Del resto erano giorni ormai che sua madre non capiva niente di lui e di quello che le accadeva intorno. (p. 93)
"Suo figlio è stato arrestato questa mattina". Poche parole, in grado di cambiare una giornata che Barbara aveva trascorso come tante altre, visitando i suoi pazienti. Adesso è tempo di lasciare il suo ambulatorio genovese di dermatologia, prendere il primo treno per Roma e andare a scoprire cosa diavolo è successo a Manish, il suo primogenito, che lei sapeva a Londra col padre, Kirti. Nei suoi sedici anni di vita, Manish aveva già dato qualche preoccupazione, ma niente di simile a questa accusa di spaccio. È così - col cuore in gola di una madre che si sente in colpa, perché vive altrove da troppi anni - che Barbara si precipita a Roma, senza preoccuparsi di dire al suo nuovo marito per quanto tempo lui dovrà prendersi cura da solo dei loro gemelli. Anche perché, a dirla tutta, Barbara non lo sa.
Così come non sa che a Roma la questione si risolverà fin troppo in fretta e Manish si troverà libero in men che non si dica. È intervenuta l'Ambasciata inglese, ma cosa è successo davvero? Se alcuni genitori avrebbero festeggiato senza porsi troppe domande, per Barbara è invece tutto troppo sospetto. Manish, d'altro lato, è piuttosto impenetrabile: lancia segnali contraddittori, non sembra realmente affranto per quanto è successo né fornisce spiegazioni davvero credibili. La madre lo scruta, provando a penetrare quella corazza di tempo trascorso altrove che le rende suo figlio piuttosto incomprensibile. Lo confermano tante piccole incertezze: dalle dimenticanze riguardo i gusti culinari di Manish a tanti dubbi sui reali interessi del figlio. E questo non fa che aggiungere sensi di colpa a quelli già presenti in Barbara, improvvisamente decisa a dedicarsi in tutto a quel primogenito, mettendo temporaneamente in disparte la sua nuova famiglia. Ma non è detto che la permanenza a Roma, insieme, sia una reale rappacificazione tra madre e figlio:
Manish non aveva mai trascorso così tanto tempo di fila con lei, almeno da che si ricordava, ed era strano, né bello né brutto, solo molto strano. Non era una vacanza, ma nemmeno una punizione. Cos'era allora? Un esilio? Un sequestro? L'avevano rapito da Kirti? (p. 93)
Barbara è, infatti, così diversa dal padre di Manish! Kirti, di origine tamil, è un fotografo di talento, ma sempre portato all'understatement e all'adattarsi pacificamente agli eventi della vita. Soprattutto, nella loro casa a Brixton, Manish e Kirti erano soliti vivere «come due gatti che non dovevano accudirsi troppo l'un l'altro» (p. 53) e, come camminavano scalzi per casa, così camminavano scalzi nelle loro vite. Senza invadere i reciproci spazi, né pretendere l'uno dall'altro spiegazioni incalzanti sui propri piani per il futuro. Esattamente tutto ciò che, invece, Barbara ha chiesto e fatto nelle prime ore insieme a Manish. Ma adesso intende stare soprattutto in ascolto, attenta ai segnali che quel figlio così poco conosciuto lancerà, suo malgrado.
Ad aiutare Barbara nelle sue ricerche c'è un avvocato trentenne, Borghi, che per molti versi ricorda la versione italiana di Kirti: squattrinato e informale quanto lui. E ciò che scopriranno i due lascerà decisamente senza fiato, soprattutto perché ciò in cui è implicato Manish è ispirato a leggi che esistono davvero...
Sempre attento nel mettere in scena i rapporti tutt'altro che lineari tra le diverse generazioni, Giorgio Scianna costruisce un romanzo che si svolge nell'arco di poco più di tre settimane e ruota attorno a un segreto che si scioglierà via via. Intanto i protagonisti passeggeranno per le vie di Roma, città neutrale sia per Barbara sia per Manish e Kirti (che dovrà raggiungerli), e non è detto che un segreto non possa portare tutti quanti a mettere in secondo piano le incomprensioni di un tempo, in vista di un obiettivo comune.
Fortemente paratattico e dialogico, Senza dirlo a nessuno impiega una focalizzazione variabile che permette al suo autore di aggirare il rischio che la narrazione eterodiegetica possa sembrare troppo fredda; così, invece ci cala ora nei pensieri di Manish, ora in quelli di sua madre. Adatto anche a un pubblico di lettori piuttosto giovani, come in La regola dei pesci o in Le api non vedono il rosso, questo nuovo romanzo ha il potere di portarci a riflettere su temi sociali decisamente forti e poco scontati, con un forte aggancio alla contemporaneità.
GMGhioni