Detective in cerca d’autore
di Anthony Horowitz
Rizzoli, Agosto 2023
Traduzione di Francesca Campisi
pp. 336
€ 17,50 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)
È un tranquillo mattino primaverile, e la signora Cowper, madre di un famoso attore, entra in un’agenzia di onoranze funebri per prendere accordi per il proprio funerale; verrà assassinata, quello stesso pomeriggio, nel suo appartamento londinese, strangolata con il cordoncino di una tenda. È una morte che l’ex detective e ormai consulente esterno della squadra omicidi, Daniel Hawthorne, non può lasciarsi scappare.
È innegabile che questo strano e burbero detective abbia un fiuto eccezionale per risolvere i casi più difficili. Stavolta però non lascerà che il tutto resti anonimo e così incarica il celebre giallista, Anthony Horowitz, di realizzare un libro sull’indagine in corso, dividendo i proventi in parti uguali. Horowitz non vive un bel momento e, sebbene non abbia stima per i modi di questo detective, accetta di essere coinvolto nel progetto.
Gli ingredienti per fare di Detective in cerca di autore un buon libro ci sono tutti: un produttore teatrale accusato di frode, una domestica dal passato discutibile, un figlio sregolato. In più la morte sospetta della donna sembra avere un legame con un vecchio caso di cronaca, e vista la particolarità della vicenda, anche Horowitz comincerà a indagare a sua volta.
Con questo romanzo, che ricorda Sherlock Holmes, sebbene in chiave moderna, lo scrittore britannico inaugura una serie ingegnosa con due protagonisti memorabili e si conferma esperto innovatore della migliore tradizione del giallo. La trama sembra scritta per una sceneggiatura teatrale, nulla è lasciato al caso e si respira l’aria British in ogni dettaglio.
La forza di questo giallo risiede nell’accostamento dei due personaggi, una sorta di Watson e Sherlock, nei dialoghi assolutamente brillanti, nell’utilizzo della prima persona da parte del giallista, che ci racconta non solo le varie fasi delle indagini, ma anche una sorta di bottega dello scrittore, con difficoltà relative alla descrizione di un personaggio come il detective, che, oltre a essere reale e a pretendere che le cose vengano raccontate come decide lui, di sé non è disposto a far trapelare nulla o quasi, svelando solo alla fine alcuni dettagli e mettendo in seria discussione la realizzazione dell’opera, che Horowitz si dichiara sul punto di abbandonare più volte.
Lo humour inglese condisce il tutto, rendendo piacevole la lettura ma nello stesso tempo fornendo ai lettori alcune considerazioni interessanti anche sulla stessa indagine.
Ben congegnato è il gioco metaletterario che rende omonimi il protagonista e l'autore stesso, nonché il titolo del libro che abbiamo tra le mani con il romanzo che il protagonista sta scrivendo.
La denuncia tra le righe del sistema editoriale da una parte, con la figura della editor, e la presa in giro del sistema cinematografico e i suoi dilemmi dall'altro, con l’incontro naufragato col celebre regista, aggiungono anche una vena satirica a questo giallo, che, nonostante abbia tutti gli ingredienti della tradizione, in qualche modo se ne allontana. Infatti, il giallo si mescola così con altri generi, diventa commedia teatrale, si prende gioco delle varie sfumature del genere, a volte virando verso il poliziesco, altre verso il noir, ma sempre con una prosa e uno stile brillanti che ci fanno godere della bravura di Horowitz e del suo talento.
Samantha Viva