Operaprima
di Simone Salomoni
Alter Ego, settembre 2023
pp. 176
€ 17,00 (cartaceo)
Perciò fate attenzione, narici aperte e occhi puliti, non prendete per buono niente, soprattutto il mio racconto; dubitate sempre delle mie parole, prendetele per quello che sono: parole; sfiduciate ciò che dico, non dirò nulla di falso, ogni mia parola sarà vera, ma anche se vera potrebbe non essere reale. Chiara la differenza? (p. 15)
Vero, eppure plausibilmente non reale: così il narratore di Operaprima, l’esordio letterario di Simone Salomoni, definisce ciò che sta raccontando. Ma come può una cosa vera non essere reale? Senza inoltrarci in discussioni filosofiche che ci porterebbero lontani dall’argomento che stiamo trattando, la curiosa formulazione della citazione che abbiamo scelto è spiegabile se nominiamo la tecnica utilizzata per descrivere gli eventi: narrazione inaffidabile. Tutto ciò che accade nel romanzo è raccontato in prima persona attraverso gli occhi di un uomo che vive di arte e che ha deciso di ritirarsi nella casa di campagna, lontano da tutto e da tutti, per perseguire la propria passione, la pittura. La sua vita è bloccata in una stasi che lo allontana dalla persona amata ma anche dai desideri umani: in qualche modo funziona ma, come accade spesso, un incontro fortuito arriva a sciogliere il nodo.
L’incontro fortuito in questo caso è quello con Simone Salomoni, adolescente trasgressivo, anche lui artista ma dedito alla narrazione in parole. Fra l’uomo e il ragazzo – a cui l’autore dà il proprio nome e la propria data di nascita – nasce una relazione intellettuale e altamente sensuale che lambisce i campi dell’erotismo senza però giungervi mai, se vogliamo dar retta alla versione del narratore. Operaprima è proprio questo: la storia dell’incontro e dello scontro fra due personalità per certi versi simili. Due persone che vivono di arte e che rifuggono la vicinanza con il prossimo utilizzando però metodi opposti: l’uno – il narratore – rinunciando a qualsiasi contatto fisico; l’altro – il ragazzo – abbandonandosi a un sesso selvaggio, feroce, a tratti violento per tenere fuori i propri sentimenti. Di Simone Salomoni, vero protagonista indiretto del romanzo, veniamo a conoscere gli aspetti superficiali ma non riusciamo mai a scoprire i lati intimi se non in sparute occasioni, durante le quali il proprio animo viene rivelato attraverso alcuni racconti brevi che vengono riportati nel testo e che svelano una personalità ambigua e dissoluta, che fa della manipolazione e della tensione sessuale il proprio centro nevralgico.
L’attrazione di un uomo di quarant’anni per un tardo adolescente viene esplorata per tutta la lunghezza del romanzo: il resto – l’incontro con la madre del ragazzo; la relazione interrotta del narratore con Afra, compagna nella vita e nell’arte; la mancata evoluzione artistica dell’uomo dovuta alla stasi di cui sopra – passa in secondo piano davanti a questa danza tribale che si svolge fra i due. È un allontanarsi e un avvicinarsi, un approcciarsi che arriva quasi fra le lenzuola di un letto senza però mai commettere quel passo che porterebbe al di là di una porta che, aperta, non potrebbe più chiudersi.
Ma tutto questo, appunto, potrebbe essere andato diversamente perché la narrazione, vista e vissuta solamente attraverso gli occhi dell’uomo, non è affidabile. Chi potrebbe dunque raccontarci la verità su Simone Salomoni, sulle sue notti assurde, sulla sua vita imperfetta? È, questa, una domanda che non trova risposta. Il Simone Salomoni autore si diverte a creare con i propri lettori lo stesso gioco che crea fra i suoi personaggi: li avvicina, poi li allontana, li circuisce e seduce per poi abbandonarli poco prima del contatto fisico. È una danza tribale, ancora una volta, ma che ha in sé un’eleganza sopraffina nei passi. È una violenza dalla quale si resta irretiti e che si asseconda volentieri.
Operaprima segna un esordio non semplice. Altissime sono, a nostro avviso, le aspettative verso una “operaseconda”.