La Serpe mangiauomini di LuFio ci insegna che la mela può cadere lontano dall'albero

 


La Serpe
di LuFio
Bao Publishing, 2023

pp. 208
€ 23,00 (cartaceo)
€ 10, 99 (e-book)

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C'è dell'oscurità in tutti noi, ma sono le nostre azioni a definirci, non il nostro retaggio.

Se qualcuno mi chiedesse: Matteo, per quanto ancora continuerai ad occuparti di mostri queer? la mia risposta sarebbe: .

C'è, infatti, un potenziale ancora inespresso nella narrativa che coinvolge i soggetti e i corpi mostruosi che merita di ottenere visibilità e riscatto rispetto a quella che è stata finora la loro narrazione canonica, e i tempi sono giusti per permettere ai mostri di raccontare la loro versione dei fatti. Questo ci è ben chiaro quando, pur trovandoci nella maggior parte dei casi, di fronte a prodotti cinematografici mediocri, viene dato spazio contronarrativo a personaggi che il canone ha lasciato nel margine. Pensate alla Malefica di Angelina Jolie, oppure alla Crudelia DeMon interpretata (magistralmente) da Emma Stone, oppure in letteratura al caso letterario mondiale di Wicked di Gregory Maguire, in cui la Strega dell'Ovest, Elphaba, diviene la protagonista e smaschera il Mago di Oz, denunciandone gli abusi di potere.

Noto con piacere che questa tendenza al dare voce alle identità altrimenti marginalizzate della tradizione culturale del passato stia prendendo piede anche nel fumetto italiano contemporaneo. Sto parlando, in questo caso, di La Serpe, seconda fatica letteraria di Luca Fiore, in arte Lufio, classe 1989, già autore per Bao Publishing di Il cubo dei mille mondi, uscito nel 2020.

Addentrandosi nella lettura de La Serpe, ci rendiamo conto che ci sono dei rimandi al Cubo dei mille mondi, come per esempio l'ambientazione ed alcuni dei personaggi presenti nella storia, sebbene si tratti di uno spin-off con una narrazione autonoma che non è scontato, come si intuisce dal finale, che possa sfociare in un sequel che unisca personaggi del Cubo con personaggi della Serpe.

Ci troviamo in un luogo dalle atmosfere steampunk che è a tutti gli effetti una versione ucronica del pianeta Terra in cui un portale che si è aperto nel cielo ha riversato sul nostro mondo la magia nel 1600, portando con sè anche una nuova razza, gli zastriani, con i quali si è riversata la città di Alazashea, un luogo alieno che durante lo schianto con la Terra, cataclisma ribattezzato come "l'evento delle due lune", ha provocato morte e devastazione, e una mai sopita tregua tra umani e zastriani. Sullo sfondo di questo conflitto e dell'apartheid che ha confinato i zastriani nei ghetti dove gli viene consentito dall'ordine costituito di vivere e di proliferare, incontriamo Lilian, una ragazza dalle oscure capacità metamorfiche che può assumere le sembianze di una donna-serpe affamata di uomini, e guidata da una voce ancestrale che la istiga ad agire. 

Lilian cerca di respingere la sua natura mostruosa, consapevole di non essere capace di controllare i propri poteri e timorosa di quale possa esserne l'origine, eppure viene pedinata come una serial killer assetata di sangue e ribattezzata dalla stampa come "La Bestia".  Al contempo, sulle sue tracce decide di mettersi Helene DeVoxx, poliziotta agguerrita e irredenta che per colpa della Bestia ha perso il suo più affezionato partner, Edward, scomparso in un edificio in fiamme nel tentativo di fermarla. Gli anni passano e Lilian, accolta da una famiglia che se ne prende cura e che decide di adottarla, cresce cercando di convivere con questa sua duplice identità, fino al giorno in cui gli eventi non precipiteranno e non sarà costretta a dover scappare di nuovo, inseguita da Helene e dalla voce della Serpe, che la incita ad abbracciare la sua natura mostruosa e ad abbandonare le sue vesti umane. Sarà Lilian stessa a decidere da che parte stare, immergendosi nel Male per trovare un sentiero per risalire verso il Bene, scoprendo molto presto che la via verso la conoscenza di sé è costellata di ossa, rovi spinosi e gigli in fiore.

Ancora una volta viene data voce a una declinazione del mostruoso non più come incarnazione dell'abiezione, di tutto ciò che l'Io rifiuta di essere o che dovrebbe allontanare da sè per non cedere al pericolo di abbracciare la propria essenza, ma anzi, la storia di Lilian diventa il paradigma di come difendere e abbracciare la propria identità costituisca una scelta liberatoria e un atto rivendicativo, che serve a urlare: eccomi, sono un mostro e vi sto parlando, ascoltatemi.

Destreggiandosi in tavole dai colori accesi e dai fondali ricchi di meticolosi dettagli come in un dipinto fiammingo o in un disegno di "Where is Waldo?", in luoghi che ricordano l'Europa alchemica di Fullmetal Alchemist e Il castello Errante di Howl, La Serpe risulta un'interessante e avvincente opera seconda dalle sfumature noir, horror e thriller, che gioca con i cliché letterari e videoludici del fantasy steampunk rovesciandoli, e che strizza l'occhio a classici del genere come La Lega degli Straordinari Gentlemen, Hellboy, L'attacco dei giganti e che ci fa pensare a cosa ne sarebbe stato di Carrie White se qualcuno le avesse teso una mano aiutandola a educare i propri poteri telecinetici anzichè rovesciarle addosso un secchio di sangue di maiale al ballo di fine anno. 

Matteo Cardillo