di Albert Camus
€ 9,99 (ebook)
Quando ho appreso la notizia, il mio primo pensiero, dopo mia madre, è stato per lei. Senza di lei, senza la mano affettuosa che ha teso al bambino povero che ero, senza il suo insegnamento, e il suo esempio, nulla di tutto questo sarebbe stato possibile. Non attribuisco eccessiva importanza a simili riconoscimenti, ma questo mi offre se non altro l'occasione per dirle che ciò che lei è stato ed è tutt'ora per me, e per assicurarle che i suoi sforzi, il suo lavoro e la passione generosa che vi infondeva sono sempre vivi in uno dei suoi scolari che, nonostante l'età, non ha mai smesso di essere il suo allievo riconoscente. (p. 43)
Il signor Germain, a cui sono rivolte le lettere contenute in questo pregevole volumetto Bompiani, della collana Passaggi, è il primo maestro che il piccolo Camus, orfano di padre, ebbe ad Algeri. Solo grazie alla borsa di studio ottenuta grazie al proprio maestro elementare, Albert Camus riuscì a proseguire gli studi, a laurearsi in filosofia e poi a diventare ciò che tutto il mondo ha conosciuto. Proprio Louis Germain persuase la severa nonna di Camus a fare proseguire gli studi al bambino, sottraendolo ad un destino di stenti. Nonostante il ruolo cruciale che ebbe nella formazione di Camus, il signor Germain considera di avere «assolto un dovere che consideravo sacro», quindi di non avere alcun merito se non quello di essere tornato vivo dalla guerra, a differenza dei tanti compagni visti morire al fronte e che vide nell'orfano di guerra Albert, uno dei tanti figli che i soldati morenti affidavano a chi restava in vita. Le lettere, per lo più inedite, sono una testimonianza preziosa e commovente del valore dell'insegnamento e del ruolo cruciale che chi vive questa professione come missione può svolgere nella formazione di un giovane.
«Oggi il mondo è faticoso. Sono uomini del suo valore che aiutano a sopportarlo» (p. 66), scrive Camus a Louis Germain. Ciò che emerge dalla lettura di questo epistolario è il valore di entrambi, di quello che si definisce il "figlio spirituale" e di colui che continua ad amare un premio Nobel con la stessa semplice premura di un maestro, ma al contempo con timida riverenza per la crescita del suo "piccolo alunno". Ne viene fuori un ritratto dell'uomo Camus tenero e affettuoso, che racconta la crescita dei suoi figli e il rapporto con la moglie. Lo scambio epistolare, i doni di libri, le visite a Parigi dell'uno e in Algeria dell'altro, mostrano non solo il legame mai sciolto con il proprio maestro ma anche con la propria terra d'origine.
Il volume comprende anche il capitolo La scuola del romanzo Primo uomo, il libro postumo ed incompleto nel quale Camus rievoca la sua infanzia. Nel presente capitolo Camus descrive il personaggio dell'insegnante signor Bernard, ispirandosi proprio a Germain. Bernard, come Germain, era fautore di un insegnamento laico, tollerante e libertario:
Personalmente, credo di aver rispettato durante tutta la mia carriera quel che di più sacro vi è nel bambino, ovvero il diritto di ricercare la sua verità. (p. 63)
Questo credo ha trovato eco nella scelta fatta da Camus di studiare filosofia e di unirsi ai partigiani francesi, nel manifestare la propria libertà, professandosi come un uomo in rivolta (parafrasando il titolo del suo celeberrimo saggio).
Deborah Donato