Intraprendente, sfacciato, seduttore, intrigante, simulatore e dissimulatore, baro e gabbatore, egocentrico: queste sono solo alcune delle tante sfaccettature che hanno reso Giacomo Casanova protagonista incontrastato di romanzi, saggi sul Settecento e di ancor più fantasie nel corso dei secoli. E ancora il veneziano suscita interesse, come dimostra il libro di Alessandro Marzo Magno appena uscito per Laterza, che si inserisce in una fitta bibliografia.
Anziché seguire il protagonista cronologicamente lungo una biografia canonica, l'autore attraversa la vita di Casanova per tematiche, occupandosi di alcuni aspetti specifici, con l'obiettivo di approfondire la sua figura, smentendo pregiudizi e falsi miti. Inoltre, Alessandro Marzo Magno sottolinea più volte come Casanova sia un ottimo rappresentante del suo secolo, e dunque noi lettori di oggi dobbiamo avvicinarci con cautela e senza preconcetti a eventi delicati - molti di natura sessuale - che oggi sarebbero certamente perseguiti dalla legge. Giudicare alla luce della mentalità presente non porterebbe a nulla, se non a colpevoli e infruttuosi anacronismi; al contrario, partire da Casanova per tratteggiare un quadro variopinto del Settecento, senza pretese di esaustività (cosa d'altra parte impossibile), è una delle tante chiavi di lettura vincenti di questo saggio.
Appare chiaro fin dalle prime pagine che nessuno ferma Casanova: lo attestano i suoi viaggi in numerose città europee (150 circa!), benché Venezia e Parigi siano teatro di episodi salienti della sua vita. Venezia è la sua città d'origine, la stessa dove però Casanova viene imprigionato; dai piombi di Palazzo Ducale, tuttavia, grazie al suo ingegno, alla capacità seduttiva e alle sue mille risorse il prigioniero troverà modo di liberarsi per riparare a Parigi, "scuola" perfetta per un aspirante libertino e avventuriero come lui.
Dedito ben poco alla caccia e ben più interessato a duelli, non è raro che Casanova resti ferito e poi faccia pace con i suoi nemici in episodi che ci fanno sorridere per la loro inverosimiglianza. I nemici comunque non mancano, anche se Casanova trova il modo per entrare in contatto un po' con tutti e non si lascia intimidire: può parlare con regnanti, conti e mariti di sue amanti con la stessa identica faccia tosta. Insomma, "faceva rete" splendidamente, attirandosi qualche accusa e qualche maldicenza, ma seducendo perlopiù i suoi interlocutori.
Questo suo talento è molto meno efficace negli affari, purtroppo per lui, perché Casanova si riduce spesso a non avere denaro: se come imprenditore fallisce subito, la frequentazione assidua del tavolo da gioco gli regala gioie e dolori. Eppure Casanova non si dà mai per vinto e, anzi, architetta altri modi per spillare soldi e protezione. Se nell'Histoire, che scrive ormai dal 1789, a sessantaquattro anni, si lascia andare a numerose e divertite rievocazioni dei tempi che furono, Casanova è molto più reticente in merito alla sua attività di "secreto agente" e di massone.
E l'Histoire, che è spesso fonte di citazioni molto efficaci e vicende succulente selezionate da Alessandro Marzo Magno, è protagonista di una storia editoriale a dir poco sconvolgente, degna del suo autore. Leggere le traversie del manoscritto e delle edizioni successive, manipolate, censurate, riscritte e rivedute senza alcuna idea di cosa siano interpolazioni e plagio, è un altro racconto nel racconto, che ci lascerà a bocca aperta. E il resto del nostro stupore è imputabile allo stile con cui l'autore ci propone un saggio accattivante, preciso nella scelta di dati aggiornati e argomentazioni serrate, ma anche giocoso e ammiccante nel proporci contenuti politicamente scorretti. Il tutto, con un sorriso.
GMGhioni
Social Network