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#PercorsiCritici - n. 48 - Le ombre della sera: libri sul buio

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L'autunno porta con sé tante cose: castagne, prime piogge, tazze di tè fumanti e copertine leggere. Sullo sfondo, un cielo che si fa più grigio accompagna le letture pomeridiane con lo scurirsi - sempre più anticipato - del suo orizzonte. Prendendo spunto da ciò, abbiamo pensato per questo #PercorsiCritici di proporre delle letture a tema, sfruttando le diverse sfaccettature che il buio possiede. Questa parola, infatti, presenta differenti accezioni e può sia indicare la notte, semplicemente, sia sentimenti oscuri, complessi, che prendono forma nel momento in cui si spegne la luce - ovvero la speranza - dentro il nostro animo. Inoltre, l'assenza di luminosità è solitamente associata anche alle storie noir - appunto - e ai gialli polizieschi più accattivanti, in cui il buio copre la fuga dei malfattori e ne confonde le tracce.

A quest'ultimo proposito potremmo citare davvero molti autori, ma scegliamo, a titolo di esempio, Piergiorgio Pulixi, che in La scelta del buio (Edizioni e/o, 2017), mette in scena Vito Strega, un commissario che subisce un pesante ostracismo da parte dei suoi colleghi, a causa di un sospetto infamante: si pensa, infatti, che abbia ammazzato il suo collega e sia riuscito a farla franca. Con tali premesse, risulta facile immaginare lo stato d'animo del protagonista, nella cui anima si addensano sentimenti scuri come la notte, i quali lo portano, però, a sviluppare un particolare talento per capire le dinamiche delle indagini che gli vengono affidate, scendendo nel buio della mente umana...

Altro titolo che porta l'oscurità nel titolo è Buio padre di Michele Vaccari (Marsilio, 2023). Crinale è un paesino dell'entroterra ligure, di poche anime, in cui un gruppo di amici decide di organizzare una festa per salutare l'amico Vinicio, che, a causa del licenziamento del padre, è costretto a cambiare città a breve. Questa festa avrà luogo in un posto da brividi, una chiesa ribattezzata maledetta, ma in quella sera un temporale improvviso, scoppiato nel buio della notte, provocherà una serie di reazioni a catena.

Quando invece con buio si intende una giovinezza rubata alla spensieratezza, ecco che ci viene in mente la recente uscita di Michael Robotham, La ragazza che viene dal buio (Fazi Darkside, 2022), in cui la protagonista ha attraversato l'oscurità e l'ha interiorizzata, fatta sua, rendendola ormai una parte di sé. E cosa succede se l'investigatore con cui collabora decide di far luce su quel passato misterioso?

Sempre sulla stessa linea, uno dei maestri del genere, Gianrico Carofiglio, ha saputo dare al buio e alla notte un altro significato ancora, approfittando del tempo sospeso che la notte offre per mettere in scena una serata atipica tra un genitore e un figlio, in Le tre del mattino (Einaudi, 2007). Antonio è un ragazzo che soffre di una rara forma di epilessia, per cui non sembrano esserci cure davvero risolutive. Un giorno, però, si scopre che a Marsiglia un medico sta provando una terapia sperimentale e la famiglia di Antonio decide di tentare anche quella strada. Così, dopo vari controlli, arriva l'ultimo test da affrontare con cui capire se il ragazzo sia davvero guarito: restare sveglio due giorni. Ad accompagnarlo, il padre, che Antonio conosce poco perché separato da tempo dalla madre. Sarà questo viaggio, tra il sonno e la veglia, a far sì che, affrontando l'oscura notte marsigliese - quasi come fossero fuori dal tempo e dallo spazio - padre e figlio si conoscano davvero.

Il buio che cancella i connotati del giorno e crea un'unica tela uniforme in cui si perde la percezione del tempo (un po' come quando nevica, anche se in maniera cromaticamente opposta), è alla base anche del romanzo Le nostre anime di notte (NN editore, 2017), di Kent Haruf. Addie e Louis sono amici da tempo immemore, lei era amica della defunta moglie di lui, ma il loro rapporto è sempre stato cordialmente superficiale. Un giorno, però, Addie, propone a Louis di dormire con lei, non per avanzare una proposta indecente, per così dire, ma per unire le loro solitudini. Ed è così che l'un l'altro possono aiutarsi a superare le notti, facendosi un po' di compagnia tramite le parole, le quali riescono a colmare le loro tristezze, fino a trasformare una conoscenza in un'appartenenza.

Appartenenza che sperimentano anche Angelica e Tommaso, protagonisti di Non aspettare la notte (Longanesi, 2016), di Valentina D'Urbano. La prima è una ragazza che si nasconde dietro un grande cappello, per non mostrare al mondo le sue ferite, mentre il secondo sta perdendo progressivamente la vista a causa di una malattia degenerativa. Sarà proprio il buio che gradualmente avvolge la vita di Tommaso a costituire per i due la parentesi di autenticità che entrambi cercano per scoprirsi davvero l'un l'altra. Nelle notti più buie sapranno scoprirsi e riconoscersi per quello che sono davvero.

L'amore che vivono Angelica e Tommaso fa del buio la circostanza necessaria per un disvelamento del cuore, tuttavia anche Hop! edizioni ha messo in relazione amore e luce, pubblicando nel 2019 Amore mio illuminato, un libro in cui vengono illustrate diverse storie d'amore, colte nei loro istanti di luminosità ma anche in quelli d'ombra.

Parlando di buio, però, non possiamo non citare un classico, che salta subito in mente, non appena si parla di questa circostanza, ovvero Il buio oltre la siepe, di Harper Lee. Classico dei classici, intramontabile romanzo che fa dell'oscurità la rappresentazione cruda del pregiudizio da affrontare e smontare.

E voi, quale libro sceglierete per accogliere le ombre della sera?