Esotismo, luoghi straordinari e un tocco di eleganza dissacrante: torna Martine Desjardins con "Maleficium"


Maleficium
di Martine Desjardins
Alter Ego Edizioni, ottobre 2023

Traduzione di Ornella Tajani

pp. 168
€ 17 (cartaceo)

Quando seppe che ero medico mi annunciò con orgoglio che anche lui era un guaritore; disse che il suo potere proveniva dalle ostie che ritagliava dalle pagine della Bibbia e mediante le quali si comunicava. Mi assicurò anche che, con lo stesso procedimento, poteva arginare i mali che affliggevano il suo regno; di recente aveva liberato la regione della Lalibela da un'infestazione di insetti provenienti da luoghi infernali - cavallette di colore livido, senza occhi - ingurgitando capitoli dell'Esodo relativi alle dieci piaghe d'Egitto (p. 32)
Martine Desjardins torna in libreria dopo il successo di Medusa, sempre edito da Alter Ego Edizioni, con un libro in cui avverte il lettore in apertura: si rischia la scomunica. In realtà, si tratta di un innocente insieme di racconti legati tra loro, che ha, certamente, una sottile vena blasfema ma che non arriva ad essere offensiva. Le storie sono sette, ognuna con un protagonista maschile che si confessa alle orecchie di un prete, più un ottavo capitolo conclusivo che, in qualche modo, risolve tutti i precedenti.
Dunque, leggiamo di sette uomini che hanno qualcosa di pesante da scrollarsi di dosso; non vere e proprie confessioni quanto piuttosto finestre su alcune avventure della loro vita che li hanno privati di qualcosa di fondamentale: c'è chi ha perso l'olfatto, chi la vista, chi il tatto; c'è chi ha perso peso, chi ha il volto sfigurato; tutto o quasi si concentra intorno al mondo dei cinque sensi
Fui sottratto in maniera brutale a quel momento idilliaco a causa di una sensazione di bruciore alle pareti nasali. Mi spostai e trovai sollievo nell'aria fresca, che però era diventata tremendamente insipida. Lo zafferano cremisi mi aveva aperto le porte di un mondo pagano che avevo appena iniziato a esplorare e in cui volevo subito rituffarmi (p. 26)
Vari i fili conduttori dei racconti: ad esempio, la presenza di una donna, di fattezza, estrazione sociale e aspetto molto diversi, dalla bocca storpiata, che sia per un labbro leporino, per una cicatrice, per una malattia. D'altra parte non si dice che chi possiede questo difetto fisico sia stato baciato dal demonio?
Un secondo leitmotiv è la peculiarità fisica di almeno uno dei protagonisti di ogni racconto: chi possiede una coda, chi un clitoride magico, chi delle orecchie prodigiose, chi degli occhi che lacrimano gemme, e ciascuna di queste peculiarità uniche è capace di produrre meraviglie. Ingannevoli certo, ma proprio per questi tentatrici.
Forse proprio per questo i narratori perdono qualcosa, perché hanno ceduto alla tentazione: ingordigia, vizio, cupidigia, lussuria, peccati mortali che bisognerebbe evitare, pena le più aspre conseguenze. 
Sono mostri che vivono nell'oscurità: a ucciderli basta un raggio di sole, seppure filtrato da una vetrata. Li ho messi nell'ostensorio d'argento dorato che sta nel tabernacolo, per non esporli inutilmente alla luce. Li troverà stesi languidamente sulle ostie, avranno senz'altro cominciato a rosicchiarle [...] (p. 64) 
Il tono irriverente è perfettamente smorzato dall'ambientazione fiabesca di ogni racconto: terre esotiche, lontane, persino leggendarie, in cui i protagonisti e narratori si recano per cercare meraviglie: zafferano, tappeti, gusci di tartaruga; essi possono raggiungere qualsiasi angolo della terra per raggiungere i propri scopi, e così l'autrice ci porta in India, in Turchia, nel deserto, a Zanzibar, in città immaginarie che ricordano quelle di Calvino, fatte di torri altissime o palazzi sfarzosi. Luoghi da Le mille e una notte, ma intrisi di sfumature dal sapore colonialista. Infine, il capitolo finale, Osculum infame, ammette e contraddice tutto ciò che i narratori hanno affermato nelle pagine precedenti, con un bel colpo di coda.
La scrittura di Desjardins è facile, si beve quasi invece di essere letta, affascina portandoci in posti straordinari, affollati di personaggi unici e, al tempo stesso, ci sferza usando affermazioni spinte, piccole blasfemie, piccole provocazioni.
Lo consiglio sicuramente a chi è amante delle ambientazioni esotiche, quasi da Il Milione. Piacerà moltissimo a chi ha amato Le città invisibili di Calvino e a chi si diverte quando legge testi che cercano, con eleganza e con intreccio, di essere un po' dissacranti.

Deborah D'Addetta