Super Pazeroticus
di Andrea Pazienza
Coconino Press, settembre 2022
€ 30 (cartaceo)
Nel fumetto, il senso dell'osceno ha un peso specifico diverso, non ha bisogno di tendere alla verosimiglianza, né alla all'astrazione teorica. Forse per questo è un mezzo più efficace per raccontare il desiderio, molto di più di quanto qualsiasi film post-porno che abbia cercato di disinnescare i codici di una pornografia tradizionale sia mai riuscito a fare. Non c'è l'accanimento di dover diradare l'ambiguità, o di spiegarla, non c'è la smania di trovare il pantone più adatto alla cosiddetta zona grigia. Molto prima che la moda arrivasse a imporre i suoi diktat di nuove non-conformità conformi, Pazienza si limitava a un'operazione candidamente immonda: amava tutti i suoi corpi. Amava quello che facevano. Ne amava la bellezza e l'oscenità. L'essere dei totem e l'essere ridicoli. Oggi va per la maggiore il dilemma morale se sia giusto desiderare ciò che eticamente troviamo riprovevole. Per me non solo è difficile dar credito all'angoscia che comporta un tale assillo, ma continua a sfuggirmi pure il senso di un'eventuale risoluzione (p. 7)
Tutto nei fumetti di Pazienza è erotizzato. Le sue Donne non c'è bisogno che ve lo spieghi, basta sfogliare il volume che avete in mano, zeppo di nasini, chiappotte, occhioni, pieno di schiene rilassate e curve, o quelle altre tese da spasmi. Poi ci sono i Maschi, perennemente intenti in un tetris di carne, avvinghiati alle femmine, così allacciati da confondervisi. Quel culo è di una sbarba o di uno sbarbo? Ecco, questa cosa si dice raramente di Pazienza, e non capisco come mai vista l'eccezionalità del disegnare uomini tanto scopabili quanto le ragazze. Qualsiasi sia il vostro orientamento sessuale gli uomini di Pazienza vi ecciteranno, vi faranno immaginare la tensione delle loro carni, gli scalini delle loro vertebre, la stretta delle loro dita sulla vostra nuca (p. 147)
Entrambi hanno ragione: Pazienza non cerca di filosofeggiare sui propri disegni, disegna per il piacere di farlo, perché è lui stesso un amante, un uomo, un ossessionato dalla donna e dal suo corpo. Spessissimo nelle sue tavole le donne non hanno volto: coperto dai capelli folti o di spalle, o incappucciate in una sessione di bdsm, di loro Pazienza ci mostra i seni, le natiche. I suoi uomini sono succubi, schiavi, brutti, macho sguaiati, anche stupidi, come nel famosissimo disegno in cui compare una nuvoletta con scritto "A che penzi?" (bella la storia di Raimo a questo proposito).
Insomma su Pazienza non ci si fanno viaggi mentali: si guarda, si ammira e ci si diverte, come avrebbe voluto lui.
Deborah D'Addetta
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