Con un universo così, come diavolo doveva fare una persona ragionevole a credere o a non credere a qualcosa? (p. 290)
Cosa fareste se vostro marito vincesse una vacanza-premio in una villa enorme per quattro giorni e quattro notti in un'isola esclusiva del Sud Carolina? Lisa, moglie di Scott Daly, decide di invitarvi la sua migliore amica fin dai tempi della scuola, Poppy, con la sua famiglia. C'è spazio per tutti nella grande casa affittata e l'occasione è finalmente quella di trascorrere un po' più di tempo insieme e per ringraziare Poppy di quanto sia stata vicino alla madre di Lisa, malata di cancro. Certo, Scott e il marito di Poppy, John Ford, sono quanto di più diverso possa esistere sulla faccia della Terra, ma i loro figli potrebbero andare d'accordo. In fondo, poco conta che Scott e la sua famiglia siano borghesi e con abitudini altolocate, mentre Poppy e John sono abituati a fare i conti a fine mese: i loro ragazzi sono adolescenti e certi divari sociali non sono ancora così forti. E loro, da adulti, faranno il possibile per tenere a bada le idiosincrasie.
Parte da questa occasione di vacanza un romanzo a tratti pieno di evasione, altrove di tensione. Con una narrazione lieve, Rebecca Kauffman mette in luce fin dalle prime pagine quanto la comunicazione in una famiglia sia tutt'altro che scontata. Qualche esempio? Lisa è convinta che la sua primogenita, Rae, sia una quattordicenne ancora chiusa in sé stessa, disinteressata all'amore, mentre la ragazzina leggendo i romance si sofferma sulle scene di sesso con grande turbamento. Per non parlare delle attenzioni che vorrebbe rivolgere a Ryan, il primogenito dei Ford! Per quello cerca di mettere in atto chissà quante manovre da diva sciantosa e schizzinosa per farsi notare, ma Ryan, con i suoi diciassette anni, è preso da tutt'altro: tanto per cominciare, ama indagare la natura circostante e porsi interrogativi continui sui misteri del mare, e poi è occupato a tenere nascosti ben altri segreti a sua madre...
Gli adulti non sono da meno. Non ci vuole molto perché, con qualche bicchiere in più del dovuto, Lisa confidi a Poppy di essere profondamente frustrata: teme che John la tradisca, perché non mostra più alcun interesse nei suoi confronti, ma come ottenere le prove? E soprattutto, sarà davvero così? Viceversa, Poppy si gode gli anni che passano accanto al suo John, ma è preoccupata che il marito possa dipendere dagli antidolorifici per gestire i suoi problemi alla schiena. Benché Poppy tenga d'occhio John, i loro sono sentimenti sinceri, di due persone che sono effettivamente una squadra.
Molto più serene sono le due “piccole” di casa: Kimmy Daly e Alexis (detta "Alex") Ford si trovano a meraviglia insieme e stringono un'amicizia che sembra ricordare la stessa genuinità di quella che lega le due madri. Con la saggia ingenuità dei loro undici anni, Kimmy non fa domande sulle strane scelte di vestiario di Alex o sulla sua decisione improvvisa di raparsi i capelli; piuttosto, le due trascorrono ore di spensieratezza, forse le ultime che segneranno la loro vita.
Sì, perché un'ombra di inquietudine viene subito sapientemente gettata da Rebecca Kauffman fin dalle prime ore a Fripp Island: si scopre che un uomo che è stato denunciato per molestie sessuali lavora come manutentore, e l'isola è decisamente piccola, per cui incontrarsi è quasi d'obbligo. Alle due famiglie non interessa però scoprire quale sia la vera storia di Keats - questo il suo nome -. Anzi, paradossalmente, dopo averlo bollato, l'unica preoccupazione è tenerlo alla larga dai ragazzi. Rebecca Kauffman mostra quindi come il pregiudizio sia un marchio indelebile e talvolta paradossale, perché sarebbero tante le occasioni nel romanzo per scoprire, magari attraverso le parole della moglie Roxie, cosa è accaduto davvero a Keats. Invece Roxie gestisce un locale dove i personaggi incappano più volte, interagisce con loro ma nessuno sa che è proprio lei la moglie del presunto aggressore sessuale.
Fin dalla trama ci viene anticipato che uno dei personaggi a Fripp Island troverà la morte, ma vi lascio un consiglio: non fossilizzatevi sulla morte e sul mistero connesso, perché questo episodio arriverà verso la fine del romanzo e mostrerà come il destino possa farsi beffe di tutti. Piuttosto godiamoci il gioco delle parti che Rebecca Kauffman ha affidato ai suoi personaggi, su cui incombe qualcosa che va oltre l'afa, oltre i pregiudizi, oltre il bisogno di scoprire davvero chi sono.
GMGhioni
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