"Raccogli la gioia del giorno": il nuovo libro di Franco Arminio, "Canti della gratitudine"


Canti della gratitudine
di Franco Arminio
Bompiani, 2024

pp. 192
€ 18,00 (cartaceo)
€ 10,99 (ebook)

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Bisogna portare in mano/una stella enorme/e stare vicini nella luce/che contiene (p.121)

Parlare di Franco Arminio significa parlare di una figura complessa, dalle molteplici sfaccettature: scrittore, ispiratore, paesologo. Quest'ultima definizione, in particolare, è stata coniata per il suo impegno a favore dei piccoli paesi e contro lo spopolamento dell'Italia interna, istanza per cui è diventato presto un punto di riferimento. I libri pubblicati a suo nome sono ad oggi più di trenta (tra cui Cedi la strada agli alberi, Chiarelettere, 2017, e L'infinito senza farci caso, Bompiani, 2019), e alcuni suoi componimenti sono diventati particolarmente famosi.

Quest'ultimo libro, Canti della gratitudine, si inserisce in coda ai precedenti, riprendendo temi consueti allo scrittore: l'importanza del dialogo con la natura, l'amore, la fratellanza, la possibilità di salvare sé stessi e il prossimo attraverso una comunanza solidaristica e autentica. L'opera è divisa in quattro sezioni, ognuna aperta da alcuni versi rappresentativi: le prime tre, Grazie, Creature dal cuore azzurro, L'Italia dei paesi, Geografia dell'inquietudine, contenenti componimenti in versi, e l'ultima, Una gioia da inventare, costituita da alcune prose.

Anche se le tematiche sono numerose e differenti, ognuna di queste sezioni gira attorno a un argomento predominante: infatti, se in Grazie abbiamo un canto ispirato alla natura e alla gratitudine, in Creature dal cuore azzurro il sentimento amoroso esplode in tutta la sua dolce forza, per raccontare l'intensità delle passioni; e ancora, se in L'Italia dei paesi trova posto una lode verso la vita semplice e arcaica, in Geografia dell'inquietudine Arminio apre la porta a sentimenti e storie familiari, soffermandosi in particolare sulle proprie figure genitoriali. L'itinerario che sembra profilarsi, sezione dopo sezione, è un viaggio che diventa sempre più intimo e personale, fino ad arrivare alle prose, le quali costituiscono un approdo all'andamento discorsivo tipico del ragionamento. In quest'ultima parte, infatti, i temi precedentemente toccati dai componimenti trovano più ampio spazio, accogliendo anche aneddoti e ragionamenti più estesi.

La parola di Arminio possiede una forza evocativa tutta particolare che rende la sua voce unica e riconoscibile: infatti, al di là dei Leitmotiv tematici precedentemente citati, i suoi versi possiedono una decisa ispirazione poetica, che eleva la parola e la rende messaggio pregno di significato per tutti. Talvolta vengono usate immagini che racchiudono un intero discorso: poche parole che diventano particolarmente dense di significato:

C'è sul fondo di te stesso/un granello di polvere/dove solo tu puoi arrivare./Quello è il tuo nome. (p. 17)

Nelle sue poesie trovano spazio la comprensione e la tenerezza, la solidarietà e l'altruismo:

Fatti portavoce/delle ferite degli altri,/sono quelle che più ti riguardano./Allenati a vedere il minimo,/il marginale,/ha una grazia che ti porta altrove./Guarda liberamente, nel guardare/non abbiamo obblighi con nessuno./Stai vicino ai generosi, ai fragili,/agli innocenti (p. 11).

nonché l'assoluta necessità di accompagnarsi alla natura e di riconoscere in quest'ultima una compagna di vita quantomai essenziale.

Particolarmente intensa risulta la sezione sull'amore, in cui la parola poetica si eleva per raggiungere vette di lirismo notevoli e intonare un canto delicatamente ispirato, che talvolta si fa carne:

Fingo di credere/di non aver bisogno di te,/ma se mi stringerai le mani/crederò a tutto,/sarà desiderio, sarà paura/di ritrovarmi con te/in una lieta, disperatissima/avventura. (p. 100)

Non so come baciarti,/non so come toccarti./Come se tu fossi/la prima donna comparsa nel mondo/dopo mille anni di solitudine,/come se fosse la prima volta/che ho le mani,/la prima volta/che davanti a me/c'è un viso. (p. 122)

In altre parole, nei versi di Arminio si trova un'adesione alla vita nella sua forma più autentica, una sorta di lotta ottimistica contro l'individualismo e il progresso solitario, in direzione di un'utopistica ma assolutamente necessaria riscoperta dell'altro come parte fondamentale di riconoscimento del sé. Una lode al vivere la vita e le sue emozioni con intensità e una preghiera a credere sempre nel bello:

Ringrazia,/vattene via quando serve,/non portare rancore,/ricorda il male/che hai trasformato in bene,/libera la tua tenerezza,/ma studia il nero del mondo,/non nascondere lo sconforto,/ringrazialo, intervistalo,/non dare retta/a tutto quello che ti dice,/raccogli la gioia del giorno,/se ne trova sempre qualcuna/se ti guardi bene intorno. (p. 19)

Valentina Zinnà