Buongiorno e buon anno a chi ci legge,
speriamo che le giornate di festa siano state rilassanti e che sotto l'albero non siano mancati i libri da leggere. Per noi della Redazione questi sono i giorni migliori per recuperare titoli dell'anno appena passato e per portarci avanti con alcune novità del 2024. Sappiamo che anche voi siete vicino all'albero e state cercando una bella lettura per iniziare al meglio l'anno nuovo. Ecco i nostri consigli per augurarvi un 2024 pieno di letture splendide.
Tanti auguri,
la Redazione
***
Carolina consiglia
La suite di Giava di Jan Brokken (Iperborea)
Perché: l’autore sceglie di riprendere in mano le lettere giavanesi della madre alla sorella per conoscere meglio i suoi genitori nella loro giovinezza, nel periodo della loro vita che ha preceduto la sua nascita e che li ha visti entusiasti e innamorati, all’inizio della loro missione in una terra straniera ricca di fascino e contraddizioni. Nel farlo, però, intreccia le vicende di Olga con quelle di altri personaggi, artisti, intellettuali, santoni che hanno attraversato o si sono lasciati ammaliare dall’Indonesia, di cui hanno riportato traccia nelle loro opere o nell’evolvere del loro pensiero.
A chi: a chi ha la mente aperta, ai viaggiatori e ai cosmopoliti, a chi ama lasciarsi trasportare dalla lettura in terre lontane. Ai musicisti, ai compositori, e a chi vuole attribuire a ogni lettura una colonna sonora. A chi ha apprezzato Anime baltiche dello stesso Brokken, o Viaggio al nord di Čapek, a chi apprezza le opere in cui il dato biografico si mescola a uno sguardo sociologico e antropologico più ampio.
Cecilia consiglia
Giardini d'inverno di Cédric Pollet (L'ippocampo)
Perché: perché "giardino" e "inverno" possono stare nella stessa frase senza richiamare lo stereotipo triste della terra desolata, e anzi, anche se là fuori, in questi primi giorni del nuovo anno, il clima può essere inclemente, ci sono paesaggi che solo con la neve, il gelo e la nebbia sanno rivelarsi con meraviglia agli osservatori più attenti: come Cédric Pollet, un fotografo che ha scoperto mondi di estetica sublime ammirando i colori e le textures delle cortecce degli alberi spogli (ma anche gli intrecci lineari dei loro rami, le geometrie perfette delle loro bacche ecc.); perché non esistono stagioni morte, basta guardarle tutte con occhi vivi e non smettere di meravigliarsi della perfezione della natura.
A chi: a chi, invece di compilare liste di buoni propositi per il nuovo anno confortato dal calduccio della propria casa, preferisce fare piani all'aperto e "a mente fredda", passeggiando tra gli alberi e lasciandosi ispirare dalla loro saggezza millenaria; agli amanti dei giardini e della natura indipendentemente dalla stagione, che avranno conferma di come la bellezza sappia manifestarsi con qualsiasi temperatura, al netto di ogni fenomeno atmosferico avverso e con una forza da tenere a mente come ispirazione perpetua; a chi vive l'inverno come premessa della primavera, per un 2024 all'insegna di un'energia che non vede l'ora di manifestarsi, sbocciare e fiorire.
Claudia consiglia
La casa del mago di Emanuele Trevi (Ponte alle Grazie)
Perché: un romanzo pieno di fascinazioni che parla dell'io e del mondo come enigmi da risolvere. I lettori che vorranno lasciarsi guidare dalla scrittura di Trevi, entreranno in una casa magica zeppa di ricordi e di oggetti strani. Un appartamento ricco di storie, amore, ricerche, fughe e smarrimenti. Perché è un libro ironico e pieno di grazia.
A chi: a chi ha seguito o sta seguendo un percorso di psicoanalisi. Perché leggere questo romanzo è un po' come fare una seduta e si ritrova tra le pagine quella ambivalente sensazione di noto e ignoto di cui si fa esperienza quando si guarda dentro noi stessi.
A chi ha amato tanto il proprio padre e a chi ha sofferto per colpa di un padre, perché La casa del mago è una danza tra sentimenti di contrasto e appartenenza da cui, in ogni caso, si esce diversi e più maturi.
Deborah D'Addetta consiglia
Confessione di mezzanotte di Georges Duhamel (Ago Edizioni)
Perché: inserito da Le Figaro nella lista dei migliori romanzi della prima metà del '900, insieme a testi di Proust, Gide e Sartre, l'opera di Duhamel, per la prima volta tradotta in italiano, ci fa innamorare ancora una volta dello stile e della classicità dei romanzi del secolo scorso. Una scrittura elegante, un personaggio che non si dimentica, col quale empatizzare seguendo le sue peripezie mentali in una Parigi meravigliosa degli anni '20.
Per chi: per chi ama i protagonisti che parlano per flussi di coscienza, alternando grandi euforie a baratri di depressione e scoramento. Louis Salavin, il personaggio principale del romanzo di Duhamel, è uno di noi, potremmo quasi dire un millennial, alle prese con dubbi, problemi, ansia per il futuro, incapacità di relazionarsi. Ci si affeziona e non si vorrebbe più smettere di leggere.
