Romanzo di formazione, innestato su una distopia, innestato sulla fantascienza e con tocchi di new weird: questo è "Duplex" di Kathryn Davis

duplex kathryn davis

Duplex
di Kathryn Davis
8tto edizioni, novembre 2023

Traduzione di Rossella Bernascone

pp. 272
€ 19,00 (cartaceo) 
€ 8,99 (ebook)


Era una donna vera; lo si capiva dal fatto che non aveva bisogno di muovere la testa da un lato all'altro per captare i rumori. Ogni giorno lei e il bassotto facevano tre passeggiate, la prima la mattina presto, la seconda il pomeriggio tardi e la terza dopo cena, quando le luci verdeblu delle chiatte, quelle lente messaggere di malinconia, cominciavano ad apparire nel cielo notturno. Il cagnolino annusava la base dei sicomori mentre lei restava paralizzata come tutte le miss Vicks che si erano stratificate nel tempo dentro di lei, una sull'altra sempre più piccole, formando un laminato di anelli di crescita intorno al suo durame. (p. 14)
È un tranquillo paesaggio quello che accoglie miss Vicks ogni giorno: un quartiere suburbano con villette bifamiliari, bambini che giocano in strada scambiandosi figurine, genitori che giocano a canasta e fanno tintinnare il ghiaccio nei bicchieri da cocktail. Miss Vicks fa l'insegnante e tra i bambini che giocano ci sono anche Mary ed Eddie, i classici fidanzatini che tutti si aspettano convoleranno a nozze una volta terminata la scuola. Miss Vicks è anche l'amante dello stregone Corpo-Senz'Anima che sta passando rombando in macchina davanti al civico 37 in cui vive una famiglia di robot.
In un altro tempo – forse –, in un altro pianeta – chissà – o sullo stesso pianeta da qualche parte del multiverso – ma è davvero così? – un gruppo di bambine ascolta le leggende che la loro capa, la saccente Janice, racconta: sono storie di umani e robot, di intrepide nuotatrici che sfuggono a un nuovo diluvio universale, e dell'amore di Mary ed Eddie. 
Se nessuna delle cinque W di questa storia – where, when, what, why, who – vi è chiara, non preoccupatevi: è l'esatto intento di Duplex di Kathryn Davis, autrice americana che ha scritto un romanzo di formazione, che si innesta sulla distopia, che si innesta sulla fantascienza e non disdegna un tocco di new weird.

Kathryn Davis, in Italia già tradotta e pubblicata da minimum fax e da 8tto edizioni, arriva a giocare con la mente di chi legge con questo titolo, uscito nel 2013 e solo da poco proposto in traduzione, segnalato come uno dei libri dell'anno dal New York Times Book Review. Se chi conosce l'autrice si era orientato in Aurelia Aurélia, memoir di elaborazione sulla morte del marito, con Duplex, di precedente pubblicazione, trova scardinato ogni concetto di struttura narrativa che pensava di avere. Non perché non siano riconoscibili tematiche o storie, ma perché quando sembra di aver afferrato il bandolo della matassa di cosa effettivamente stia succedendo nella storia, ci si ritrova di nuovo a domandarsi dove siamo, cosa stia capitando e, soprattutto, dove stia capitando. 

L'ambientazione in cui si muove miss Vicks e il suo cagnolino sembra la tranquilla suburbia americana degli anni anni Sessanta. Potremmo seguire l'amore acerbo di Mary ed Eddie, lei artista, lui campione di baseball, come un romanzo di formazione/coming-of-age. Potremmo, ma in quel mondo ci sono robot, la cui convivenza con la comunità umana non è sempre pacifica o bene accolta; ci sono corpi senz'anima e c'è uno stregone playboy che avrà molto a che fare con miss Vicks e nella storia tra Mary ed Eddie. 

Janine e le sue amiche potrebbero essere nel futuro, in cui la storia di Mary ed Eddie è una rivisitazione dei grandi amori contrastati come Tristano e Isotta o Lancillotto e Ginevra, in cui lo stregone potrebbe essere un re Marco o Artù qualsiasi, e in cui viene spiegato perché gli umani e i robot si squadrano con sospetto, un mondo in cui il Diluvio universale è avvenuto in tempi moderni, ma forse no: forse è solo un altra Terra, in qualche parte del multiverso, in cui si raccontano queste storie come noi raccontiamo delle leggi della robotica di Asimov. Intanto scrivono romanzi con i cavalli come protagonisti, scambiano figurine e si interrogano sui misteri del sesso e delle relazioni che stanno iniziando a scoprire, proprio come delle qualunque ragazzine in qualunque parte dell'universo.

Anche se non sappiamo per certo dove né quando ci troviamo, una volta accettata l'impossibilità di trovare un centro o di seguire i canonici schemi narrativi, ci accorgiamo che umani o robot, tempo o spazio, suburbia o fantascienza e tutte le dicotomie, i duplex, che possono venire in mente, sono chiare e folgoranti nella loro semplice complessità. Mary soffre i terrori della maternità anche se la figlia Occhi Blu appare come un artefatto creato dallo stregone; Eddie stringe patti faustiani per diventare un grande campione; miss Vicks soffre per la relazione con lo stregone, straordinario amante, ma senz'anima, in senso letterale. Questi sono elementi alla base del filone in cui l'autrice viene spesso inserita, il cosmic realism, in cui i personaggi sono parte di un quadro cosmico ampio, ma vivono le minuterie quotidiane.
Le persone sono costituite all'ottanta per cento da acqua, calcolarono. Che cosa ha convinto tutti che il momento in cui in nostri antenati uscirono dall'acqua e iniziarono a respirare aria rappresentasse un passo avanti nella scala evolutiva? Perché le persone hanno sempre pensato che le cose migliorino andando avanti? Perché la gente pensava così? Era una visione così limitata! (p. 206)
Davis gioca su questo presupposto nella strutturazione della storia e, visto che prodotti di largo consumo ci hanno un po' avvicinato al concetto di multiverso, è così che va assunto Duplex: con mente aperta, non vincolata a quisquilie e pinzillacchere come il tempo e lo spazio. Così come le cinque W, sono solo una convenzione: non è per niente detto che siano la scelta migliore.

Giulia Pretta