Piccolo manuale illustrato per cercatori di font
di Officina Saggiatore
Il Saggiatore, novembre 2023
pp. 136
€15 (cartaceo)
Novità in vista dall’Officina Saggiatore: dopo il Piccolo manuale illustrato per cercatori di foglie, il Piccolo manuale illustrato per cercatori di fiori e il Piccolo galateo illustrato per il corretto utilizzo dei libri, per questa puntata ci spostiamo nel territorio della stampa: nel Piccolo manuale per cercatori di font il lettore troverà una storia, narrata e illustrata, della tipografia e dei tipi di carattere che impieghiamo quotidianamente, anche qui per questo testo.
Il carattere tipografico è qualcosa che si nasconde in bella vista: ce ne passano a dozzine sotto gli occhi ogni giorno, dagli articoli di giornale alle didascalie sotto i post di Instagram, ai cartelloni pubblicitari, all’etichetta sulla confezione di pasta dove verifichiamo la scadenza. I font sono ovunque, eppure non ce ne accorgiamo quasi mai, e certamente non mettiamo mai in discussione la scelta fatta da chi ha stampato il testo: questo perché il nostro interesse primario è rivolto al contenuto, e così non ci accorgiamo degli effetti – che tuttavia ci sono, eccome se ci sono! – che l’aspetto delle lettere ha su di noi.
Sapremmo distinguere un font gotico da uno bodoniano? E che dire dei lapidari o transizionali? Piccole variazioni nell’asse, nel collo o nella cravatta di una lettera trasformano l’eleganza formale del Garamond nella rotondità del Brush Script, e anche se non ce ne rendiamo conto la scelta che ha portato all’impiego di un font o di un altro è stata consapevole:
Diverse occasioni esigono diversi dress cose […]. Ogni font presuppone una scelta precisa, una direzione che vogliamo dare: nulla, in tipografia, accade per caso. (p. 16)
In questo volumetto, arricchito dalle illustrazioni di Giacomo Agnello Modica, l’appassionato di scrittura troverà soddisfatte le sue più recondite curiosità: scoprirà chi ha inventato il grassetto e il corsivo, perché le parole si scrivono separate da spazi (esatto, non è sempre stato così), e quali sono i rischi (gravissimi!) della riduzione del kerning, ovvero lo spazio tra i singoli caratteri. Ma c’è di più: si parla di pangrammi, ovvero frasi che contengono tutte le lettere dell’alfabeto ripetute una volta sola, si spiega quale fosse il carattere scelto dai nazisti e quindi oggi in disuso, e si offrono anche indicazioni su come riconoscere e dove trovare i diversi font.
Il Piccolo manuale è breve, coloratissimo e simpatico, e si rivolge a chi non vuole farsi scappare proprio niente di un testo. In mezzo a illustrazioni buffe di lettere panciute o volpi che saltano sopra cani (promettiamo che il tutto ha senso) emerge tuttavia anche una riflessione importante: ciò che per noi è scontato, ovvero la riproduzione in serie di lettere tutte uguali, tanto standardizzate da risultarci invisibili singolarmente, è in realtà una conquista giunta dopo tanta storia e tanta sperimentazione con la scrittura.
Se ci facciamo caso, ci accorgeremo di non trovare mai tra le centinaia di iscrizioni romane che possiamo incontrare passeggiando nelle nostre città la presenza di una lettera minuscola. Semplicemente, non esistevano: la «minuscola carolina» fu infatti inventata dai monaci benedettini di Corbie (circa 150 chilimetri a nord di Parigi) attorno al IX secolo. (p. 59)
Il Piccolo manuale per cercatori di font, con la sua valigetta in copertina, piacerà a chi legge, a chi scrive, a chi si chiede perché il Times New Roman è tanto famoso e a chi ancora non si capacita del perché James Cameron abbia scelto, per la locandina di Avatar, il font Papyrus.
Michela La Grotteria