L'immensa natura australiana e il sogno del mare aperto: il commovente romanzo di formazione "Ned e la balena" di Robbie Arnott

 
robbie arnott ned e la balena

Ned e la balena
di Robbie Arnott
NNEditore, ottobre 2023

Traduzione di Guido Calza

pp. 240
€ 19,00 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)

Uccidendo un buon numero di conigli, avrebbe guadagnato abbastanza per comprarsi una barca tutta sua – una cosa che immaginava da quando il padre lo aveva portato, insieme ai fratelli, a vedere la balena impazzita in quella notte limpida e stellata. Niente di speciale, un piccolo dinghy con una vela sola, per navigare sul fiume. Avrebbe potuto andare ovunque, seguire la corrente fresca fino al grande estuario a nord. Barriere coralline affollate di calamari, insenature boscose, banchi di salmoni sfavillanti, trincee di pagri rosa, pontili isolati, spiagge appartate sulle cui sabbie fredde avrebbe potuto accendere falò nascosti: tutto ciò sarebbe diventato possibile se avesse avuto una barca. Se avesse ucciso abbastanza conigli. (p. 14)
Ned è il più giovane della famiglia. La sorella Maggie studia per diventare maestra, i due fratelli sono sotto le armi da qualche parte nel Pacifico: al frutteto di famiglia sono rimasti lui e il padre all'inizio di quella calda estate della metà degli anni Quaranta. Ned non è forte come Billy e non trasuda fascino come Toby, ma si impegna nella caccia ai conigli per due motivi: il primo è che con le pellicce si possono fare cappelli per i soldati lontani; il secondo è guadagnare abbastanza soldi per avere una barca. Da quando ha visto la balena in una fredda notte con il padre e i fratelli non pensa ad altro che a poter scendere il fiume sulla sua barca e raggiungere il mare. La potente e mortale natura del continente australiano sembra essere lì per sfidarlo, ostacolarlo, ma anche aiutarlo nel raggiungimento del suo obiettivo in una danza di rispetto e prevaricazione dove nessuno è mai realmente vincitore.

Ned e la balena è il primo romanzo di Robbie Arnott, autore e copywriter australiano, a essere tradotto in italiano, ma è il terzo della sua produzione. Sia Flames, ambientato in Tasmania e imbevuto di realismo magico, che The Rain Heron, eco-favola mitologica, hanno riscosso plauso e premi e anche Limberlost – titolo originale di Ned e la balena – è avviato sulla stessa strada in quanto finalista al Dylan Thomas Prize 2023, il premio dedicato ai giovani scrittori di lingua inglese. Questi riconoscimenti per la prosa e le storie di Arnott sono una conferma a livello internazionale di una voce narrativa potente, di un romanzo di formazione che mostra, con una lucidità commovente, il posto dell'essere umano all'interno del mosaico naturale e di come la lotta che sente di dover portare avanti contro la natura matrigna non abbia in realtà ragione di esistere: siamo solo un elemento, forse nemmeno quello fondamentale, nell'equilibro ecologico.
«Si interessa a noi come noi ci interessiamo alle libellule». Il motore si accese con uno sbuffo di fumo. Lui lo lasciò in folle. Si rivolse ai figli. «Quando si ha paura di una cosa, ragazzi, è molto meglio cercare di capirla». (p. 221)
Il rapporto di Ned con la vitale fauna e flora della Tasmania segue e si intreccia con i rapporti familiari, soprattutto nel confronto con i fratelli maggiori, soldati della Seconda Guerra Mondiale. Il desiderio di capire la natura, dominarla, ma senza violenza, rispettarla, ma comunque aspettandosi che fornisca quello di cui l'essere umano ha bisogno corre lungo tutto il romanzo che si svolge su due linee temporali: l'estate in cui Ned insegue il sogno della barca e i suoi anni da adulto quando, ormai padre, si sorprende a pensare agli eventi di tanti anni prima. Così Ned va a caccia di conigli che impara a spellare in un modo che nemmeno i suoi fratelli sarebbero in grado eguagliare; cattura un quoll che, a differenza di Zanna Bianca, non ci pensa nemmeno a essere addomesticato. Gli eucalipti vengono chiamati "cavalieri", la quercia da cui Ned cerca di ricavare parti della barca viene abbattuta per non disturbare i pomodori del convento di suore poco lontano dal frutteto. Callie, la vicina di casa, gira sempre con il fucile per mirare ai falchi, ma l'unica volta che fa fuoco si disloca una spalla. Questi sono solo alcuni degli esempi che costituiscono l'atmosfera del romanzo che si compone quindi di un continuo altalenarsi tra desiderio di dominio dell'uomo, religioso rispetto, e vittoria della natura quando l'essere umano si spinge più in là di dove avrebbe dovuto. Lo stesso nome del frutteto, Limberlost (da qui il titolo originale), si rifà a un romanzo americano di inizio Novecento, A girl of the Limberlost di Gene Stratton-Porter, che racconta del prosciugamento di una palude per poter estrarre petrolio e ricavare terreno per coltivazioni. Un rapporto in cui non c'è una vittoria netta e che viene esemplificato, più ancora che dalla figura della balena, dalla storia che ha visto protagonista suo fratello Bill e un ariete fuggitivo.
Bill si era dimostrato fisicamente superiore a un ariete infuriato, oppure aveva mancato di salvarne uno ferito e indebolito? Ned non lo aveva mai scoperto. Non poteva attaccare con la storia senza conoscerne il finale. (p. 196)
La balena è, a livello letterario, una delle figure per eccellenza della rappresentazione del conflitto uomo-natura, ma mano a mano che si va avanti nelle pagine, ci si accorge di come questo conflitto non esisterebbe nemmeno se l'uomo non si impegnasse così tanto nel voler fare guerra.
Ned e la balena presenta alcuni degli elementi classici delle storie di crescita: un'estate calda e assolata; il migliore amico stregato dal progetto così bambino eppure così serio di comprare una barca; i primi turbamenti sentimentali che non vengono quasi sottolineati in quanto parte dell'ordine naturale delle cose; il desiderio di essere degno di merito agli occhi di tutti i membri della famiglia; l'attesa, non solo dell'arrivo dell'autunno, ma della fine della guerra e del ritorno dei fratelli da qualunque luogo siano stati mandati a combattere. 
Sono pagine commoventi in cui si percepisce la vastità del mondo intorno a noi e in cui dovremmo riconoscere, con umiltà, che siamo importanti come libellule per una balena mentre porta il suo piccolo al sicuro. Creiamo noi i nostri Moby Dick mentre dovremmo prendere atto che delle libellule abbiamo il peso e, come tali, dovremmo comportarci. 

Giulia Pretta