300.000 baci - Racconti d'amore queer dal mondo antico
di Sean Hewitt e Luke Edward Hall
L'Ippocampo, ottobre 2023
Traduzione di Andrea Capra, Alice Parioli, Matteo Pirri e Aglae Pizzone
pp. 208
€ 25 (cartaceo)
Il miele dei tuoi occhi, mio Giovenzio, lasciamelo gustare con le labbra, fino a porvi trecentomila baci…( pg. 95 Catullo, Una messe di baci).
Una celebrazione del desiderio in tutte le sue forme, ecco come si potrebbe riassumere questo volume magnificamente illustrato dall'artista Luke Edward Hall e creato, curato e tradotto dal poeta britannico Sean Hewitt, che raccoglie molte testimonianze dal mondo antico, greco e romano soprattutto, di storie d'amore prettamente queer.
Pratica comunemente accettata nel mondo greco antico quella della pederastia - un tipo di relazione sia fisica che intellettuale tra un uomo adulto abbiente e un giovane minorenne con pochi mezzi da educare e introdurre alla vita politica e sociale - potrebbe causare oggi alcune perplessità, per usare un eufemismo, eppure per il periodo storico e considerando i costumi sessuali greci, non era così scandaloso. Diversa l'eventualità che il rapporto si consumasse tra pari: in quel caso, la tolleranza era minore.
Eppure non dovrebbe meravigliare che l'amore queer, tra uomo e uomo e donna e donna, fosse così "naturale": se ne parlava, lo si celebrava, lo si incoraggiava. E non deve neanche meravigliare che a quei tempi ci fosse una misoginia diffusissima, per cui il rapporto omosessuale tra uomini era valutato come nobile e poetico, mentre quello, testimoniato il modo molto più raro, tra donne (se non poche eccezioni come i frammenti delle poesie di Saffo) come più "anomalo".
Dunque il testo di Hewitt e Hall ci trasmette molte poesie, frammenti, incisioni, discorsi filosofici di uomini illustri come Catullo, Plutarco, Ovidio, Marziale, Aristotele, Lucrezio; le donne sono in minoranza perché, come dicevo, le testimonianze delle produzioni artistiche sull'amore lesbico sono pochissime (purtroppo).
Ci sono amori omosessuali di tutti i tipi: tra poeti e contadini, dei e pastori, eroi e soldati, nobildonne e ninfe, e un paio di discussioni filosofiche sull'amore e sul suo significato, molto belle da leggere e su cui riflettere. Qualche esempio: gli epigrammi sconci di Marziale, divertentissimi, le poesie di Catullo, permaloso e infantile, il passaggio di Omero ne L'Iliade su Achille e Patroclo, notoriamente amanti, anche se «gli autori cristiani hanno eliminato qualsiasi aspetto romantico e sessuale dal loro rapporto, gli scrittori più antichi, come Eschilo e Platone, li dipingono esplicitamente come amanti» (p. 45); abbiamo dei frammenti delle poesie di Saffo, la teoria del terzo sesso di Platone ne Il Simposio, un testo di maleficio inciso su una tavoletta rivenuta in Egitto risalente al III o IV secolo d.C., testimonianza preziosissima di un amore tossico, una donna che invoca l'Ade per conquistare e assoggettare un'altra donna, e storie di uomini che si trasformano per amore e dolore ne Le Metamorfosi di Ovidio.
Ciò che emerge dal testo è la naturalezza con cui si parlava di questi amori. Fa specie, considerata la reticenza di oggi (e a dire reticenza si fa un favore) laddove a fronte di tutte le battaglie della comunità LGBT+ si dovrebbe possedere una sensibilità e un'empatia maggiori.
L'antologia non disdegna alcun linguaggio: abbiamo la satira, la poesia, la dissertazione filosofica, le parolacce, le sconcezze, il graffito pompeiano, il testo teatrale, la finzione e l'epica. Ogni testo è illustrato e presenta una breve sinossi che introduce l'opera e spiega il contesto.
Il re degli dei una volta arse d'amoreper il giovane Ganimede. Giove perlustròil mondo in cerca di una forma da assumere…ecco, un uccello! Ma non un passero, no,scelse di essere un'aquila. L'aquila, che sola saportare le folgori del dio. E così, librandosiin volo su false ali, Giove piombò sul bel giovane,e lo rapì. A dispetto dell'ira di Giunone,ora Ganimede mesce il nettare degli dei,e lo versa nella coppa di Giove. (p. 15, Ovidio Le Metamorfosi)
Insomma: ognuno di noi è solo una metà - ci hanno affettati in due come sogliole - e tutti cerchiamo la metà corrispondente. Gli uomini dimidiati a partire dal sesso intermedio, l'androgino, desiderano le donne, e cadono spesso in adulterio. Similmente, derivano da quel sesso le donne attratte dagli uomini, e le adultere. Quelli usciti dal genere maschile inseguono altri uomini, perché sono maschi loro stessi, e fin dalla più tenera età desiderano giacere con altri uomini ed esserne abbracciati. Sono questi, per natura, gli umani più nobili e virili. C'è chi li dice svergognati, ma a torto: non cercano altri uomini per questo, ma per ardore e virile eccellenza. Si uniscono a chi è come loro, e ne condivide le qualità. Eccone una prova: quando crescono, questi uomini spesso entrano in politica.Raggiunta l'età adulta, amano i ragazzi, e per natura non mostrano interesse al matrimonio o alla generazione di figli, a meno che non siano costretti. Sono ben contenti della vita da celibi, e di trascorrere il tempo in reciproca compagnia. (p. 33 Aristofane sull'amore, Platone Simposio)
Amore queer allora: tra uomini, tra donne, e con testimonianze anche (come sosteneva Platone nel passaggio qui sopra) tra persone del "terzo sesso", dunque diremmo oggi transessuali e/o transgender, all'epoca forse dette "androgine". Ce lo racconta un testo di Luciano (nel volume a pag. 24) Dialoghi delle cortigiane, in cui una delle donne racconta all'amica di un'esperienza sessuale curiosa con Megilla, quella che oggi chiameremmo butch, dunque una donna lesbica dall'aspetto più "mascolino".
Ce n'è davvero per tutti i gusti. Io l'ho trovato un volume davvero ben fatto, di qualità tanto per i testi quanto per le illustrazioni: ho riscoperto autori che avevo molto amato al liceo, ho approfondito altri di cui non avevo mai letto nulla, riso sui versi di Marziale e mi sono commossa sulle parole di Petronio e Euripide.
Lo consiglio a chiunque sia affascinato dai testi del canone classico, con un twist in più, contemporaneo nella narrazione, e a chi voglia approfondire il discorso della queerness (legata alla sfera sessuale) presente nelle società greche e romane antiche.
Deborah D'Addetta