di Giulia Depentor
Feltrinelli, novembre 2023
pp. 304
€ 20 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)
Leggere questo libro, che racconta le storie di chi riposa nei cimiteri del nostro Paese, è consolatorio. Per chi, come Giulia e come la sottoscritta, ha sempre trovato i cimiteri dei luoghi della memoria dal fascino irresistibile, sapere che c’è addirittura chi ha dedicato un podcast e ora un libro a questa tematica non può che stimolare interesse per questa raccolta di incontri, avvenuti in limine vitae.
Le storie qui raccolte, che l’autrice ha scovato con la visita alla parte della popolazione ormai oltre la soglia, nelle dimore cimiteriali, sono solo un esempio di quanto sia interessante il tema e di quante informazioni si possono ricavare da un luogo che per molti è solo un triste perimetro per esercitare il ruolo della memoria, riconoscendo ad esempio merito alla tanatologia storica, materia molto seria insegnata anche all’Università, che ci racconta come nel tempo il ruolo della morte sia cambiato, come ad esempio il Settecento abbia secolarizzato anche l’idea e il concetto di morte e quindi in un certo senso, indagare su ciò che eravamo prima può aiutare a fare chiarezza.
Non c’è modo di sapere del dopo, ma di certo possiamo pensare a ciò che è avvenuto prima di quel passaggio, e questo libro è un’affascinante avventura nei luoghi precedenti alla morte, occupandosi di storia d’Italia in un modo nuovo e antropologicamente corretto.
Il libro è quindi una guida, ma anche un saggio, utile a chi vuole spunti di lettura, a chi nutre curiosità sulla storia recente e antica del nostro Paese. Non sono solo i luoghi ad essere ricordati, ma l’autrice ci racconta le storie più particolari, spesso anche scoperte per caso, dentro i cimiteri o ci descrive le statue o le decorazioni più stravaganti. Come le tre donne del monumentale di Milano, Ilka Scarneo, Marta Abba e Dina Galli, che la memoria futura ha dimenticato e che all’epoca della morte erano molto famose. Anche la divina Duse viene citata così come è degna di nota la storia della giovane Freya Madeleine Stark, nata nel 1893 e che dopo aver girato il mondo viene sepolta al piccolo cimitero di Asolo, scelto come luogo del riposo.
C’è anche un delizioso aneddoto su Buzzati, che a partire dal racconto “La caramella stregata vola per quattro chilometri” ripercorre tutta la vicenda del Buzzati cronista e poi anche quella della sua tomba vuota, per una precisa volontà della moglie Algerina Antoniazzi, che preleva le sue ceneri per spargerle sulle Dolomiti, ma, non essendoci una legge che glielo permette, le custodisce in attesa di poterlo fare. Intanto passano gli anni e anche delle ceneri non si sa per certo la fine che abbiano fatto.
I misteri d’Italia vengono inoltre ricostruiti, a partire da un cenotafio, da una tomba vuota o da un’iscrizione. Non c’è pretesa di risolvere nulla, ma di muovere passi verso il ricordo e la vita di chi è misteriosamente scomparso, come nel caso del delitto del Corpus Domini di Elvira Orlandini.
In molti casi viene ricostruita l’idea elitaria contrapposta a quella operosa di un’Italia che non esiste più, come nel caso del cimitero di Crespi d’Adda, o si parla di pagine buie della nostra storia, come nel caso della tragedia del Vajont o della strage di Bologna.
Non manca lo spazio dedicato alle grandi figure della Letteratura, da Dante al già citato Buzzati, da Giuseppe Tomasi di Lampedusa a Pier Paolo Pasolini. Così come non mancano luoghi di sepoltura più o meno affollati, come le catacombe o le fosse comuni, le necropoli o il cimitero dei matti o degli acattolici.
Il fiuto per le storie appartiene di certo all’autrice di questo interessante racconto-saggio, a metà tra lo storico e l’antropologico, che è anche corredato di foto, mappe e un utilissimo glossario cimiteriale. A guidarla, per sua stessa ammissione, sono la casualità e la voglia di esplorare e di capire, che poi, quando si è sulla strada giusta tutto questo diventi un percorso ricco di connessioni e di concatenazioni non fa che accendere ulteriormente l’interesse per ciò che è stato e non è più, per tutto ciò che lasciamo indietro, erigendo monumenti - spesso vuoti - alla memoria e dimenticando che la memoria è una nostra responsabilità. Non basta portare fiori sulle lapidi ma raccontare le storie di chi coltivava le nostre stesse ambizioni e adesso danza nel vento, in attesa che qualcuno lo noti, da un nome, una foto, un racconto per cui si sono perse le parole. Giulia Depentor ritrova per noi quelle parole e ce le restituisce, in tutta la loro bellezza.
Samantha Viva
Social Network