di Tommaso Scotti
Longanesi, 2023
pp. 320
€ 19,90 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)
Questa volta il romanzo prende le mosse dal ritrovamento di un cadavere che si rivela essere un vecchio compagno di classe di Nishida: Jin Kazama, ovvero colui con il quale aveva condiviso non solo compiti e lezioni ma anche esperienze importanti che formano una adolescente, come un episodio in cui Nishida, bullizzato perché non di origine interamente nipponica, venne difeso proprio da Kazama. La cosa più curiosa, però, è che nella tasca dell'abito del cadavere viene ritrovato un biglietto da visita che riporta proprio il nome di Takeshi Nishida: come mai? Si tratta forse di un messaggio in codice, un estremo tentativo di indirizzare sulla strada giusta i poliziotti che avrebbero ritrovato il suo corpo? Oppure Kazama stava per chiamarlo? Nishida si trova catapultato improvvisamente nel passato, trent'anni prima, per ricostruire le tracce di quel compagno di cui aveva perso notizia e che si era avvicinato ad ambienti poco limpidi, mentre lui, aveva intrapreso una strada totalmente opposta, iniziando a lavorare in Polizia.
In virtù di quel passato comune, e di quel vincolo antico di fedeltà e riconoscenza verso la persona che l'aveva salvato dai bulli, Nishida non vuole arrendersi all'idea che si tratti di un suicidio e, mentre si chiede come possa essere arrivata quell'arma sul luogo del delitto, dato che queste in Giappone sono difficilmente reperibili, a meno che non si frequentino persone poco raccomandabili, porta avanti le indagini, opponendosi all'archiviazione del caso.
Così, interrogatorio dopo interrogatorio, Nishida scende sempre più in un vortice a spirale, verso quella realtà giapponese poco conosciuta delle bosozoku, bande di motociclisti responsabili di risse, corse clandestine e attività illecite.
In tutto questo, trova spazio anche la rappresentazione della vita privata di Nishida, colpito dalla recente separazione ma confortato dall'affetto della figlia e dalla presenza della gatta Kuromame. Scotti si muove ormai totalmente a proprio agio tra le mosse di Nishida e con una scrittura attenta e minuziosa, ci mostra i vicoli di un Giappone poco frequentato, lontano dalle rotte turistiche e dalle foto patinate delle riviste specializzate. A colpire, in particolare, è l'abilità di Scotti nella costruzione di una trama fitta ma limpida, quasi come un gioco enigmistico e risulta particolarmente intrigante e interessante l'attività di unire tutti i dettagli che porteranno alla soluzione.
Valentina Zinnà
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