Debora Lambruschini consiglia
La meridiana di Shirley Jackson (Adelphi)
Perché: da qualche anno a questa parte ho l’abitudine di iniziare l’anno (ri)leggendo qualcosa di Shirley Jackson, tra le mie scrittrici preferite di sempre. E questo romanzo è forse uno dei suoi meno noti, ma decisamente intrigante. Una famiglia di svitati, snob e pieni di manie, ci farà compagnia in questi primi giorni dell’anno
A chi: a quelli che credono nel genio poliedrico, nell’ironia e nella prosa perfetta di Shirley Jackson, a quelli che ne hanno avuto abbastanza dei propri parenti (e dopo questa lettura saranno pronti a rivalutarli).
Giada consiglia
Essere lupo di Kerstin Ekman (Iperborea)
Perché: il primo gennaio è la data simbolica dei nuovi inizi ed è proprio in questo giorno che il protagonista di Essere lupo avverte quella motivazione necessaria a rivoluzionare se stesso. Il cacciatore Ulf, alla soglia di settant’anni e vicino alla pensione, affronta una crisi personale che lo condurrà a rinnovare per sempre la sua vita. Tutto cambia quando, proprio la mattina del primo giorno dell’anno, Ulf vede un lupo: da questo momento, niente sarà come prima.
A chi: a chi ama le storie dal sapore nordico, a chi non ha paura di rinnovarsi e a chi vuole immergersi in una storia figurativa e metaforica.
Giulia consiglia
Maldoror. I ragazzi della leggenda di Philippe Lechermeier (L'Ippocampo)
Perché: il primo romanzo della trilogia che ha riscosso tanto successo in Francia, è un elegante fantasy che contiene tutti gli elementi del genere ed è il testo perfetto per avvicinarsi al genere. La raffinata ambientazione dell'impero austro-ungarico e le melodie che accompagnano il viaggio dei giovani destinati a trovare le porte del magico regno di Maldoror trasportano il lettore adulto in una storia che si sarebbe tanto voluto leggere da giovani.
A chi: a chi, approfittando della magia delle feste, vuole concedersi l'immersione in un mondo che svela angoli di fantasy e di arcana magia. Con le luci dell'albero ancora palpitanti, affrontare il viaggio tra Austria e Russia di inizio secolo sarà un'esperienza emozionante. Non importa l'età di chi legge: con Maldoror si può riscoprire l'incanto delle letture di gioventù.
Gloria consiglia
Una vita bella di Virginie Grimaldi (edizioni e/o)
Perché: ci sono rapporti familiari che superano il tempo, le difficoltà, le incomprensioni, e in effetti a volte per ripartire al meglio con l'anno nuovo è bene lasciarci dietro le spalle i motivi di amarezza e ricominciare daccapo. Senza dimenticare, ma perdonandosi, un po' come fanno le due sorelle di questo romanzo francese. Le due protagoniste sono legate indissolubilmente, anche se non si parlano: cosa è accaduto? Complice una settimana da trascorrere insieme nella casa appartenuta ai nonni prima di lasciarla per sempre, le due sorelle approfittano dell'occasione per rievocare eventi che le hanno unite e altri che hanno creato una frattura tra loro. Dovranno poi finalmente chiarirsi su cosa le ha tenute lontane per cinque anni, ma c'è tempo...
A chi: a chi ama i romanzi familiari in cui sono al centro i sentimenti, le emozioni, i segreti che sono stati condivisi e che, in nome di questo, uniranno per sempre.
Marianna consiglia
I mangiafemmine di Giulio Cavalli (Fandango)
Perché: terzo libro della trilogia della nazione di DF, I mangiafemmine è un romanzo davvero provocatorio, forte, dissacrante. I temi centrali dell’opera sono la violenza sulle donne e il femminicidio che, a DF, diventa legale e parificato all’attività venatoria. I vertici politici di questa nazione immaginaria non sono, purtroppo, granché diversi dalla nostra realtà: nel paradosso vissuto dagli uomini e dalle donne del Paese di DF vi è infatti lo specchio delle verità scomode dei nostri tempi.
A chi: ha già letto i precedenti romanzi della trilogia, ma anche a coloro che amano la distopia per riflettere sulla realtà in cui viviamo.
Sabrina consiglia
Eravamo immortali di Marco Cassardo (Mondadori)
Perché: iniziare l'anno con una lettura profonda, bella, che fa desiderare di girare pagina continuamente, ma, al contempo, fa sperare di non arrivare così presto all'ultima, è importante. Questo romanzo ha le carte in regole per essere la lettura giusta con cui dare il via al 2024. È il racconto di un'amicizia particolare, tra due ragazzi che si ritrovano, nello sport, nella vita e nella Storia, su barricate contrapposte. Vivendo le loro vite ci si accorge che passa il tempo di un'intera generazione. Steu e Nando i protagonisti assoluti, ma anche la città di Torino, con le sue trasformazioni, le fabbriche, la società operaia giocano un ruolo di primo piano.
A chi: a chi ama leggere romanzi incardinati nelle svolte epocali, a chi preferisce leggere di vite, che possono tranquillamente essere reali, ma narrate come se fossero un'epopea (e a pensarci bene, la generazione dei nostri nonni, dalla Seconda Guerra Mondiale, al boom economico fino all'attuale rivoluzione tecnologica ha vissuto un pezzo di Storia irripetibile). Ai lettori che si affezionano ai protagonisti perché Nando e Steu non possono lasciare indifferenti.