Quando ho iniziato a leggere Una vita bella, bestseller di Virginie Grimaldi (l'autrice più letta in Francia nel 2019, 2020 e 2021, vincitrice del Livre favori des Français del 2022), mi sono detta: “Commedia carina, ci voleva un tocco di leggerezza”. Ed è lì, quando ho iniziato a convincermi che fossi davanti a una lettura lieve, che è arrivata la prima sterzata narrativa.
Siamo in un paesino basco francese, dove due sorelle, Emma e Agathe Delorme, tornano nella casa dei loro nonni per l'ultima volta. La casa infatti, rimasta vuota dopo la recente scomparsa della loro amatissima nonna Mima, sarà presto venduta, e alle due nipoti è rimasta solo quest'occasione per congedarsi dai ricordi. Capiamo subito dopo che questa breve vacanza è anche il momento perfetto perché Emma e Agathe si chiariscano e facciano pace, dopo ben cinque anni di silenzio.
Al piano del presente, diviso tra la riscoperta di spazi, persone e ricordi condivisi durante le estati e le vacanze dai nonni, si alternano pagine del passato, a cominciare dalla nascita di Agathe nel 1985. Ritmato da date, nome dell'io narrante e indicazioni sulla sua età, il diario del passato porta avanti ora il punto di vista di Agathe ora quello di Emma (sebbene la focalizzazione variabile sia più frequente, su episodi salienti troviamo anche pagine di focalizzazione multipla). Emergono così dalle azioni e dalle riflessioni i loro tratti caratteriali: più responsabile, prevedibile e razionale Emma; imprevedibile, vulcanica e accentratrice Agathe.
In fasi alterne dell'infanzia e dell'adolescenza, una sorella si sente profondamente condizionata dall'altra, eppure non viene mai meno l'affetto tra loro, in un legame fortissimo, che si nutre della reciproca conoscenza. Ed è proprio in nome di ciò che una tende a proteggere l'altra dagli errori che sta per commettere, talvolta anche da sé stessa.
A unirle ulteriormente c'è l'idea di dover fare i conti con una realtà che tanti non conoscono. Sì, perché, rimaste orfane di padre da bambine, Emma e Agathe hanno dovuto fare i conti con una madre che, dipendente dall'alcol, si è sentita spesso tanto frustrata da sfogarsi sulle figlie. L'imprevedibilità dei suoi slanci di affetto e la crudezza della sua violenza, suscitata anche da un nonnulla, ha reso alle bambine e poi alle ragazze molto difficile crescere con lei. Sempre in preda ai suoi cambiamenti d'umore, Emma e Agathe hanno imparato a ripararsi dai colpi più forti, a permettere all'altra di rifugiarsi nella propria cameretta e qualche volta sono riuscite a disinnescare la rabbia materna. Inoltre, Emma, da figlia maggiore, ha iniziato a lavorare molto presto e non tanto per togliersi qualche sfizio, quanto per pagare la propria parte di affitto. Insomma, Emma e Agathe sono dovute crescere prima del tempo, perlomeno quando vivevano con la madre.
Viceversa, stare al paese con i nonni si è rivelato sempre un momento di pausa da tutto: lì ci sono stati i primi amori, le frustrazioni, la scoperta dei propri limiti, nonché momenti di totale sorellanza. Mima e Papì sono state figure genitoriali molto più presenti della madre naturale; la nonna ha saputo tante volte captare le tensioni tra le nipoti e portarle alla rappacificazione, nonché educarle all'insegna dell'amore reciproco. Come vedremo nel corso del libro, i nonni sono personaggi senza ombre, ma non senza segreti, e alcuni di questi emergeranno solo dopo la loro scomparsa.
Una vita bella porta avanti con grande sensibilità e un tocco vivace tematiche delicate quali la violenza, la malattia, la dipendenza, la malattia mentale, il lutto, dimostrando quanto si possa reagire in modo costruttivo e all'insegna dell'amore anche in situazioni difficili. A questi temi si affiancano tutte le scoperte legate alla crescita delle ragazze: nelle loro pagine di diario le vediamo affrontare i cambiamenti del proprio corpo, le prime (spesso deludenti) esperienze d'amore e di sesso, sentimenti ed emozioni scomode come quelle suscitate dalla madre, gratitudine incondizionata per Mami e Papì. Spesso, leggiamo quanto sia proprio in nome dell'amore familiare che le due abbiano compiuto sacrifici e siano venute a compromessi.
Capace di portarci dal sorriso alle lacrime grazie all'escamotage di alternare le pagine del passato a quelle del presente, anche con accostamenti profondamente contrastanti, Una vita bella è una commedia che fa della semplicità e dell'immediatezza stilistica una carta vincente per parlare di ciò che è complesso e spesso fortemente temuto.
GMGhioni
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