Decostruire l'immagine dell'uomo "tipo": le mascolinità spiegate dall'autrice francese transgender Daisy Letourneur in "Uomini non si nasce"


Uomini non si nasce - Piccolo trattato femminista sulle mascolinità
di Daisy Letourneur
Fandango Libri, settembre 2023

pp. 272
€ 19 (cartaceo)
€ 9,99 (e-book)

[...] potrebbe sembrare che di uomini si parli già troppo. A ben vedere, tuttavia, parliamo molto di uomini ma più di rado degli uomini (p. 9)
Daisy Letourneur, autrice trans francese, curatrice del blog La Mecxpliqeuse (il blog che spiega la vita agli uomini, come dice lei stessa), pubblica con Fandango Libri questo saggio molto frizzante ma altrettanto serio, sulla decostruzione della mascolinità. Anzi, delle mascolinità: Letourneur ci spiega che non ne esiste una sola, come un dogma, ma che «non c'è un solo modo di essere uomo, né una norma monolitica da seguire: ognuno e ognuna di noi negozia quotidianamente il proprio rapporto con la mascolinità» (p. 31).
Tra disegnetti molto ironici e rimandi a grandi filosofi, filosofe, esperti ed esperte di gender studies, l'autrice ci prende per mano, per aiutarci a superare un terreno scivoloso e spesso sottovalutato: parlare di uomini, esaminare la loro posizione nel mondo.
Sembra banale, ma non lo è affatto: in primo luogo perché l'autrice, prima della transizione, era un uomo, e in seconda battuta perché la maggior parte delle volte si parla dell'uomo in relazione a un evento che riguarda la donna - una violenza, un abuso, una tragedia - e quasi mai in relazione a esso come persona, come esponente di un genere (cosa che si fa invece, anche troppo e nei termini sbagliati, con le donne).
Letourneur si chiede: cosa fa sì che uomo sia un uomo? Una domanda che, nella sua estrema semplicità, genera un corto circuito. L'autrice impiega lo spazio di un saggio per rispondere, ma in questa sede potremmo riassumere così: un uomo è tale «in base alle sue azioni e a quelle delle persone che lo circondano» (p. 23).
E invece, anche quando un ragazzo crede di star agendo per sedurre, non di rado sta combattendo per guadagnarsi un posto nella grande competizione di cazzi che è la sua vita (p. 125)

Il saggio si divide in quattro parti: La natura maschile, Quello che si dice degli uomini, Gli uomini tra loro e Con le donne. Le domande chiave che si pone (e che pone a noi) l'autrice sono sono volte a scavare a fondo per comprendere la natura dell'uomo, la sua genetica, i suoi comportamenti, il modo in cui la società lo forgia, il modo in cui le donne interagiscono con la sua figura, non in quanto uomo e basta, ma come persona parte di una collettività, una collettività fatta di maschi come lui.
Perché una delle teorie più divertenti di Letourneur è che l'uomo in realtà non nasca tale, ma ci diventi, per condizionamento ambientale, psicologico, familiare (pensiamo solo ai bambini a cui viene proibito di giocare con le bambole, oppure alla fobia di alcuni genitori e/o insegnanti nel pensare al proprio figlio o allievo come un futuro uomo omosessuale), per adattamento, per far parte di un branco.
Nel corso del libro, proprio a causa di queste imposizioni, si sottolinea la stoicità che alcuni uomini devono abbracciare, perché piangere è da femminucce (doppia offesa), perché un uomo "vero" non mostra emozioni, perché è possibile avere amici maschi fin tanto che i rapporti si fermano al lecito.

La femminilità e l'omosessualità dei bambini sono così pericolose in quanto rimettono in discussione categorie che sono state innalzate come imperiture, naturali, insuperabili e su cui si basa un intero sistema di dominazione (p. 144)

Questa è una parte molto interessante del saggio, perché si parla molto spesso delle colpe degli uomini, e quasi mai di ciò che, anche loro, devono affrontare per poter mantenere le fondamenta del patriarcato. Inoltre, punto a favore, bisogna pur ammettere che non tutti gli uomini sono misogini, omofobi, sessisti, maschilisti, e nel caso lo fossero, l'autrice ci spiega perché, senza giudicare.
La prospettiva "privilegiata" di Letourneur ci permette di capire le ragioni di una parte e dell'altra, tramite spiegazioni efficaci, riassunti, consigli di testi sul tema, disegni divertenti, quindi è vero che leggiamo un piccolo trattato, ma lo facciamo senza essere appesantiti da velleità accademiche.
A dire il vero, io credo sia un libro che parla di uomini in modo sincero, spiccio, dedicato proprio agli uomini: padri, mariti, uomini in carriera, uomini omosessuali, macho, uomini femministi e antifemministi, e anche uomini per bene.
L'ultima parte, com'è naturale, si occupa delle relazioni tra uomini e donne: l'autrice tocca il tema del consenso, del sottile confine tra seduzione e molestia, della decostruzione dei punti fermi che hanno sempre sostenuto l'immagine dell'uomo perfetto quale virile, fermo, deciso, l'uomo-che-non-deve-chiedere-mai, per cercare di proporre un nuovo modello di uomo (o quantomeno per auspicarlo), più libero dalle imposizioni sociali, più empatico, più felice, in fondo.
Un testo che consiglierei a tutti i miei amici uomini, e anche alle loro fidanzate, compagne e mogli. Si capisce tanto, ci si apre la mente, si scoprono concetti apparentemente facili ma cui quali, chissà perché, non ci soffermiamo mai .
Un ottimo saggio sul tema, divertente e brillante.

Deborah D'Addetta