Un autore che nel mondo dell'animazione giapponese non ha bisogno di presentazioni: "Il viaggio di Shuna" è il manga scritto da Hayao Miyazaki nel 1983



 
Il viaggio di Shuna
di Hayao Miyazaki
BAO Publishing, ottobre 2023

Traduzione di Prisco Oliva

pp. 152
€ 23 (cartaceo)

Il mondo intero lo conosce per i suoi film d’animazione, per la poetica atmosfera trasognante e casalinga in cui tutti noi romantici vorremmo in fondo trasferirci, per non ritornare mai più coi piedi per terra. Fondatore dello Studio Ghibli, la prima definizione che si ritaglia addosso a Miyazaki è solitamente quella di un formidabile regista, rappresentante storico e per antonomasia dell’animazione cinematografica giapponese, trascurando però che, prima di ogni cosa, Hayao Miyazaki è un formidabile disegnatore e fumettista, e che proprio in virtù di questa abilità la sua notorietà ormai da anni è esplosa e non delude mai i suoi aficionados, che riempiono le sale dei cinema a ogni nuova uscita.
Non delude neppure stavolta che i suoi disegni sono stampati su carta e possono essere sfogliati, sfiorati, osservati in dettagli che non devono rincorrere un fotogramma dopo l’altro, ma possono lasciarsi ammirare.

Con il titolo originario Shuna no tabi, pubblicato esclusivamente in Giappone nel 1983, sulla rivista “Animage” di Tokuma Shoten, Il viaggio di Shuna è tradotto per la prima volta in Italia e pubblicato da BAO Publishing per la linea Aiken.
Il protagonista Shuna è il principe di un povero villaggio tra le montagne, dove la natura stessa è tanto ostile e impervia da non lasciare grandi aspettative di raccolto. Eppure i suoi abitanti lì si adagiano, si accontentano, con rassegnazione e rispetto per ciò che la sorte ha riservato loro, forse anche nella convinzione che sperare in un futuro più favorevole sia ingenuo.
Sarà una vita misera, ma se è questo il destino che ci è stato riservato, anche essere sepolti tra le braccia della nostra terra fa parte della retta vita. […] Ma chi potrebbe mai fermare un giovane per cui è giunto il momento di partire? (pp. 18-19).
 


Dopo un lungo scrutare l’orizzonte, Shuna decide di mettersi in viaggio verso l’Occidente e verso il confine della Terra, alla ricerca di leggendari semi d’oro che non sono più concessi agli umani, ma proprietà esclusiva di Esseri Divini che abitano alla fine del mondo, oltre un abisso, lì nel «luogo in cui nasce e muore la luna» (p. 78).




Il viaggio, come in ogni opera d’avventura ed eroismo che si rispetti, diventa simbolo di coraggio e possibilità di riscatto per un giovane ragazzo che decide di combattere contro un destino che gli ha consegnato una condizione di vita immiserita, pronto a sacrificare se stesso per il bene del proprio popolo e per la salvezza di due innocenti schiave bambine.

Ancora una volta Miyazaki insegna con il suo semplice narrare. Una storia che presenta la tipica struttura fiabesca: l’esordio, la complicazione, lo sviluppo della vicenda e il (lieto) fine, quando la trama si riconcilia, l’equilibrio si ripristina e il tessuto della narrazione si ricuce con un nodo invisibile. Così l’autore ci suggerisce una lettura attuale: Il viaggio di Shuna si fa monito per i giovani, a non accontentarsi della sorte in cui si è catapultati alla nascita, ma azionare il proprio spirito d’intuito per sfidare le leggi del destino e lottare per i cambiamenti, non solo desiderarli da lontano.
Illustrato ad acquerello, Il viaggio di Shuna si compone di sei capitoli da leggere d’un fiato, in cui il tratto a matita di Hayao Miyazaki infonde, come ogni volta, un inconfondibile conforto.
 
Federica Cracchiolo