di Thomas Brochard-Castex e Fabien Grolleau
traduzione di Sara Prencipe
add editore, settembre 2023
pp. 150
€ 20,00 (cartaceo)
In un futuro non troppo distante, il mondo intero è stato sommerso dalle acque dopo che il risveglio di un batterio ha causato lo scioglimento di tutti i ghiacci. Non vi sono più terre emerse se non qualche scoglio isolato, che in realtà corrisponderebbe alla cima di qualche montagna. L’oceano, un’unica distesa blu profondissima, è abitato da creature il cui scopo sembra annichilire gli ultimi residui di civiltà umane. Da qualche parte è esistita per qualche tempo una sorta di città galleggiante costruita faticosamente negli anni a partire dagli scarti e dai detriti di navi, container ecc. ma oggi di quel luogo non vi è traccia.
Grande oceano non brilla certo per originalità: né dello scenario che,
appunto, richiama un immaginario noto – il post-apocalittico, lo scioglimento
dei ghiacci, le sterminate distese di acqua; né dei personaggi, perché l’accoppiata
del padre che deve sopravvivere a tutti i costi per tenere al sicuro il figlio
è uno dei topoi classici della letteratura; né, infine, della trama,
perché poco accade nel graphic novel: si sfugge ai mostri marini, si cerca
qualcosa che non esiste, si tenta di ricostruire qualcosa perso per
sempre. Gli autori non insistono neanche troppo sull’entrare in empatia con i
lettori, perché i personaggi sembrano abbozzati nei tratti così come nella
caratterizzazione. L’uomo e suo figlio risultano infatti piuttosto monodimensionali
e tratteggiati a partire da qualche dettaglio: l’amore perduto dell’uomo, l’innocenza
macchiata del figlio. Complici forse un’ambientazione già vista e il mancato
approfondimento di ciò che può celarsi sotto la superficie dell’acqua (unico
vero punto d’interesse, poiché lo scioglimento dei ghiacci ha portato nel nostro
mondo qualcosa di nuovo, di mai visto prima), sta di fatto che le centocinquanta
pagine scorrono senza che veramente ci si affezioni a qualcosa in particolare. Anche
la tematica ambientalista è appena accennata e mai affrontata direttamente: se
ne sta lì, a osservarci da lontano, come qualcosa che diamo per scontato.
Grande oceano è dunque un’opera che ha un enorme potenziale. Qualcosa però
sembra non aver funzionato né nella scrittura né nel comparto grafico. Un peccato.
David Valentini