Il gregge
di Davide
Grittani
Alter ego Edizioni, febbraio 2024
pp. 228
€ 18,00
(cartaceo)
La politica consiste nel decifrare prima degli altri bisogni e scontenti, interpretando le virate verso l’ignoto e riabilitando continuamente il passato. (p. 88)
In una
Milano caotica, tentacolare, capitale industriale di un Paese – l’Italia –
sempre suddiviso fra il servilismo nei confronti del proprio passato recente e
l’incapacità di guardare negli occhi il futuro, si è giunti al momento
cruciale: le elezioni per il nuovo sindaco. Fra i candidati per la nuova carica
spunta Matteo Migliore (nomen omen) che, dopo le prime pagine, subito
richiama non solo un certo tipo di politico che della propria visibilità sui
social e del proprio carisma fa – molto più del programma elettorale e delle
convinzioni ideologiche – il centro gravitazionale e la forza trainante, bensì quasi
uno specifico personaggio politico che ha rappresentato negli ultimi anni il
peggio della politica italiana. Matteo Migliore, lo si comprende man mano che
proseguiamo nella lettura del romanzo di Grittani, è una sorta di summa
del trash politico italiano: è il meglio, appunto di ciò che possiamo immaginare
come insieme delle caratteristiche peggiori che delineano l’uomo politico degli
anni Venti del XXI secolo. Le sue caratteristiche le abbiamo anticipate ma l'autore si impegna a mostrarci le altre: l’attaccamento ai valori tradizionali della
destra attuale (Dio, patria, famiglia) che, se da un lato vengono sbandierati a
ogni occasione pubblica, dall’altro, nel privato, vengono puntualmente traditi; il rendere la visibilità social un punto di forza delle
campagne elettorali, prestando la massima attenzione all’opinione pubblica e a
ciò che si dice in rete; la volontà di trovare un nemico comune verso il quale
aizzare le folle, salvo poi allearsi di nascosto proprio con i rappresentanti
di quel nemico comune – gli stranieri, i rom ecc. – per salvaguardare i propri
interessi politici; il voltafaccia continuo e l’attacco personale ai rivali.
Grittani
delinea bene, con una precisione chirurgica, questo tipo di personaggio politico. Lo
fa raccogliendo in un unico individuo, si è detto, gli aspetti più grotteschi e
più in vista di ciò che il mercato sa offrire, senza peraltro banalizzarlo ma
anzi rendendolo umano e verosimile. Lo fa, ancora, prendendo esempi di cronaca
attuale che, non a caso, vengono riportati alla fine del romanzo come una sorta
di bibliografia. È un’operazione che
riesce benissimo perché ci ricorda che, per quanto assurde le vicende possano
apparire, è bene tenere a mente che molto spesso la realtà non solo supera la
fantasia, non solo fa da base per l’invenzione, bensì può essere proprio il luogo
in cui le cose più inverosimili accadono. Si potrebbe quasi citare la
famosa frase attribuita a Tertulliano, quel Credo quia absurdum
utilizzato agli albori del cristianesimo per giustificare ciò che sembra stare
fuori dalla ragione: ci credo perché è assurdo. E se, agli occhi di una persona
normale, può sembrare assurdo che un politico in piena campagna elettorale vada
a citofonare, telecamere presenti, a un privato cittadino chiedendogli se lui
spaccia, allora dobbiamo solo ritornare con la mente a un episodio specifico
del nostro passato recente per renderci conto che le cose più incredibili
capitano nel mondo reale.
In tutto
questo discorso si inserisce la trama che, a ben vedere, è ben poca cosa. La
trama minima del Gregge è sintetizzabile in una frase: un uomo incontra
i propri compagni del liceo che non vede da anni per partecipare alla campagna
elettorale di uno di loro. Ma non è questo che ci interessa quando leggiamo un
libro come quello di Grittani. Questo è un caso esemplare di libro in cui la
trama è al completo servizio del tema e del messaggio, al punto che gli eventi
principali sembrano – sono – fuori dalla portata del protagonista (non a caso anonimo) che, salvo rare eccezioni, tende a subirli più che a imporre la propria presenza.
Ma se questo generalmente è un male, in questo caso è il modo giusto
per portare all’attenzione del lettore ciò che realmente conta, ossia
raccontarci qualcosa del nostro mondo e della nostra quotidianità.
Presentato
al Premio Strega 2024 da Wanda Marasco, Il gregge di Davide Grittani è
una fotografia impietosa della situazione politica italiana, un luogo fatto di
scaramucce fittizie, riabilitazione del passato (ipse dixit) e totale e
annichilente nulla.
David Valentini
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