Azzannare la vita, divorare l'esistenza: «Un giorno tutto questo finirà» di Domenico Ippolito



Un giorno tutto questo finirà
di Domenico Ippolito
Exòrma, 17 novembre 2023 

pp. 200
€ 17,00 (cartaceo) 

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Ci prendiamo a morsi e facciamo l’amore come animali feriti. (p. 49)

“Un giorno tutto questo finirà”: questo è il mantra che Dario ripete al protagonista di questo romanzo, Tommi, come fosse la promessa di una futura felicità sempre di là da venire. Eppure Tommaso e Dario sono due adolescenti e l’adolescenza, si sa, fatta eccezione per un grande turbamento interiore – che prelude ai cambiamenti fisici e ai disagi esistenziali della prima giovinezza – dovrebbe essere un periodo di relativa serenità. Ciò che contraddistingue quest’epoca, di solito, è il fatto di non essere più bambini ma non ancora adulti: è un discorso legato all’identità più che a problemi veri e propri.

Tommi, invece, si porta appresso una valigia pesante: ha perso il padre giovanissimo e questa mancanza sembra accompagnarlo ovunque. È di fatto un trauma con cui sembra aver imparato a convivere, salvo poi ritrovarsi a cercare figure sostitutive nelle persone intorno a lui. E la trova, in effetti, riconoscendo in Dario – quasi coetaneo – una persona fragile e complicata come anch'egli è ma che al contempo può insegnarli qualcosa della vita. Solo che poi anche Dario scompare – “Un giorno tutto questo finirà”, gli dice, ma poi fra i due qualcosa si rompe e il viaggio che dovevano fare insieme diventa il viaggio di uno soltanto – e dunque Tommi deve di nuovo cavarsela da solo.

E qui arriviamo al cuore della narrazione. La vita di provincia in cui i due sono cresciuti diventa la vita di città di Tommi. I vicoli angusti lasciano spazio ai viali di Roma in cui – come spesso capita nelle storie contemporanee – è facile perdersi; le amicizie si fanno rade, gli incontri quasi casuali; al posto di un istituto superiore da portare a termine ci ritroviamo con un lavoro onesto ma faticoso in un albergo capitolino. Tommi vuole evadere da tutto e da tutti e per farlo quasi taglia i ponti con ogni persona che conosce e inizia a frequentare una ragazza, Aurélie, che – lo sa bene, eppure decide di non saperlo – non è e non può essere l’amore di una vita ma anzi l’ennesima ricercata distrazione per non affrontare il vero problema. È la ferocia a rappresentare questo periodo: la voglia di azzannare le cose, di smembrare le emozioni, di divorare l’intero mondo. Tutto deve essere vissuto, tutto deve essere bruciato. E da lettori non possiamo che seguire Tommi da vicino in questa febbrile discesa nell’inferno fino a ritrovarci accanto lui, contusi e frastornati, sul pavimento di una casa affittata nei pressi di un lungomare, a cercare di ricordare qualcosa – forse una promessa fatta a qualcuno – e impossibilitati a riuscirci.

Con Un giorno tutto questo finirà, Domenico Ippolito costruisce un romanzo che sa emozionare e ricorda a tutti noi cosa vuol dire essere stati adolescenti. Cosa vuol dire aver amato alla disperazione, o meglio: aver amato la disperazione.

David Valentini