino, 2023

pp. 234
€ 18 (cartaceo)
€ 12,99 (ebook)

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Fin dalla scuola siamo abituati ad avvicinarci, in modo didattico e pedagogico, ai Giganti della nostra letteratura e, frequentemente (anche per ragioni di tempo), rimangono agli occhi degli studenti marginalizzati ai loro versi e alle loro opere. Eppure, ognuno ha varie chiavi di accesso e, attraversarli di volta in volta, dona una prospettiva inconsueta a cui non siamo abituati. Questo approccio diventa agli occhi del lettore uno strumento potentissimo, capace anche di scardinare, e quindi abbattere, tutti quei luoghi comuni che ruotano attorno agli scrittori della nostra letteratura. 
Vorrei sfatare un luogo comune: che Leopardi sia un autore malinconico che elabora una visione del mondo definita spesso «pessimista», tanto che a volte il suo presunto «pessimismo» viene definito «cosmico» per indicarne una dimensione che va molto oltre quella umana. (p. 75)
Ecco, il volume Spalancare gli occhi sul mondo. Dieci lezioni su Leopardi di Marco Antonio Bazzocchi offre un’altra porta di accesso alla poetica leopardiana. In questo volume, l’autore ci accompagna in un viaggio nella poetica di questo immenso autore attraverso un punto cardine ma non scontato della sua poetica: l’immaginazione. Sapevamo già quanto la visione di questo poeta fosse arguta e conoscitrice dell’animo umano, ma quello che, forse, non avevamo mai notato è che il poeta recanatese impregna di immaginazione ogni sua parola in versi e in prosa (dalle poesie allo Zibaldone fino a Le operette morali) ; un’immaginazione tale che lo porta ad attraversare la ormai nota siepe dell’Infinito e a entrare così in «dimensioni inimmaginabili» (p. 21). Sì, perché se ben pensiamo a questa poesia immortale, non sono le parole a fare la differenza - tutte abbastanza semplici nella loro grandezza -, ma è proprio la capacità di Leopardi di trasportare, in primis sé stesso e poi il lettore, in un altro mondo. Un mondo che sfrutta l’immaginazione, e quindi il processo di pensiero, per entrare nell’interiorità e nell’umanità dell’autore e che alla fine rispecchia, o del tutto o almeno in parte, ognuno di noi.
Leopardi sta pensando a una figura di nuovo sapiente, un sapiente che non elabora sistemi o analizza l’esistente, ma riesce a cogliere le contraddizioni presenti nei pensieri dominanti e a rovesciarle comicamente, ritagliandosi uno spazio a parte, un luogo di azione dal quale rilanciare il valore dell’immaginazione e delle illusioni, quelle utili a vivere. (p. 85)
L’immaginazione leopardiana non è, come può sembrare, la fuga da una realtà difficile e insopportabile o un rifugio filosofico, ma, al contrario, è prima di tutto uno strumento e un modo per andare oltre quello che il Poeta vede quotidianamente: ogni dettaglio, ogni oggetto, ogni sensazione diventano così qualcos’altro nei suoi pensieri e nella sua poesia ed è come se l’immaginazione diventasse una via da attraversare per arrivare a qualcosa di nuovo «che […] supera i confini dell’io, o che allarga questi confini» (p. 23). Ed è qui un altro nodo cruciale di questo viaggio perché questa capacità immaginativa, come ben dimostra l’autore, non è limitata ai versi più noti dell’autore, ma attraversa trasversalmente tutta l’opera leopardiana e mostra quanto sia ancora oggi attuale: dal rapporto con la Natura, così complesso e complicato, alla filosofia, Leopardi dimostra ancora un’attualità precisa e puntuale.

D'altra parte, il significato del volume sta tutto nel titolo: Spalancare gli occhi sul mondo. Sì, perché, in questo viaggio, Marco Antonio Bazzocchi porta il lettore a far comprendere come sia oggi leggere (o rileggere) le opere di Leopardi. I suoi versi costringeranno a guardare, magari con occhi leopardiani, il nostro mondo così difficile. Ed è innegabile come questo volume accompagni dentro e fuori Leopardi, passando da una porta sicuramente non consueta e banale e che trova «un altro tono» (p. 220) – e aggiungerei un altro modo - per entrare in contatto con i suoi versi. 

Giada Marzocchi